Orrore in Mozambico: «Decapitati 30 cristiani»
di Redazione
«L''attacco è avvenuto il mese scorso nella provincia settentrionale di Cabo Delgado» dove opera un gruppo jihadisti legato all'Isis: da anni l'area è fuori controllo
Secondo un'inchiesta pubblicata da "Newsweek", oltre 30 cristiani sono stati decapitati nel nord del Mozambico durante il mese di settembre. Il gruppo, "Provincia dello Stato Islamico del Mozambico' (Ismp), affiliato all'Isis, ha rivendicato la responsabilità di molti degli attacchi. Le province di Cabo Delgado e Nampula - già teatro di violenze da parte di miliziani islamisti a partire dal 2017- sono state le principali aree colpite. Dal 2021, forze militari regionali provenienti da altri Paesi africani sono state dispiegate per aiutare il Mozambico a contenere l'insurrezione. Nonostante questi sforzi, la violenza continua. "Newsweek" riferisce che l'Ismp ha diffuso foto che mostrano miliziani mentre giustiziano civili e danno fuoco a chiese e abitazioni. Il presidente mozambicano Daniel Chapo ha riconosciuto che la sicurezza nella regione è migliorata, ma ha ammesso che il terrorismo rappresenta ancora una minaccia significativa.
Il Mozambico è attualmente classificato come il 37º Paese più pericoloso al mondo per i cristiani, secondo l'organizzazione cristiana americana Open Doors. Analisti avvertono che concentrarsi esclusivamente su motivazioni religiose rischia di ignorare più profonde problematiche socioeconomiche, tra cui la marginalizzazione delle comunità musulmane, che i gruppi estremisti sfruttano per il reclutamento. Nonostante le operazioni militari in corso con partner regionali e internazionali, gli attacchi continuano. La risposta del governo mozambicano resta non sufficiente, mentre la violenza nel nord del Mozambico si inserisce in una tendenza più ampia di insurrezioni jihadiste nell'Africa australe.
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