Nicaragua, stop a Bibbie e giornali alle frontiere
di Redazione
Il provvedimento del regime di Daniel Ortega preoccupa le organizzazioni religiose e le associazioni per i diritti umani che denunciano un ulteriore irrigidimento del controllo statale

Nuove restrizioni alla libertà religiosa e di informazione in Nicaragua dove il regime sandinista guidato da Daniel Ortega e dalla moglie Rosario Murillo, copresidente, ha vietato l'ingresso nel Paese centroamericano di Bibbie, libri, riviste e giornali stampati. Lo rendono noto i principali media indipendenti, da La Prensa a 100% Noticias, precisando che la misura colpisce direttamente turisti e viaggiatori, in particolare quelli in arrivo via terra.
La decisione è stata confermata dalla compagnia di trasporto internazionale Tica Bus, che collega San José, la capitale del Costa Rica, a quella nicaraguense di Managua e che ha affisso avvisi informativi nelle proprie stazioni di autobus. Secondo quanto riferito, tra gli oggetti proibiti figurano anche telecamere e droni, oltre a materiali considerati "sensibili" dalle autorità.
Il provvedimento, attribuito a ordini diretti del governo, ha suscitato forte preoccupazione tra organizzazioni religiose e osservatori dei diritti umani, che denunciano un ulteriore irrigidimento del controllo statale. L'organizzazione internazionale Christian Solidarity Worldwide (Csw), ha lanciato l'allarme, ricordando che in Nicaragua sacerdoti e leader religiosi sono già stati oggetto di arresti arbitrari e che le celebrazioni pubbliche sono consentite solo a gruppi ritenuti allineati al regime. Secondo Csw, il divieto si inserisce in un modello sistematico di repressione delle espressioni di fede indipendenti. «Chiediamo al governo nicaraguense di revocare immediatamente questa proibizione», ha dichiarato Anna Lee Stangl, responsabile per le Americhe di Csw.
Il divieto segue anni di restrizioni sempre più severe alle libertà civili e all’espressione religiosa in Nicaragua. Migliaia di organizzazioni della società civile sono state chiuse e le organizzazioni religiose hanno affrontato sorveglianza, detenzioni e la cancellazione di eventi pubblici. Dall’aprile 2018, a oltre 5.000 organizzazioni indipendenti della società civile è stato revocato lo status legale, comprese più di 1.300 organizzazioni religiose.
Le processioni religiose pubbliche sono vietate, a meno che non siano organizzate da gruppi allineati con il governo. In diversi casi documentati, leader religiosi sono stati detenuti arbitrariamente, i loro movimenti limitati e le loro attività sottoposte all’approvazione dello Stato.
La Chiesa è rimasta una delle poche istituzioni apertamente critiche nei confronti del governo del presidente Daniel Ortega. Durante le proteste di massa del 2018 contro le riforme pensionistiche, membri del clero, tra cui Palacios Vargas, pastore protestante e fondatore dell’Associazione delle Chiese La Roca de Nicaragua a Jinotepe, hanno condannato la violenza della polizia contro gli studenti.
Un rapporto del 2024 di CSW, intitolato “Total Control: The Eradication of Independent Voices in Nicaragua”, ha documentato 222 casi di persecuzione religiosa, tra cui cancellazioni di eventi, monitoraggio della polizia e obbligo di presentarsi settimanalmente alle autorità per i leader religiosi. Lo stesso rapporto ha rilevato che 46 leader religiosi sono stati detenuti nel corso del 2024. Alcuni sono stati rilasciati rapidamente, mentre altri sono rimasti in custodia per periodi prolungati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






