Le paure dei genitori, le ferite dei figli: quando l'ansia entra in famiglia

Fobie e ipocondria colpiscono oggi una persona su tre e spesso sconvolgono anche la vita familiare. Dietro sintomi fisici apparentemente inspiegabili si nascondono dolori taciuti, relazioni complesse. Viaggio nelle nuove fragilità
November 3, 2025
Il personaggio “Ansia” inserito nel sequel di Inside out della Disney-Pixar
Il personaggio “Ansia” inserito nel sequel di Inside out della Disney-Pixar
Ansia, fobie, attacchi di panico sono oggi sempre più diffusi. Se si tiene conto delle nevrosi, anche lievi, questi disturbi coinvolgono circa il 30% della popolazione, secondo i dati del Centro studi del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi. In sostanza, all’incirca una persona su tre viene considerata “malata” e quindi un po’ “folle”. L’ipocondria può essere definita la paura eccessiva per la propria salute, che porta a concentrarsi sul proprio corpo e sui suoi segnali. Un disturbo che può avere un impatto pesante nella vita degli individui, nelle relazioni personali, nel lavoro e nella sfera familiare. Basti pensare che può causare crisi fra i genitori ed è fonte di forti preoccupazioni verso i figli che spesso non si sa come aiutare.  Così, anche il battito cardiaco accelerato o una fitta penetrante, possono nascondere un disagio psicologico. Come ci riporta la storia di Mauro. Il padre muore quando lui ha quindici mesi. Benché all’epoca sia un neonato, può sentire tutto il dolore della sua mamma per la perdita del marito. Il lutto sconvolge questa ragazza di ventun anni al punto da indurirle il cuore. Nonostante sia giovane e attraente la donna decide di non sposarsi mai più. Mauro partecipa alla fatica della mamma che, senza un soldo e con lui piccolo, deve rimboccarsi le maniche e accettare lavori umilissimi. Dopo un certo periodo la donna inizia una relazione con Giovanni che è un uomo sposato, dal carattere forte e in fuga dalla famiglia da cui si sente incatenato. Mauro soffre sia per la relazione della mamma che ha il ruolo dell’amante, sia per la mancanza del padre che non ha mai conosciuto. In questo modo vive un conflitto doloroso che gli provoca una serie di attacchi di panico e interferisce con la sua vita affettiva. Soltanto con l’aiuto della psicoterapia e ripercorrendo la sua storia, Mauro è riuscito a liberarsi dalla rabbia, a riappropriarsi della sua vita, a trovare un equilibrio e a mettere fine agli attacchi di panico. Daniela, invece, a 28 anni è l’incubo del suo medico curante a cui racconta tutti i minimi sintomi, come una bambina impaurita. La donna vive con una madre energica ed esigente e un padre introverso con un disturbo del linguaggio che lei accudisce quotidianamente. Inoltre, frequenta un gruppo di amici sposati e con figli, orgogliosi dei propri successi, dei viaggi in paesi esotici e della loro esistenza dorata. Anche al lavoro poche soddisfazioni. Come ricercatrice all’università è sfruttata dal professore ordinario, che le chiede ore e ore di lavoro extra per i suoi studi accademici e la sua vita personale. Oppressa da un lato dall’affetto per i genitori e dall’altro umiliata dal modello sociale degli amici e da un ruolo lavorativo che non la riconosce, la ragazza ha momenti di forte rabbia verso la madre che le ordina commissioni di ogni tipo, lampi di invidia nei confronti degli amici e un forte odio per l’ambiente universitario. In questo modo ogni minimo disturbo intestinale, ogni accelerazione cardiaca, ogni sensazione di svenimento si traduce in indici di una malattia mortale. Questa giovane donna è ipersensibile e iperfunzionale. Con la sua attività emotiva si oppone alle relazioni umilianti, ma la sua protesta non è mai maturata a causa della sua coscienza, intessuta di valori perbenistici che la obbligano alla compiacenza e alla sottomissione. Grazie alla presa di coscienza di questi stati d’animo Daniela è riuscita a incanalare la sua rabbia e a ritrovare la serenità.
«Per natura siamo animali ansiosi e coscienti della nostra vulnerabilità – spiega lo psicologo -. Le fobie sembrano paure irrazionali, in realtà sono rappresentazioni psicologiche che impongono una richiesta di aiuto. Il disturbo ipocondriaco, la paura di stare male può essere più o meno grave. Nel caso di un’ipocondria lieve ci si può rivolgere al medico di base per risolvere la situazione. Quando un figlio ha questo tipo di problema occorre tranquillizzarlo, anche con una visita medica o un esame. Di fronte a un’ipocondria ossessiva occorre chiedere aiuto a uno specialista perché può degradare la vita e rendere difficile quella familiare. Infine, esiste anche l’ipocondria delirante in cui la persona è totalmente fuori controllo, che può essere molto pericolosa e che richiede l’aiuto degli psicofarmaci».  Per lo psicologo e psicoterapeuta Nicola Ghezzani l’ansia non è un fenomeno organico, ma ha origini irrazionali, spesso antiche: «L’uomo è un animale ansioso perché è l’unico animale che sa di non potersi fidare dei propri simili, perché intuisce nel simile il proprio nemico. L’istinto predatorio del simile che negli animali è accolto come una fatale ovvietà, per l’uomo occidentale, impregnato dei miti della civiltà democratica e dei diritti individuali è una rivelazione penosa, provocata dalla caduta traumatica di un velo di illusioni». Viviamo in un’epoca in cui sta dilagando l’ansia psicosociale dovuta al fatto, come spiega lo psicologo, che la nostra società è fondata sui miti del successo e della solidarietà che non possono mai essere realizzati pienamente. «Il disturbo è equamente distribuito fra i sessi – spiega Ghezzani -. Colpisce soprattutto persone fra i 40 e i 60 anni, età in cui si è più soggetti a pressioni sociali performative». E conclude: «Gli individui che si ammalano sono quelli che più avvertono la contraddizione fra i bisogni radicali di cui sono portatori e la coercizione morale cui sono vincolati. Sono portatori di doni neurobiologici come l’empatia, la sensibilità morale, l’immaginazione e l’intelligenza previsionale. Una volta liberi dall’ansia patologica, si rivelano sempre come individui iperfunzionali, capaci di compassione e di visioni del mondo alternative, capaci di rappresentare con la loro stessa vita le esigenze inconsce dell’umanità». Storie, approfondimenti e riflessioni sull’ipocondria sono raccontate da Ghezzani nel libro Ipocondria, la paura di ammalarsi, di morire, di impazzire, appena uscito per Franco Angeli (152 pp. 22 euro).

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