L'accordo sull'Ucraina per Trump è molto vicino ma Putin lo boccia

di Nello Scavo, inviato a Kiev
Dopo una notte di massicci attacchi sull’Ucraina, Zelensky si è detto pronto ad andare
alla Casa Bianca da giovedì, Giorno
del Ringraziamento. Il ministro russo Lavrov frena
November 25, 2025
L'accordo sull'Ucraina per Trump è molto vicino ma Putin lo boccia
Ukrainian rescuers work in the damaged residential building following Russian missiles and drones strikes in Kyiv on November 25, 2025, amid Russian invasion in Ukraine. Russia rained missiles and drones on Kyiv overnight, killing six people, as frantic diplomatic efforts over a draft US plan to end the war intensified. (Photo by OLEKSII FILIPPOV / AFP)
Mezzo migliaio di ordigni in una sola notte contro obiettivi selezionati, alcuni strategici, ma uno simbolico: Kiev. L’attacco sferrato da Mosca è arrivato poche ore dopo l’intesa tra Washington, Unione Europea e Ucraina per un accordo di pace da proporre a Mosca. Trump parla di «intesa molto vicina». Ma dal Cremlino fanno capire che è presto per appuntarsi questa medaglia. Il “niet” russo, confermato per via diplomatica dal ministro degli Esteri Lavrov, è stato preceduto da una valanga di droni e missili che hanno ucciso 7 persone, ferendone 21, spegnendo elettricità e riscaldamento in molte regioni. Secondo Kiev le forze russe hanno lanciato più di 460 velivoli senza pilota, e 22 missili nel secondo più grande attacco di novembre. L’unico protrattosi per oltre 8 ore e senza pause. Il tasso di intercettazione è alto, ma non rassicurante. In totale, secondo il ministero della Difesa ucraino, è stato neutralizzato il 94% dei droni lanciati. Ma 8 missili su 22 hanno raggiunto i bersagli distruggendo infrastrutture civili, sventrando condomini in gran parte deserti dopo che i residenti a decine di migliaia si erano rifugiati nei ripari sotterranei.
Fonti da Mosca riferiscono dell’imminente “no” al nuovo accordo in 19 punti per il cessate il fuoco redatto da Stati Uniti e Ucraina. Mosca, a quanto viene fatto trapelare non solo rifiuterà il testo ma potrebbe accusare Trump di aver mancato alla parola data. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che un piano di pace modificato, rispetto all’originale americano attribuito però a Mosca, deve riflettere «l’essenza» dell’intesa raggiunta tra Putin e Trump al vertice in Alaska. «Se lo spirito e la lettera di Anchorage vengono cancellati in termini di intese chiave che abbiamo stabilito allora, ovviamente, sarà una situazione fondamentalmente diversa», ha avvertito Lavrov confermando che contrariamente a quanto riferito dagli Usa nell’incontro di ferragosto in Alaska le due potenze avevano preso precisi e segreti accordi ora messi in discussione.
Il presidente Volodymyr Zelensky vorrebbe andare di persona a esprimere la gratitudine che Trump rivendica come un trofeo da mettere in tavola il “Giorno del ringraziamento”, quando non potrà annunciare l’immediata cessazione delle ostilità, ma l’avvio di un processo negoziale concreto. Perciò il leader ucraino ha mandato avanti i suoi diplomatici per farsi invitare a Washington proprio domani, quando potrebbe offrire a reti unificate la sua riconoscenza al tycoon e così guadagnare spazio e tempo per un negoziato più favorevole. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha dichiarato su “X” che nell’ultima settimana gli Stati Uniti hanno compiuto «enormi progressi verso un accordo di pace, portando sia l’Ucraina che la Russia al tavolo delle trattative». Quanto alle distanze, ha preferito minimizzare: «Ci sono alcuni dettagli delicati, ma non insormontabili, che devono essere risolti e che richiederanno ulteriori colloqui tra Ucraina, Russia e Stati Uniti». Il piano in 28 punti emerso la scorsa settimana aveva colto di sorpresa molti membri del governo statunitense, di Kiev e dell’Europa. Oltre a rinunciare a un assetto militare che impedisca future aggressioni russe, all’Ucraina veniva chiesto di cedere i territori controllati da Mosca e anche quelli che il Cremlino non è riuscito a conquistare in 4 anni di combattimenti. Troppo per Kiev e per i suoi principali alleati. Oltre che per gran parte della diplomazia Usa, che ha fatto trapelare irritazione per il piano mediato dall’immobiliarista Steve Witkoff, il quale anche negli ultimi giorni ha speso parole di ammirazione per Vladimir Putin.
All’alba di ieri, quando la capitale ucraina vedeva la scia a bassa quota di due missili precipitare a 980 chilometri orari, alcuni droni esca sono stati indirizzati all’interno della Moldavia e della Romania, paese Nato che ha fatto levare in volo una coppia di F-16 che ha assistito alla caduta in sicurezza dei due velivoli russi. Una provocazione che non lascia presagire un percorso negoziale a tappe forzate. «Gli obiettivi primari erano il settore energetico e tutto ciò che permette di tenere una vita normale», ha affermato Zelensky in un post sull’app Telegram. Nelle stesse ore Kiev riusciva a colpire con droni esplosivi alcuni impianti energetici nella regione di Mosca, e alcune basi navali in Crimea.
Funzionari ucraini, europei e statunitensi hanno tenuto diversi cicli di colloqui negli ultimi giorni. Ieri l’Ucraina ha confermato il suo sostegno al quadro di un accordo di pace, sottolineando tuttavia che è necessario risolvere alcune questioni delicate. «Ciò che conta di più ora è che tutti i partner si muovano insieme verso la diplomazia, attraverso sforzi congiunti. La pressione sulla Russia deve dare risultati», ha affermato Zelensky. Il segretario dell’esercito statunitense Dan Driscoll ha incontrato lunedì e ieri alcuni emissari russi ad Abu Dhabi, mentre Kiev e Washington hanno cercato di ridurre le divergenze. Se questi colloqui che coinvolgono intelligence e generali daranno frutto, come sempre in Ucraina sono pronti a scoprirlo dal volume di fuoco che Mosca deciderà scatenare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA