La crisi di governo francese spiegata in 5 punti

Dal debito pubblico alla pressione dell'ultradestra fino al ruolo (debolissimo) di Macron: ecco cosa ha scatenato il caos Oltralpe
September 7, 2025
La crisi di governo francese spiegata in 5 punti
Ansa | Bayrou e Macron
Come nasce la crisi di governo che sta scuotendo le fondamenta della Quinta Repubblica francese? Questi sono i nodi da inanellare per capire cosa ha portato il premier centrista, François Bayrou, al “crash test” della sfiducia all’Assemblea Nazionale e per mettere a fuoco lo scenario in cui il presidente Emmanuel Macron si giocherà la partita di tre giorni sul futuro della Francia (e della sua carriera).

Debito pubblico alle stelle e rischio recessione

Il debito pubblico francese ha raggiunto livelli altissimi per effetto dei problemi economici innescati prima dalla pandemia di Covid-19 e poi dall’invasione russa dell’Ucraina. Nel 2019 era il 97,9% del Pil; nel 2024 è salito al 113,2%. Anche il deficit fiscale in rapporto al Pil è aumentato attestandosi nel 2024 al 5,8%. Per evitare la recessione, Bayrou ha proposto una legge di bilancio che contempla forti tagli alla spesa pubblica (e che non piace praticamente a nessuno)

La pressione continua dell’ultradestra lepenista

Forte è sul governo la pressione dell’estrema destra. Marine Le Pen, la figura più importante del Rassemblement National (ex Front National), si è detta disposta a «sacrificarsi» personalmente per farlo cadere. In caso di elezioni, infatti, non potrebbe essere candidata perché condannata per appropriazione indebita di fondi pubblici europei e giudicata ineleggibile per 5 anni. C’è lo zampino dell’ultradestra francese anche dietro le proteste indette da tempo per il 10 settembre

Il “no” ai tagli del welfare che alza la tensione sociale

Diffuso è il risentimento popolare per i tagli alla spesa sociale contemplati dalla finanziaria di Bayrou che propone, per un anno, una stretta su pensioni e sussidi di disoccupazione: nessun adeguamento all’inflazione. Indigesta è pure la proposta di abolire le festività di Pasquetta e dell’ 8 maggio. La Francia ha storicamente goduto di un sistema di protezione sociale tra i più generosi d’Europa che però non funziona più da tempo. Sul piede di guerra i sindacati.

“Macronismo” al bivio e instabilità delle coalizioni

Le forze politiche concordano sulla necessità di aumentare il peso del Parlamento rispetto all’Eliseo spianando la strada a una Sesta Repubblica. Soprattutto ora che il presidente è percepito come rappresentante di un’élite lontana dalla pancia del Paese. Instabili le ultime coalizioni di governo. I socialisti si sentono “traditi” da Macron per la nomina di un centrista come Bayrou a premier e agiscono di sponda con i Républicains. Anche questi sono però spaccati a causa di diatribe interne

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