Da Newman a Leone, una luce gentile come guida
Papa Leone dà nuovo impulso al patto educativo arricchendo la costellazione con tre priorità: la vita interiore, il digitale umano, la pace disarmata e disarmante

Con la Celebrazione Eucaristica del 1 novembre scorso, durante la quale Papa Leone ha proclamato San John Henry Newman Dottore della Chiesa e copatrono dell’educazione, si è chiusa la settimana del Giubileo del mondo educativo. Una settimana ricca di iniziative, convegni, seminari, presentazioni di esperienze emblematiche, in cui migliaia di studenti, insegnanti, educatori hanno dato vita a una vera e propria Agorà dell’educazione, guidata dal magistero di Papa Leone che a sessant’anni dalla dichiarazione conciliare Gravissimum educationis ha voluto donare al mondo dell’educazione la Lettera Apostolica Disegnare nuove mappe di speranza. Incontrando studenti e educatori ha proposto alcune riflessioni che rilanciano e arricchiscono il Patto educativo Globale voluto da Papa Francesco e propongono una suggestiva prospettiva pedagogica attraverso la metafora delle costellazioni educative. Una immagine semplice ed efficace che ci parla di una luce gentile, come l’ha definita san J. H. Newman in una sua nota preghiera. «È compito dell’educazione ‒ scrive Papa Leone nell’omelia del 1 novembre ‒ offrire questa Luce Gentile a coloro che altrimenti potrebbero rimanere imprigionati dalle ombre particolarmente insidiose del pessimismo e della paura».
Luci come stelle che disegnano costellazioni educative, costellazioni di speranza. Una immagine che bene descrive una delle principali sfide educative del nostro tempo: aiutare i giovani ad alzare lo sguardo per scrutare il cielo, per sognare nuovi approdi. I giovani, come moderni argonauti, alla ricerca di un orizzonte di senso, cercano una luce che possa orientare la navigazione alla ricerca del significato autentico dell’esistenza. Nella notte, quando ogni altro riferimento viene meno, scrutare il cielo, guardare le stelle permette di orientarsi e disegnare nuove rotte. I giovani naviganti hanno bisogno di adulti significativi che sappiano essere “luci gentili” in grado di illuminare il cammino. L’invito è a sollevare lo sguardo, rivolgendolo verso l’alto e verso l’altro. I giovani spesso oggi sembrano navigare su zattere che rischiano di essere trascinate dalle correnti. Perché le imbarcazioni non vadano alla deriva è necessario che gli adulti che hanno responsabilità educative non solo insegnino a riconoscere le costellazioni, ma diano strumenti per la navigazione, insegnino ad issare le vele e a manovrare il timone per dare una direzione al viaggio. Per questa ragione è necessario stabilire una alleanza educativa tra le generazioni rinnovando il patto educativa globale voluto da papa Francesco, una “stella polare” come l’ha definita papa Leone. Il 12 settembre 2019 Francesco aveva rivolto un invito per la costituzione di un Patto educativo globale «per ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta e inclusiva, capace di un ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione. Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna» e successivamente aveva proposto un impegno specifico per approfondire 7 questioni fondamentali: mettere al centro la persona; ascoltare le giovani generazioni; promuovere la donna; responsabilizzare la famiglia; aprire all’accoglienza; rinnovare l’economia e la politica; custodire casa comune.
Papa Leone, propone di dare nuovo slancio e nuovo impulso a questo patto arricchendo la costellazione educativa con tre priorità che riguardano: la vita interiore; il digitale umano; la pace disarmata e disarmante. Dalla consapevolezza del potere trasformativo dell’educazione, un potere che non si impone, un potere umile che si mette al servizio integrale della persona e della comunità, papa Leone, nella lettera apostolica “Disegnare nuove mappe di speranza”, chiede: «alle comunità educative: disarmate le parole, alzate lo sguardo, custodite il cuore». L’invito rivolto ai giovani è ad avere «l’audacia di vivere in pienezza», di essere una «generazione plus», una generazione che non si accontenta di essere spettatrice di ciò che accade, ma desidera essere protagonista. I giovani hanno risposto con entusiasmo mettendo in gioco i propri desideri, chiedendo di essere aiutati a coltivare la vita interiore da adulti che sappiano essere testimoni credibili con cui confrontarsi per trovare la propria strada nel mondo, insegnanti che siano disposti a «compromettersi» nella relazione educativa, educatori che sappiano aprire le porte del futuro perché sogni, desideri, progetti possano trovare dimora, luci gentili che disegnino nuove mappe e permettano nuove rotte. «Per questo vi dico: siete chiamati ad essere Truth-speakers e peace-makers, persone di parola e costruttori di pace […] Insieme ‒ ha detto Leone XIV agli studenti partecipanti al Giubileo del Mondo educativo il 30 ottobre scorso ‒ possiamo fornire costellazioni educative, che orientano il cammino futuro».
Preside della Facoltà di Scienze della formazione, Università Cattolica del Sacro Cuore
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