lunedì 17 luglio 2023
Nel giorno dello stop dell'accordo per l'esportazione via mare, che doveva garantire iI cereale ai Paesi in difficoltà alimentare, si osserva che a farne incetta sono stati quelli ricchi
La denuncia di Oxfam: «Ai poveri solo il 3% del grano ucraino»

Ansa

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Nel giorno nel quale viene annunciato lo stop all'accordo tra Russia e Ucraina per l'esportazione del grano ucraino via mare, dal porto di Odessa, sale la polemica sul tema e sulla reale destinazione di questo cereale.

Per diverse Ong non ha infatti aiutato le popolazioni in difficoltà e fronteggiato l’aumento della fame, come dicevano i suoi sostenitori. L'intesa che un anno fa aveva portato allo sblocco dell'export di grano dall'Ucraina al Mar Nero verso il resto del mondo si è rivelato del tutto inadeguato rispetto alle attese. I Paesi ricchi si sono accaparrati l'80 per cento del grano e dei cereali, mentre agli Stati più poveri e colpiti dalla crisi alimentare è andato appena il 3 per cento.

Lo fa notare una nuova analisi di Oxfam, resa pubblica oggi. «L'accordo che ha consentito di riprendere le esportazioni di cereali dall'Ucraina ha certamente contribuito a contenere l'impennata dei prezzi alimentari – aumentati comunque del 14% a livello globale nel 2022 – ma non ha rappresentato la soluzione alla fame globale che oggi colpisce almeno 122 milioni di persone in più rispetto al 2019» ha detto Francesco Petrelli, policy advisor sulla sicurezza alimentare di Oxfam Italia.

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