In Cile: è testa a testa per il ballottaggio tra Jara e Karst

di Costanza Oliva
Nel primo turno delle presidenziali di ieri la candidata della sinistra ha ottenuto meno voti del previsto, la destra incalza per il voto del 14 dicembre
November 17, 2025
In Cile: è testa a testa per il ballottaggio tra Jara e Karst
Jeannette Jara/ ANSA
Tra un mese sarà un testa a testa sul filo delle migliaia di voti. Le elezioni presidenziali cilene di domenica hanno portato al ballottaggio la candidata della sinistra, Jeannette Jara che si è assestata sul 26,6 percento, e l'esponente di estrema destra, José Antonio Kast, 23,4%. I due si sfideranno per la presidenza il prossimo 14 dicembre. La campagna elettorale è stata dominata dal tema dell'insicurezza e della criminalità, che la maggioranza associa all'immigrazione irregolare.
Il presidente uscente, Gabriel Boric, si è congratulato con entrambi per l'accesso al ballottaggio. Al terzo posto si posiziona, a sorpresa, l'economista Franco Parisi del Partito del Popolo, etichettato come populista, che supera l'ultra-nazionalista Johannes Kaiser, precedentemente atteso al terzo posto dai sondaggi. Anche Parisi ha adottato una linea dura in tema di sicurezza.
"Spero di batterlo al secondo turno", ha dichiarato la candidata cilene progressista Jeannette Jara riferendosi al ballottaggio che dovrà affrontare il prossimo 14 dicembre contro il candidato di estrema destra José Antonio Kast, dopo aver ottenuto il miglior risultato al primo turno delle elezioni presidenziali.  Jara ha ammesso che i suoi risultati sono stati inferiori alle aspettative. "Si spera sempre di ottenere risultati migliori", ha detto dopo aver ottenuto il 26,6% dei voti, quando le proiezioni del suo comitato elettorale erano superiori al 28% e i sondaggi superiori al 30%.
José Antonio Kast
José Antonio Kast
"Sono sicuro che lavorando insieme con tutte le correnti della destra e del centrodestra potremo recuperare e ricostruire la nostra patria", ha detto Kast, giunto secondo al primo turno con oltre il 24% delle preferenze secondo i risultati preliminari ufficiali. "Credo che l'appello a unirci per una causa superiore come il Cile è la cosa più importante in questo momento", ha aggiunto.
Nonostante il Cile fosse storicamente tra i Paesi più sicuri del continente, l'aumento della criminalità ha spinto l'estrema destra a focalizzare la campagna su deportazioni di massa e lotta al crimine. Gli omicidi sono aumentati del 140% nell'ultimo decennio (passando da 2,5 a 6 ogni 100.000 abitanti nel 2024), e i rapimenti sono cresciuti del 76% tra il 2021 e il 2022. Secondo gli esperti, il problema principale risiede nell'arrivo della criminalità organizzata e di crimini prima sconosciuti in Cile, come gli omicidi su commissione. Questa enfasi sulla sicurezza ha soppiantato il desiderio di cambiamento che aveva portato Boric al potere quattro anni fa e la sua promessa, poi fallita, di modificare la Costituzione ereditata dalla dittatura di Pinochet. Il Cile rischia ora, per la prima volta dalla fine della dittatura 35 anni fa, di avere un governo di estrema destra.
CHI SONO I CANDIDATI
Jara è stata costretta a relegare in secondo piano i suoi piani sociali per affrontare le strategie contro il crimine. L'ex ministro del Lavoro (51 anni) ha criticato i rivali per aver "esasperato la paura" e ha promesso di affrontare la criminalità organizzata, anche tramite la revoca del segreto bancario.
Kast (59 anni), alla sua terza candidatura, ha incentrato la campagna sulla lotta contro i 337.000 migranti irregolari, in gran parte venezuelani. Promette deportazioni di massa e uno "scudo di confine" (recinzioni e fossati) per bloccare gli ingressi illegali. Il suo messaggio ha trovato riscontro nel timore generato dalla banda venezuelana Tren de Aragua, implicata in rapimenti ed estorsioni in tutto il Sud America. 
Domenica, i cileni hanno votato anche per rinnovare la Camera dei Deputati e metà del Senato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA