Nasce Missione Operatori Sanitari per Gaza: «Pronti a partire e curare»
Il promotore Omar Fabbri: «Non riuscivo più a sopportare quello che accade nella Striscia: un dolore insopportabile e la voglia di fare qualcosa»

La “scintilla” è stata, venerdì scorso, la partenza per Gaza della Global Sumud Flotilla spiega Omar Fabbri. «Non riuscivo più a sopportare quello che ogni giorno succede a Gaza: un dolore insopportabile e la voglia di provare a fare qualcosa». Vincere il senso di impotenza di fronte al grido di dolore della popolazione civile palestinese e mettersi in gioco. Un “impulso” ancora più forte per chi di professione porta soccorso e dà cura ai sofferenti. «Mi sono rivolto ad alcuni miei colleghi che come me fanno parte come volontari della Sanità Alpina» spiega Fabbri, infermiere del Punto di pronto intervento (Cau) di Mercato Saraceno (Forlì-Cesena) e consigliere comunale. Fare rete e cercare insieme, come volontari della Sanità specializzati in medicina di emergenza, di progettare una risposta dal basso per l’emergenza sanitaria a Gaza. Così, con un semplice gruppo Whatsapp il “tam tam” è partito subito con risultati sorprendenti per gli stessi promotori della “Missione Volontari Operatori Sanitari per Gaza e Palestina”. Una ventina i medici, infermieri, radiologi e farmacisti che hanno già dato la loro adesione al progetto in pochissimi giorni. Sei di loro fanno parte come volontari della Sanità Alpina con una serie di missioni all’estero. Ed il passa parola è appena iniziato (per contatti: omilau76@gmail.com).
L’invito a partecipare è rivolto a chi, lavorando nella Sanità, ha sviluppato negli anni una particolare sensibilità. «Molti di noi hanno già partecipato a missioni sanitarie in ospedali da campo all’estero in situazioni di emergenza» spiega Alessandra Rossodivita, medico e dirigente dell’Asst Valtellina ed Alto Lario specializzata in medicina dei disastri. Anche lei, come Omar Fabbri, unisce alla professione medica l’impegno politico come assessore al Welfare nel suo comune di residenza in Valtellina. Da qui l’idea di costruire una sorta di “Flotilla sanitaria” raccogliendo la disponibilità di operatori del settore ma anche di costruire una rete di sostegno fra enti locali, associazioni e partiti politici. «Come amministratore locale cattolico ho aderito alla Rete di Trieste» nata durante la Settimana sociale precisa Omar Fabbri che spera che il “tam tam” risuoni presto in tutta Italia.
L’obiettivo è semplice quanto ambizioso: «Vorremmo andare direttamente a Gaza o, se questo non sarà possibile, in altri luoghi della Palestina ad aiutare la popolazione civile». Un progetto per cui si è chiesto un aiuto a diversi comuni dell’Emilia Romagna, alla Regione Emilia Romagna e al enti ed associazioni tra cui Mediterranea ed Emergency. Il comunicato è stato inviato pure al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, alla Diocesi di Assisi e al patriarca di Gerusalemme. «Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, che conosce bene la situazione dove opera la sua Chiesa, saprà sicuramente indicarci come poterla aiutare in campo sanitario in questa situazione di emergenza» prosegue Fabbri.
L’appello a “salire a bordo” della Flotilla sanitaria è a chiunque abbia competenze e può mettere a disposizione, ance restando in Italia, risorse e professionalità. A ottobre è in programma una prima riunione per avviare dei tavoli di lavoro in base alle diverse competenze. E una mano in particolare Omar Fabbri la chiede a Carlo Acutis: «Sono particolarmente legato a questo santo: sono sicuro che ci aiuterà nella nostra piccola impresa», conclude l’infermiere di Mercato Saraceno.
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