mercoledì 11 maggio 2022
Nota per i suoi servizi dai territori occupati uccisa nel corso di scontri fra miliziani palestinesi ed esercito israeliano nel campo profughi di Jenin. La condanna della Ue
Uccisa una giornalista di Al Jazeera in Cisgiordania: si trattava di Shireen Abu Akleh, 51 anni, corrispondente per il canale televisivo con sede in Qatar dalla Palestina, dai territori occupati e da Israele

Uccisa una giornalista di Al Jazeera in Cisgiordania: si trattava di Shireen Abu Akleh, 51 anni, corrispondente per il canale televisivo con sede in Qatar dalla Palestina, dai territori occupati e da Israele - https://twitter.com/ShireenNasri

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Una giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, di 51 anni, è rimasta uccisa dopo essere stata colpita da spari alla testa nel corso di scontri fra miliziani palestinesi ed esercito israeliano nel campo profughi di Jenin in Cisgiordania. Con lei c'erano altri tre colleghi, tutti con elmetto, giubotto antiproiettile e pettorina di riconoscimento.

Appena la notizia si è sparsa, amici e colleghi hanno cominciato a radunarsi fuori dalla sua abitazione a Beit Hanina a Gerusalemme. Qui era nata 51 anni fa, in Giordania si era laureata in giornalismo e nel 1997 aveva cominciato a lavorare per al-Jazeera, la prima all news araba costituita l'anno prima, e per l'emittente qatariota copriva i Territori palestinesi occupati.

La condanna dell'Unione Europea: essenziale un'indagine indipendente

"L'Unione Europea condanna fermamente l'uccisione della giornalista palestinese-americana di Al-Jazeera, Shireen Abu Akleh, avvenuta nella Cisgiordania occupata. Le nostre condoglianze vanno alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi colleghi. Un altro giornalista, Ali Al Samoud, è stato ferito". Lo riporta un portavoce della Commissione Europea in una nota. "È essenziale che un'indagine approfondita e indipendente chiarisca al più presto tutte le circostanze di questi incidenti e che i responsabili siano assicurati alla giustizia".


Tel Aviv apre un'inchiesta.
L'autorità palestinese: "Gli israeliani prendono di mira i giornalisti per oscurare la verità"

​Le versioni dell'accaduto divergono: l'Autorità nazionale palestinese, come l'emittente qatariota, accusa i militari di averla "assassinata a sangue freddo" mentre il premier israeliano Naftali Bennett ha puntato il dito contro la "probabile" responsabilità di "palestinesi armati che stavano sparando indiscriminatamente in quel momento".

Stando a quanto riportato da Al Jazeera, testata televisiva di news, con sede in Qatar, per la quale lavorava la giornalista stessa: Shireen Abu Akleh è stata uccisa mercoledì da colpi di arma da fuoco dell'esercito israeliano nella Cisgiordania occupata. L'esercito ha però riferito che potrebbe essere stata colpita dai palestinesi mentre si scontravano con le truppe israeliane.



La giornalista 51enne, molto conosciuta e stimata, si trovava insieme al collega di al-Quds, Ali al-Samoudi, rimasto ferito alla schiena ma ora in condizioni stabili. Secondo la reporter Shatha Hanaysha, presente anche lei in auto, in quel momento "non c'erano scontri o colpi sparati da palestinesi", i soldati erano di fronte a loro e dietro c'era un muro.

Concorda con questa versione dei fatti anche un funzionario palestinese, citato da Reuters, che ha fatto sapere che Shireen Abu Akleh è stata "assassinata" dalle forze israeliane mentre documentava un'operazione delle forze armate israeliane nel campo profughi di Jenin, che ha visto intensificarsi i raid dell'esercito israeliano nelle ultime settimane.

Dal ministero della sanità palestinese è arrivata la conferma della morte di Abu Akleh e del ferimento di un secondo giornalista, il collega Ali al-Samoudi.

Si rivela in contrasto con la versione dei giornalisti testimoni dell'accaduto e presenti in auto con Abu Akleh, la dichiarazione rilasciata dall'esercito israeliano che ha sostenuto che le sue truppe avessero risposto al fuoco dopo essere state sotto il "fuoco massiccio" a Jenin e che "c'è la possibilità, ora esaminata, che i giornalisti siano stati colpiti, forse da spari sparati da uomini armati palestinesi".

A Hebron le proteste da parte di giornalisti palestinesi che tengono tra le mani un ritratto della giornalista uccisa a Jenin

A Hebron le proteste da parte di giornalisti palestinesi che tengono tra le mani un ritratto della giornalista uccisa a Jenin - Ansa

Chi era la giornalista Shireen Abu Akleh

Non c'è famiglia araba che non conoscesse la giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, uccisa a Jenin, in Cisgiordania, durante un'operazione dell'esercito israeliano. Figura di spicco del servizio in arabo dell'emittente con sede in Qatar ha raccontano la Palestina degli ultimi 20 anni.

Nata a Gerusalemme, Shireen Abu Akleh 51 anni, si iscrisse prima alla facoltà di Architettura dell'Università della Scienza e della Tecnologia in Giordania, per poi proseguire gli studi in giornalismo all'Università Yarmouk, sempre in Giordania.

La reporter, anche con cittadinanza americana, secondo quanto riferisce la tv Al-Jazeera, dopo la laurea, tornò nei Territori palestinesi e iniziò a lavorare per alcuni media locali, tra cui Radio Voce della Palestina e la tv satellitare Aman. Dal 1997 lavorava con Al-Jazeera, tivù per la quale ha svolto servizi da Gerusalemme Est sui principali eventi accaduti nei Territori, come la Seconda Intifada, ma anche sulla politica israeliana. Ad Al-Jazeera è stata tra le prime corrispondenti dal campo, diventando famosa in tutto il Medio Oriente per i suoi reportage sul conflitto israelo-palestinese.

Il collega di Al-Jazeera, il producer Ali Samodi, che era con lei a Jenin e che è rimasto ferito, ha accusato l'esercito israeliano di aver aperto il fuoco sui giornalisti in modo deliberato. “Stavamo andando a seguire l'operazione dell'esercito israeliano quando hanno aperto il fuoco su di noi", ha raccontato dopo essere stato dimesso dall'ospedale, "un proiettile mi ha colpito. Il secondo proiettile ha colpito Shireen".

In un video si vede quello che dovrebbe essere il corpo di Abu Akleh riverso a terra a testa in giù con indosso il giubbotto anti-proiettile con scritto PRESS.

La sua redazione ha pubblicato l'ultimo messaggio inviato dalla reporter all'ufficio di Ramallah questa mattina alle 6:13 (ora locale): "Le forze di occupazione stanno assaltando Jenin e assediano una casa nel quartiere di Jabriyat. Mi sto recando lì, vi darò notizie non appena il quadro sarà chiaro".


Reporter senza frontiere: la 26esima giornalista uccisa nel mondo

La reporter di Al Jazeera, Shireen Abu Aqleh è la 26ma giornalista a perdere la vita nell'esercizio della professione nel 2022. Il suo nome si va ad aggiungere all'elenco già cospicuo stilato da Reporter senza frontiere (RSF), che dallo scorso gennaio ha censito 25 giornalisti uccisi - di cui 4 donne - e due collaboratori dei media in una dozzina di Paesi. Le situazioni più critiche per gli operatori dell'informazione, qualunque sia il loro incarico, si riscontrano in Messico, uno dei Paesi in assoluto più pericolosi per chi fa questo mestiere, e in Ucraina, dallo scorso 24 febbraio teatro di un conflitto con la Russia.

In Messico ben 8 giornalisti e lavoratori nel settore dei media sono stati uccisi, in ordine cronologico Josè Luis Gamboa Arenas (10 gennaio), Alfonso Margarito Martìnez Esquivel (17 gennaio), Lourdes Maldonado Lòpez (21 gennaio), Roberto Toledo (31 gennaio), Heber Lòpez Vàsquez (10 febbraio), Jorge Luis
Camero (24 febbraio), Juan Carlos Muniz (4 marzo) e Armando Linares (15 marzo). In Ucraina sono finora 7 le vittime tra chi opera nell'informazione, che si tratti di giornalisti locali o stranieri, sul posto per documentare il conflitto: Evgeny Sakun (1 marzo), Brent Renaud (13 marzo), Pierre Zakrzewski e Oleksandra Kuvshynova (15 marzo), Oksana Baoulina (23), Max Levin (1 aprile) e Mantas Kvedaravicius (2 aprile). Nello Yemen, devastato da oltre 7 anni di guerra, due giornalisti hanno perso la vita: Marwan Al-Makradi, lo scorso 6 febbraio, e Fawaz Alwafy il 23 marzo.

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