Netanyahu vuole altoparlanti su tutta Gaza per il suo discorso all'Onu

L'esercito ha espresso la sua contrarietà, per evitare di esporre i soldati a rischi non necessari. L'ufficio del premier: «Gli altoparlanti saranno su camion posti sul lato israeliano del confine
September 25, 2025
Netanyahu vuole altoparlanti su tutta Gaza per il suo discorso all'Onu
Ansa | Distruzione a Gaza City
Un atto di «guerra psicologica». Il giudizio non arriva da ambienti anti-israeliani bensì da un alto esponente delle Forze di difesa israeliane (Idf). Parlando con il quotidiano progressista Haaretz, che è su posizioni fortemente critiche nei confronti del governo e di come sta conducendo la guerra ad Hamas, la fonte ha espresso il profondo disagio dell'esercito per l'ennesimo ordine imposto dall'ufficio del premier Benjamin Netanyahu. Un ordine a dir poco agghiacciante. Netanyahu ha deciso che vengano installati altoparlanti per trasmettere in diretta alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza il suo intervento di questo pomeriggio (alle 15 italiane) all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Quell'Assemblea alla quale il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, non ha potuto partecipare perché gli Stati Uniti gli hanno negato il visto d'ingresso: ha parlato ieri in video da Ramallah, in Cisgiordania, ribadendo il riconoscimento di Israele (l'Anp lo riconosce dal 1988), la condanna di Hamas, del 7 ottobre e dell'antisemitismo, e auspicando collaborazione internazionale per un futuro di convivenza «in pace e sicurezza con i nostri vicini» attraverso il riconoscimento dello Stato palestinese («moderno e democratico», «non uno Stato armato») accanto a quello di Israele. Dal canto suo, Netanyahu e con lui tutta la Knesset (il parlamento israeliano) continuano a ribadire che «non ci sarà mai uno Stato palestinese» e minacciano l'annessione dei Territori occupati.
Da Gerusalemme, l'ufficio di Netanyahu ha dunque ordinato che le sue parole di rifiuto della soluzione dei due Stati risuonino alte e forti, dagli altoparlanti, in quella prigione a cielo aperto che è la Striscia di Gaza. Per gridare in faccia ai palestinesi «la nostra verità, la verità dei soldati, la verità degli israeliani», come ha detto il premier prima di salire sull'aereo che ieri l'ha portato a New York. Parole che pioveranno come pietre sugli attendamenti di sfollati, sulla gente in fila per il cibo, sugli ospedali chiusi o stracolmi di feriti, sugli orfani, le vedove, gli innumerevoli disabili fisici e mentali resi tali da quasi due anni di bombardamenti e dalla carenza di cure sanitarie. Parole che alimenteranno odio e vendetta, in un'escalation di violenza della quale si fatica a immaginare la fine.
Secondo l'israeliano Canale 12, l'esercito ha espresso la sua contrarietà a una decisione che esporrebbe i soldati a rischi non necessari. Dovrebbero infatti lasciare le loro postazioni per entrare in zone dell'enclave non sotto il pieno e diretto controllo dell'Idf, rischiando di diventare bersagli di Hamas. Il sito di Haaretz scrive, tuttavia, che l'esercito non si è potuto opporre e che, stamani venerdì, sta allestendo gli altoparlanti. Ma ha ottenuto che vengano installati su camion posti vicino alla recinzione di confine.
A fine mattinata Netanyahu ha confermato di aver dato istruzioni perché il suo «storico discorso» possa essere sentito a Gaza, sottolineando che i camion con gli altoparlanti saranno messi «esclusivamente sul lato israeliano del confine» affinché «questa attività non metta in pericolo i soldati dell'Idf».

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