Condannato a 30 anni per la strage di Natale in cui morì Megalizzi
di Redazione
Audrey Mondjehi, il principale imputato nel processo per l'attacco al mercatino francese nel 2018, aveva aiutato l'attentatore ucciso poi dalla polizia. Tra le 5 vittime anche il giornalista italiano

Audrey Mondjehi, il principale imputato nel processo per l'attentato al mercatino di Natale di Strasburgo nel 2018, è stato condannato nella serata di ieri a 30 anni di reclusione, con due terzi della pena da scontare in massima sicurezza, per aver aiutato il jihadista Chérif Chekatt a procurarsi un'arma. L'imputato, 42 anni, è stato riconosciuto colpevole di associazione a delinquere terroristica, a causa della sua "stretta vicinanza" all'aggressore (ucciso dalla polizia), e perché "era a conoscenza della (sua) radicalizzazione violenta", ha dichiarato il presidente della Corte d'assise di Parigi. Cinque le vittime dell'attentato fra cui il 29enne giornalista italiano Antonio Megalizzi.
Audrey Mondjehi è stato invece dichiarato non colpevole di "complicità" in omicidi e tentati omicidi terroristici, in quanto sebbene "sapesse che il progetto criminale di Chérif Chekatt fosse in corso di realizzazione", "non ne conosceva però le modalità precise", ha affermato il tribunale. Il quarantenne, di nazionalità ivoriana, è stato condannato ad una interdizione permanente nel territorio francese. Christian H. e Frédéric B., processati per aver svolto anche un ruolo di intermediario, ma di minore importanza, sono stati giudicati colpevoli di associazione per delinquere.
Il fatto era avvenuto l'11 dicembre 2018. Chérif Chekatt, 29 anni e schedato S (elemento pericoloso), era entrato nel centro storico di Strasburgo poco prima delle 20. Armato di coltello e revolver, aveva ucciso cinque persone a caso, tra loro il diovane giornalista Antonio Megalizzi, Kamal Naghchband, 45enne proprietario di un'officina, residente a Strasburgo; Barto Pedro Orent-Niedzielski, musicista di origine polacca di 36 anni; Anupong Suebsamarn, turista thailandese di 45 anni, e Pascal Verdenne, un pensionato di 61 anni. Altre dieci persone erano rimaste ferite.
A sua volta ferito, Chérif Chekatt era fuggito in taxi, costringendo l'autista a fermarsi per curare la ferita. Quando era sceso per prendere l'attrezzatura dal bagagliaio, il tassista era risalito in macchina e fuggito lasciando il terrorista sul posto, per precipitarsi poi direttamente alla stazione di polizia. Dopo una caccia all'uomo di 48 ore, Chérif Chekatt era stato ucciso da una pattuglia nel distretto di Neudorf, a sud di Strasburgo. Un video con una dichiarazione di fedeltà allo Stato islamico venne ritrovato successivamente in una chiavetta Usb.
A sua volta ferito, Chérif Chekatt era fuggito in taxi, costringendo l'autista a fermarsi per curare la ferita. Quando era sceso per prendere l'attrezzatura dal bagagliaio, il tassista era risalito in macchina e fuggito lasciando il terrorista sul posto, per precipitarsi poi direttamente alla stazione di polizia. Dopo una caccia all'uomo di 48 ore, Chérif Chekatt era stato ucciso da una pattuglia nel distretto di Neudorf, a sud di Strasburgo. Un video con una dichiarazione di fedeltà allo Stato islamico venne ritrovato successivamente in una chiavetta Usb.
Sono stati condannati rispettivamente a cinque anni di carcere, di cui sei mesi con la condizionale, e a quattro anni, di cui un anno con la sospensione condizionale. Avendo già trascorso parte della loro pena in custodia cautelare non torneranno in carcere. Un quarto imputato, Stéphane B., è stato assolto. Secondo la corte non ha avuto "alcuna partecipazione attiva" ai fatti.
Un'associazione, da anni, è stata creata in ricordo del giovane calabrese vittima del terrore. La Fondazione Antonio Megalizzi ha lo scopo di promuovere, coordinare, organizzare e supportare le iniziative e le manifestazioni che portano avanti il sogno europeo di Antonio.
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