Dalle stelle
Le canzoni e i desideri di Natale: ma i figli crescendo realizzano i sogni che i padri hanno su di loro? E il loro futuro, quello che sognano per se stessi?

«It's the most wonderful time of the year/ With the kids jingle belling/ And everyone telling you be of good cheer». E io, invece, odio il Natale. Non certo come festività religiosa ma per tutta quell’aria che, freneticamente, diventa inquinata. Dentro e fuori il nostro corpo… altro che «il periodo più bello dell’anno»!
Però me ne sono stato bello zitto sul tema quando mia figlia – svegliatasi di buon umore, con una strana voglia di Natale anticipata (era un sabato mattina del mese scorso) – mi ha invitato davanti al suo specchio per uno dei nostri migliori giochi del passato: cantare in perfetto inglese (dove lei è imbattibile) con un microfono immaginario in una mano e con l’altra mimando le parole (dove io, a volte, riesco a metterla in seria difficoltà, quando riesco a capire il testo). «All I want for Christmas is you» urla Giada pensando ancora alla sua prima «storia» con un coetaneo. «Che io» – e questo ricordo nitidamente di averlo già detto tempo fa anche ad Edoardo, quando a 12 anni mi ha confidato di essersi «fidanzato» – «alla tua età giocavo ancora con le figurine»!
Arriva il mio turno per scegliere il brano ed ecco «Last Christmas»: uno dei veri miracoli del Natale è che certe canzoni che ci hanno profondamente segnato l’ adolescenza le conoscono anche «loro» che nel 1984 non esistevano lontanamente neppure nei nostri sogni, presi come eravamo allora da altri problemi esistenziali di tipo cardio-circolatorio (ovvero: ti ho donato il mio cuore e lo hai buttato via, me lo sono ripreso dentro il bidone dell’immondizia e l’ho rimesso in circolazione, scoprendo che batteva ancora più forte. Tiè). Problemi che evidentemente rimangono un evergreen.
Ma quando la musica finisce vengo trafitto da un altro ricordo, più recente: le canzoni natalizie di quel Dicembre in cui, nel cortile della loro vecchia scuola, osservavo il filo colorato che teneva legato ai polsi di Giada e Edoardo uno «wish», piccolo bigliettino sul quale ciascun bambino aveva scritto – pensando non a sé stesso ma agli altri – un proprio desiderio per un mondo migliore. Ma più che con l’inglese, alle elementari dovrebbero iniziare con i rudimenti del latino, per spiegare la bellezza di quel nome che porta con sé qualcosa che viene «de sidera», dalle stelle…
Cosa desidero per il futuro dei miei figli è al momento una domanda per me troppo grande per essere contenuta, insieme alla sua risposta, in queste poche righe. Ora che ci siamo ormai lasciati alle spalle anche la tradizionale processione familiare del 24 dicembre fino alla cassetta postale più vicina a casa (passando dal solito tabaccaio per chiedere, con sempre meno stupore con il passare degli anni, «quanto costa il francobollo per il Polo Nord?»), mi sembra più facile iniziare a chiedere ad Edoardo e Giada questo: come si è trasformato quel vostro desiderio, in questo Natale?
Mi piacerebbe immaginare di sentire il suono di questa risposta, nel silenzio dei vostri cuori: non tanto continuare a chiedere conto al babbo (natale) di turno ma iniziare a preparare il terreno, dentro di voi, per un sentimento nuovo. Ammirarne il germoglio al microscopio prima di iniziare a dargli il nome che gli è proprio: gratitudine. Per quanto ricevuto, a volte anche per quello che non abbiamo richiesto in una letterina, pur affrancata di tutto punto e spedita con amore.
N.N.
[6 - continua, forse. Qui le puntate precedenti]
Ci sono momenti in cui ci sembra di non sapere più nulla, e il nostro essere padri diventa sconosciuto. Ignoto, prima a noi che ai nostri figli.
Nella tua esperienza attuale, quale è il tuo desiderio di padre per il futuro dei tuoi figli?
Cosa pensi possa essere desiderabile per la loro crescita?
Cosa invece desiderano i tuoi figli, pensando al proprio futuro?
Se vuoi, puoi scrivere a ilpadreignoto@gmail.com e condividere le tue riflessioni ed esperienze. Contiamo di pubblicarle così da costruire uno spazio di confronto a più voci che sia utile a tutti.
Nella tua esperienza attuale, quale è il tuo desiderio di padre per il futuro dei tuoi figli?
Cosa pensi possa essere desiderabile per la loro crescita?
Cosa invece desiderano i tuoi figli, pensando al proprio futuro?
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