lunedì 25 giugno 2018
Il presidente, uscente e rieletto: «Una lezione di democrazia». Alla guida del Paese da 15 anni, è il più potente leader turco dopo il fondatore Kemal
Erdogan saluta la folla dopo la conferma della vittoria elettorale sua e del suo partito (Ansa)

Erdogan saluta la folla dopo la conferma della vittoria elettorale sua e del suo partito (Ansa)

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«La Turchia ha dato una lezione di democrazia a tutto il mondo». L'autorità elettorale turca ha ufficializzato la vittoria al primo turno di Recep Tayyip Erdogan, che ha esultato per il risultato, respingendo le contestazioni di brogli delle opposizioni che hanno accompagnato la tornata elettorale.

«Spero che nessuno possa danneggiare la democrazia del nostro Paese gettando un'ombra sul sistema elettorale e sui suoi risultati per mascherare il proprio fallimento», ha ammonito il presidente uscente. Erdogan, che ha governato per 15 anni ed è stato rieletto per altri cinque anni, è il più potente leader turco dal fondatore della Repubblica, Mustafa Kemal; il voto di domenica, dopo la riforma costituzionale dell'anno scorso, segna il passaggio dall'attuale sistema parlamentare a un regime presidenziale dove nelle mani del capo dello Stato si concentra l'intero potere esecutivo, con il Parlamento molto ridimensionato.

Secondo l'agenzia di stampa statale Anadolu, Erdogan ha conquistato alle presidenziali il 52,5%, mentre per le concomitanti elezioni legislative l'alleanza dominata dal suo partito Akp ha raggiunto il 53,61%. Il principale rivale del "sultano", il socialdemocratico Muharrem Ince, si è fermato al 31,5%. Selahattin Demirtas del partito filocurdo Hdp avrebbe raggiunto oltre l'otto per cento, al terzo posto, e Meral Aksener del partito nazionalista di destra Iyi oltre il sette percento.

Una folla di sostenitori con le bandiere si è radunata fuori dalla residenza di Erdogan a Istanbul, nonché al quartier generale dell'Akp ad Ankara, dove il reis ha tenuto il suo tradizionale discorso di vittoria. «Il vincitore di questa elezione è ogni individuo tra i miei 81 milioni di cittadini», ha esultato.

Per quanto riguarda le legislative, l'Akp e l'alleato nazionalista Mhp avrebbero vinto rispettivamente 293 e 50 seggi, abbastanza per una comoda maggioranza nella Camera di 600 membri. L'Hdp avrebbe ottenuto l'11,5 percento, ben oltre la soglia minima del 10 percento necessaria, con 67 seggi che renderebbero il partito la seconda più grande fazione di opposizione nella nuova Camera.

Festeggiamenti sono scoppiati nella città di Diyarbakir a maggioranza curda, con persone in strada e fuochi d'artificio, secondo quanto raccontano i corrispondenti dell'agenzia Afp. Il successo è tanto più notevole visto che il leader Demirtas ha fatto campagna elettorale da una cella di prigione, dopo l'arresto a novembre 2016 con l'accusa di legami con militanti curdi fuorilegge.

Nonostante le "purghe" seguite al tentato golpe del 2016 e le accuse di deriva antidemocratica, Erdogan si è riaffermato con la maggioranza assoluta senza necessità di ballottaggio, seppure con un risultato inferiore rispetto alle prime previsioni, e ora promette che il nuovo sistema presidenziale sarà implementato «rapidamente», per dare il via alla nuova era di pieni poteri.

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