mercoledì 21 settembre 2022
“Fermi contro Putin, Italia resterà con Ue e Nato” così davanti all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. L'appello a restare uniti, a non dividersi in Nord e Sud
Draghi: intervenire al fianco di Kiev è stata l’unica scelta possibile

Ansa

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A quattro giorni dalle elezioni, Mario Draghi dall’Onu traccia il bilancio dell’operato del suo governo sul fronte internazionale. Il presidente del Consiglio ha in mente soprattutto la guerra in Ucraina, sulla quale non ha dubbi: intervenire al fianco di Kiev è stata l’unica scelta possibile, l’unica morale, nonostante il prezzo che l’Italia sta pagando in termini di difficoltà di approvvigionamento energetico.

Le responsabilità del conflitto sono chiare e di una parte sola — ha detto il premier nella notte —. L'invasione dell'Ucraina viola i valori e le regole su cui da decenni poggia la sicurezza internazionale, la convivenza civile tra Paesi”.
Da febbraio — ha continuato — “abbiamo assistito a bombardamenti di teatri, scuole, ospedali; a violenze e soprusi nei confronti di civili, di bambini; al tentativo di soggiogare una democrazia libera e sovrana, che ha reagito con orgoglio e coraggio. Aiutare l'Ucraina a proteggersi è l'unica scelta coerente con gli ideali di giustizia e fratellanza che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite”.

Ma proprio perché l'aggressione russa e le crisi che ne derivano, alimentare, energetica, economica mettono a rischio gli ideali collettivi come raramente era accaduto dalla fine della Guerra Fredda, Draghi considera una “responsabilità collettiva” trovare soluzioni a questi problemi con urgenza e soprattutto unità. “Non possiamo dividerci tra Nord e Sud del mondo — ha detto nel suo intervento che ha chiuso la prima giornata di dibattito di apertura della 77esima assemblea —. Dobbiamo riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest'aula".

Draghi ha citato ancora l’Italia, guidata dal suo esecutivo, come esempio di Paese che, insieme agli altri membri dell'Unione Europea, agli alleati della Nato e del G7, crede in un sistema internazionale basato sulle regole e sul multilateralismo. "Insieme, abbiamo risposto alle richieste del presidente Zelensky, perché un'invasione militare pianificata per mesi e su più fronti non si ferma con le parole. Abbiamo imposto sanzioni dirompenti alla Russia, per indebolirne l'apparato militare e convincere il presidente Putin a sedersi al tavolo dei negoziati”. Proprio in nome di un multilateralismo più efficiente e rappresentativo, Draghi ha sostenuto con forza la necessità di riformare il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Ma guardare avanti significa liberarsi dalla morsa dei ricatti energetici di Mosca, senza dimenticare la sfida della lotta al cambiamento climatico. "La guerra in Ucraina ha ridisegnato la geografia energetica e con essa il quadro geopolitico — ha ricordato il primo ministro —. L'Unione Europea è destinata a guardare sempre più verso sud e l'Italia vuole essere un ponte verso il continente africano". Da dove, ha concluso, può arrivare la risposta alla crisi energetica: “L’Italia ha dimezzato la sua dipendenza dal gas russo e conta di diventarne indipendente dal 2024”, grazie anche a accordi con Algeria, Angola, Repubblica del Congo. “Vogliamo sviluppare insieme tecnologie verdi — ha detto il premier —, mettere l'Africa al centro della transizione ecologica”.

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