Genitori, educarsi per educare. La sfida della Calabria
A Cassano all’Ionio il progetto “l’Appetito Vien Studiando” parte dai piccoli per allargarsi alle esigenze economiche, sanitarie e relazionali di mamme e papà. E la lista d’attesa s'allunga

Al fianco dei figli… e dei genitori. Da cinque anni nel centro storico di Cassano all’Ionio, nel cuore della Calabria, batte un cuore grande così che aiuta tutta la famiglia. È un servizio di ascolto, orientamento e sostegno inserito nel progetto “l’Appetito Vien Studiando” realizzato grazie ai fondi dell’8xMille Cei oltre che all’impegno della diocesi ionica (provincia di Cosenza) guidata dal vescovo Francesco Savino, vice presidente della Cei. I piccoli sono il ponte attraverso cui gli operatori de “l’Appetito” riescono a raggiungere mamme e papà in difficoltà al pari dei ragazzi. Gli interventi, almeno per ora, sono destinati solo alle famiglie dei minori seguiti dal progetto socio-educativo messo in cantiere dalla Caritas diocesana. Il Centro conta su un pedagogista e uno psicologo psicoterapeuta. E, spiega la responsabile Angela Marino, «segue ventotto nuclei del progetto “L’Appetito vien studiando” che ha una lista d’attesa d’oltre quaranta minori con venticinque famiglie. Un dato che, più di ogni altra cifra, restituisce l’urgenza e l’efficacia di questo presidio.
Angela Marino racconta perché nel 2020 si pensò di affiancare questo Centro ai servizi de “l’Appetito vien studiando” destinati ai piccoli. «Fu la risposta a un insieme complesso di bisogni emersi sul territorio: difficoltà genitoriali e relazionali, situazioni critiche legate a separazioni o nuove nascite, scarsa conoscenza delle misure di sostegno economico, isolamento sociale, ma anche trascuratezza sanitaria dovuta a condizioni economiche precarie. A queste fragilità il Centro risponde con un approccio multidimensionale e personalizzato. Offre colloqui di ascolto e consulenza educativa, supporto nell’accesso a bonus e contributi, accompagnamento alla ricerca attiva del lavoro (in collaborazione con il Progetto Policoro), percorsi educativi per genitori e figli, interventi di prevenzione sanitaria: giornate dedicate a visite gratuite (dentistiche, oculistiche, ginecologiche, ecc.), screening, consulenze specialistiche e, in casi di particolare bisogno, contributi economici per cure urgenti. Tutto ciò avviene in un contesto accogliente, familiare e attento alla dignità della persona. Il Centro – prosegue la responsabile - opera in una prospettiva di prevenzione primaria. Inserito all’interno del progetto “L’Appetito Vien Studiando”, si configura come un presidio di prossimità capace di intercettare precocemente segnali di disagio, costruendo relazioni di fiducia e percorsi personalizzati».
C’è attenzione all’aspetto sanitario oltre che a quello educativo e relazionale. Lo raccontano gli operatori: «Promuoviamo la cultura della salute attraverso screening gratuiti e attività di sensibilizzazione, contrastando la tendenza – diffusa tra le famiglie in difficoltà – a rimandare o rinunciare alle cure. Il servizio, inoltre, affronta con determinazione il tema dell’uso precoce e disfunzionale delle tecnologie digitali nei minori, coinvolgendo i genitori in laboratori formativi per accompagnarli a una gestione più consapevole dei dispositivi e dei contenuti online. È proprio questa capacità di lavorare “prima”, nel quotidiano, che consente al Centro di prevenire il passaggio da fragilità a emergenza».
Se i risultati sono già subito importanti, lo sono ancora di più in prospettiva. «La visione è costruire una comunità educante, capace di prendersi cura delle relazioni e di rigenerare legami solidali e responsabili. Auspichiamo famiglie più consapevoli e meno sole, in grado di affrontare con competenza e fiducia le sfide educative, sanitarie e sociali della quotidianità. Desideriamo superare la logica dell’intervento “a problema conclamato” e promuovere una cultura della prevenzione, dell’accesso spontaneo ai servizi, della partecipazione attiva e corresponsabile. Nel lungo periodo, immaginiamo un territorio in cui il Centro per le Famiglie diventi un punto di riferimento stabile, riconosciuto e vissuto dalle famiglie del progetto non solo nei momenti critici, ma come luogo di crescita, confronto e costruzione di futuro», sigilla Angela Marino.
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