La Siria rinvia il voto “farsa” ma trova l'accordo sui drusi

Spartizione "per procura" del potere a Sweida tra Siria, Giordania e Usa, dove a luglio si sono registrati sanguinosi scontri armati. Slittano le elezioni promesse dall'ex jihadista al-Shara
September 15, 2025
La Siria rinvia il voto “farsa” ma trova l'accordo sui drusi
Ansa | L'autoproclamato presidente siriano Ahmad al-Sharaa con il leader turco Recep Tayyip Erdogan
Accordo per i drusi ed elezioni "farsa" rinviate a chissà quando: la Siria fa due passi avanti e uno indietro. Ieri Stati Uniti, Giordania e Damasco si sono accordati per la spartizione di potere nella regione meridionale siriana di Sweida, dove a luglio si sono registrati sanguinosi scontri armati tra forze druse (appoggiate direttamente e indirettamente da Israele) e governative. Negli incidenti sono state uccise in una settimana circa 2.000 persone, tra cui centinaia di civili, inclusi donne e bambini.
La regione di Sweida è abitata in maggioranza da drusi, vicino alla zona occupata da Israele sulle Alture del Golan e confinante con la Giordania. Il ministro degli Esteri siriano, Assaad Shaibani, ha annunciato oggi l'accordo raggiunto assieme a Washington e ad Amman dopo consultazioni con l'inviato speciale Usa Thomas Barrack e il ministro degli esteri giordano Ayman Safadi. Secondo l'intesa, composta da sette punti, la regione di Sweida rimane formalmente sotto l'autorità di Damasco e la sua sicurezza viene affidata a un capo milizia locale, Suleiman Abdel Baqi, considerato vicino al governo e ostile a Hikmat Hijri, leader religioso e politico druso con posizioni più autonomiste. I sette punti dell'intesa prevedono che le forze governative si dispieghino solo nelle strade principali da Damasco alla provincia ma non all'interno della provincia, dove le milizie di Abdel Baqi dovranno fa rispettare la "sicurezza".
Secondo osservatori locali, gli Stati Uniti hanno negoziato per conto di Israele, che chiede da tempo che la regione di Sweida non cada direttamente sotto il controllo di Damasco. La Giordania, paese satellite degli Stati Uniti, ha assicurato dal canto suo che fornirà copertura di intelligence e lascerà aperti i canali per favorire l'accesso agli aiuti umanitari a Sweida, ancora devastata dagli scontri di luglio. Il nuovo capo della sicurezza druso, Abdel Baqi, è stato incaricato tra l'altro di negoziare lo scambio delle persone rapite dalle bande rivali beduine e druse nel corso degli scontri estivi.
Le autorità siriane hanno intanto rinviato a data da destinarsi le elezioni legislative indirette, previste per il periodo tra oggi e il 20 settembre. Lo riferisce l'agenzia governativa siriana Sana. Il comitato elettorale centrale, composto da membri nominati dal leader ex jihadista Ahmad al-Sharaa (al-Jolani), ha annunciato il rinvio "entro il mese di settembre" per ragioni tecniche, "perché le candidature sono ancora in fase di studio" da parte dei comitati elettorali locali. La procedura, annunciata tra marzo e lo scorso giugno, è organizzata dalla commissione elettorale centrale che costituisce e dirige anche i comitati regionali e locali incaricati di selezionare i candidati.
Non si tratta di elezioni dirette perché il Parlamento sarà composto da 210 deputati di cui un terzo sarà nominato direttamente da Sharaa, mentre i restanti due terzi saranno eletti solo all'interno di un bacino di candidati preventivamente scelto dai comitati locali. I candidati vengono distinti formalmente in due categorie, i "competenti", o tecnocrati, e i "dignitari" che rappresentano il potere costituito locale e che saranno cooptati dal nuovo potere centrale incarnato nel leader Sharaa. La commissione ha anche il compito di pronunciarsi sui ricorsi giuridici che sorgeranno durante le consultazioni. I nuovi deputati avranno un mandato di trenta mesi, rinnovabile per altri trenta mesi fino al 2030. Un sistema che per parecchi è solo una "farsa", un evento di facciata che non aggiungerà nulla al caos istituzionale e al controllo "politico" del potere molto simile (per alcuno) a quello che per decenni ha soggiogato il Paese con il clan Assad.

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