All'Onu si vota oggi il Piano su Gaza: che ne sarà della Striscia?
di Luca Foschi, Ramallah
La bozza di risoluzione americana delinea una gestione provvisoria del territorio: organi politici transitori, disarmo delle milizie e una «Forza internazionale di stabilizzazione». La contro-risoluzione di Mosca, appoggiata da Pechino

Il presente nel fango, il destino nel Palazzo di Vetro. Mentre l’inverno si abbatte su Gaza, nella sede centrale dell’Onu a New York si affrontano due posizioni che vorrebbero dare forme diverse all’immediato futuro della Striscia. Fonti diplomatiche hanno reso noto che oggi il Consiglio di Sicurezza voterà la bozza di risoluzione presentata la settimana scorsa dagli Stati Uniti ai 15 membri che lo compongono. Il documento descrive la costituzione degli organi politici e amministrativi provvisori, il disarmo delle milizie palestinesi e la formazione della «Forza internazionale di stabilizzazione». La risoluzione prevede un mandato fino al 2027 per il cosiddetto «Comitato della pace», un organo esecutivo presieduto dal presidente americano Trump. Contrariamente alla prima versione circolata, il testo contiene un vago riferimento a un futuro Stato palestinese. Gli Stati Uniti, accompagnati da Gran Bretagna, Egitto, Turchia, Arabia Saudita e altri Paesi a maggioranza araba e musulmana hanno chiesto venerdì al Consiglio di sicurezza «una rapida adozione».
È la chiara, repentina replica alla contro-risoluzione depositata dalla Russia di Putin (e appoggiata dalla Cina) giovedì, che mostra perplessità sul «Comitato della pace», chiede espliciti riferimenti alla soluzione a due Stati e rassicurazioni sull’integrità territoriale di Gaza. Il Guardian ha rivelato che Washington starebbe pianificando una divisione della Striscia in una zona verde, sotto controllo israeliano e internazionale, dove partirebbe subito la ricostruzione, e in una rossa che rimarrebbe disseminata di rovine. Il New York Times ha reso noto che l’inviato speciale americano Steve Witkoff incontrerà Khalil al-Hayya, il più importante negoziatore di Hamas. Sotto la pioggia incessante, che ha travolto gli sfollati nelle tendopoli, continuano i bombardamenti israeliani, in particolare nell’area di Gaza city. Insufficiente è ancora il flusso degli aiuti e tende nuove, ostacolato anche dalla chiusura dei valichi di Karem Shalom e al-Awja. In serata il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha avuto una conversazione a telefono con il presidente russo Vladimir Putin. I due, così ha riferito il Cremlino, hanno discusso l’evoluzione della situazione a Gaza, il programma nucleare iraniano e questione siriana.
Intanto In una dichiarazione pubblicata nella notte da Hamas a nome delle fazioni palestinesi, si afferma che la risoluzione presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è «pericolosa» e «un tentativo di sottomettere la Striscia di Gaza all'autorità internazionale». La dichiarazione afferma che le fazioni respingono qualsiasi clausola relativa al disarmo di Gaza o che leda «il diritto del popolo palestinese alla resistenza». Viene respinta anche qualsiasi presenza militare straniera all'interno della Striscia, che costituirebbe - viene detto nella dichiarazione - una violazione della sovranità palestinese. «Qualsiasi forza internazionale deve essere direttamente subordinata alle Nazioni Unite e operare in coordinamento con le istituzioni palestinesi ufficiali, senza la partecipazione dell'occupazione», si legge.
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