Ci vorrebbe un amico

di Sofia
La newsletter per tutta la famiglia, numero #3
November 17, 2025
La schermata del sito Friend.com
La schermata del sito Friend.com

Numero #3 | 9.11.2025

Avrai sentito anche tu della storia di papà Nathan e mamma Catherine, che hanno deciso di vivere isolati tra i boschi dell'Abruzzo coi loro tre figli piccoli. Nessuno sapeva della loro esistenza fino a un anno fa, quando un'intossicazione di funghi ha costretto la famiglia a uscire allo scoperto e chiedere aiuto. Di lì, la tribolata vicenda giudiziaria che è tornata a far parlare di sé sui giornali in questi giorni, con la Procura per i minorenni dell'Aquila convinta che i bambini vivano in una situazione di inaccettabile degrado e che debbano essere allontanati dai genitori, e con mamma e papà pronti invece a tutto per difendere la propria scelta di vita, presa liberamente e consapevolmente – dicono – nell'interesse dei piccoli.
I nostri figli giocano nel cortile, è forse peggio che tenerli chiusi in una stanza con lo smartphone?
– Papà Nathan
Questa frase l'abbiamo letta a newsletter iniziata, quando in redazione avevamo già deciso di occuparci di amicizia e di solitudine per il terzo numero di Sofia (a proposito, se hai perso gli altri due clicca qui e poi qui). Vale la pena tenerla a mente, e meditarci un po'.
Noi intanto cominciamo.

Ci vorrebbe un amico

Il sito Friend.com si apre con la schermata che vedi qui sopra. Nessun menù a tendina o contenuto aggiuntivo: la pagina fa solo una cosa, ti propone uno spazio dove mandare un messaggio al “tuo nuovo amico” e più in basso ti mette a disposizione un “tap” per inviarlo. A chi? A un chatbot, cioè a una delle tante intelligenze artificiali ormai a portata di clic che promette di ascoltarti, consigliarti, magari anche consolarti. L'azienda che se l'è inventata – anche lei si chiama Friend – è finita sui giornali e i siti d'informazione d'oltreoceano (e su qualcuno qui in Italia) perché si è spinta oltre: insieme al chatbot online, cioè, ha messo in vendita un simpatico aggeggino che assomiglia in tutto e per tutto a una cimice e che l'acquirente dovrebbe indossare a mo' di collana per parlare con il fantomatico nuovo amico. Parlargli sempre: mentre va a scuola, o al lavoro, mentre corre o mangia o cucina.
Inutile dirti che la cosa ha sollevato un polverone di polemiche. Le condensiamo in un paio di domande semplici semplici: siamo sicuri di esserci talmente evoluti tecnologicamente parlando da non avere più bisogno dei nostri cari, degli amici, di relazioni vere? E soprattutto, perché mai sta succedendo?
La verità è che – non ci sono social network, amici su Facebook o followers su Instagram che tengano – siamo sempre più soli. L'ultima fotografia scattata dall'Ocse offre una panorama sconfortante dei rapporti sociali: poco più di 6 persone su 10 hanno contatti quotidiani coi propri familiari e amici (vent'anni fa erano quasi 8 su 10), mentre per gli altri quei contatti sono limitati a una volta a settimana (3 su 10) o non ci sono proprio (1 su 10). Quest'ultimo numero è il più inquietante di tutti. Per chiarire: dice che in una città come Milano, che conta su un milione e 350mila abitanti, ci sono 135mila persone che non parlano, non incontrano fisicamente e quindi non si confidano con nessuno. Nemmeno con i propri genitori, figli o fratelli. Completamente sole.
Difficile dire dove tutto sia iniziato, se proprio con le tecnologie, con l'uso forzato e smodato che ne abbiamo fatto durante il Covid e dopo, oppure se ancora prima siano stati il benessere diffuso, il consumismo, le libertà e le possibilità individuali che moltiplicandosi per assurdo hanno finito col dividerci. E rieccoci al “nuovo amico” sempre disponibile, il chatbot. Che un amico non è affatto, piuttosto è la risposta del mercato tecnologico alla solitudine, la relazione umana trasformata in servizio on demand e delegata a un algoritmo creato appositamente per dire sempre di sì. Peccato che i bambini e i ragazzi (ma sempre più spesso anche gli adulti) non abbiano gli strumenti per capirlo: così, nella solitudine all'ennesima potenza delle relazioni artificiali, si finisce col perdere il contatto con la realtà e con se stessi, innamorandosi di qualcuno che non c'è magari, o arrivando a togliersi la vita persino, perché nessuno dall'altra parte lo ha impedito.
Dei rischi vertiginosi di tutto questo, ora, sembrano aver preso atto gli stessi creatori di chatbot, decidendo di inserire divieti stringenti per chi ha meno di 18 anni, oltre che filtri, strumenti di formazione per l'utente, avvertenze (è il caso della famosa azienda Character.ai). Non basterà. Serve piuttosto che con le relazioni ricominciamo tutti quanti a sporcarci le mani, anche se sono complicate, difficili e anche se nel relazionarsi con qualcuno in carne ed ossa corriamo il rischio (che meraviglia!) di scoprire che la pensa diversamente da noi, che esistono tanti punti di vista sulle cose, che i sentimenti e le emozioni si nutrono del contatto con le persone e in definitiva che gli altri ci sono, che non siamo affatto soli.
La famiglia è il primo posto dove questo deve continuare ad accadere: non lasciare porte chiuse, non limitarti a un messaggio WhatsApp per le comunicazioni a meno che non siano di servizio, lascia giù anche tu il maledetto smartphone come chiedi di fare ai tuoi figli.
Parla, ridi, litiga, gioca. Per favore.
Senza ritirarti a vivere in un bosco.

🧰 La cassetta degli attrezzi

A metà tra la bussola e l'archivio
Sappiamo ancora cosa significa essere amici di qualcuno? Sì, ma è come se lentamente lo stessimo disimparando. Ricapitoliamo.
Dati: una persona su 6 nel mondo soffre di solitudine, una su 3 nel caso degli anziani. Non va meglio agli adolescenti: il 25% si sente solo, anche in mezzo agli altri. Negli Stati Uniti il 72% dei ragazzi tra i 13 e i 17 anni ha chattato almeno una volta con un chatbot, il 33% ha indicato di usarlo per interazioni sociali o relazioni vere e proprie.
Rischi: isolamento, relazioni virtuali, paura dell’intimità, amicizie strumentali, dissociazione, disagio, disturbi del comportamento.
Opportunità: amicizia come dono reciproco, come scuola di empatia e perdono.
Risorse: testimonianze, letture, esperienze di “amicizia sociale” (un termine su cui papa Francesco è tornato nell'enciclica Fratelli tutti).
Come si coltiva allora l'amicizia, anche in famiglia?
Questo è il momento per fermarti e immergerti nella nostra raccolta di domande e risposte di senso fatta apposta per te. Ti ricordiamo che è una lettura lunga e complessa: tienila cara, leggila con calma nelle parti in cui può esserti utile, ragionaci.

🖋️ Scritto in piccolo

Lo spazio a misura di bambino
Gli amici – capita più spesso di quanto vorremmo – possono tradirci. Lo ha scoperto, con esiti tragici, Carolina Picchio, morta suicida a 14 anni, vittima della cattiveria di quelli che lei chiamava amici. E che gli inquirenti hanno chiamato cyberbulli, definizione prima sconosciuta ai più. La storia di Carolina, il suo papà Paolo la racconta nel libro Le parole fanno più male delle botte (De Agostini) che PopUp, il nostro mensile dedicato ai ragazzi, propone insieme a un servizio sulle attività della fondazione che di Carolina porta il nome.
Popotus, che è dedicato ai più piccoli, ha invece una novità da ascoltare: una nuova serie di podcast in cui scienziati di diverse discipline diventano amici dei bambini raccontando la loro “Bella scoperta”. Si comincia con Cristiano Dal Sasso, paleontologo al Museo di storia naturale di Milano, che ha scoperto Ciro, il primo dinosauro rinvenuto in Italia e il meglio conservato d’Europa.

📱 Chi ti influencer?

Famiglie sui social e in Rete, tra show e realtà
Prima dei chatbot, prima dei messaggi vocali e delle chat notturne, c’era il diario. Il primo amico vero, quello a cui si poteva dire tutto senza paura di essere giudicati. Pagine storte, segreti, cuori trafitti, rabbie minuscole: così i bambini imparavano a parlarsi, a conoscersi, a non sentirsi soli. Oggi una pagina Instagram, I diari dei bambini, riapre quei quaderni e ci ricorda che l’amicizia più importante – anche da adulti – inizia proprio lì: dal saper ascoltare la propria voce. L'idea è venuta a due giovani amiche, Agnese e Clementina, che noi abbiamo incontrato.
Agnese Girelli e Clementina Frascarelli sono le ideatrici del canale Instagram “I diari dei bambini”    
Agnese Girelli e Clementina Frascarelli sono le ideatrici del canale Instagram “I diari dei bambini”    

⌛ Tempo al tempo

Cose da leggere, vedere, ascoltare e fare in famiglia
• Stare da soli fa anche male alla salute. L'Organizzazione mondiale della sanità, che nel 2024 ha dichiarato una vera e propria epidemia di solitudine, ha quantificato gli effetti della mancanza di connessioni sociali sulla mortalità: equivale al fumo di 15 sigarette al giorno (no, non è uno scherzo).
• Nello studio dell'Ocse di cui abbiamo parlato poco fa, emerge anche che a stare da soli sono sempre più spesso i giovani maschi (che ne dici, tu, il dato avrà a che fare con l'incapacità crescente di intrecciare relazioni sane con le femmine e con l'aumento delle violenze di genere?). In ogni caso, a questo proposito devi leggere la storia di Joseph Allen e del corso di relazioni che si è inventato per i suoi coetanei, negli Stati Uniti.
• Una bella riflessione sull'intelligenza artificiale, l'uso delle parole e la coscienza del mondo l'ha fatta proprio in questi giorni Vincenzo Ambriola sulle pagine di Agorà, la sezione culturale di Avvenire. Un'altra, che non puoi perderti, è quella di Paola Bignardi sul perché i giovani vanno sempre meno a Messa chiedendoci, quando ci andiamo noi grandi, di restare a casa: c'entra anche in questo caso una relazione, quella con la Chiesa e con Gesù.
• C'è anche un bel film uscito (pensa un po') nel 2013 e intitolato Her che parla di relazioni e chatbot. Lo interpreta un intenso Joaquin Phoenix e secondo noi vale la pena d'essere visto. 
• Ti abbiamo chiesto di tornare ad avere il coraggio di stare dentro relazioni reali con chi ti sta accanto, nonostante spesso sia difficile. Chi da molti anni sostiene che la conflittualità con l'altro (tra genitori e figli soprattutto) sia non solo governabile, ma anche generativa in termini educativi, è il pedagogista Daniele Novara. Proprio in questi giorni è tornato a parlarne a Piacenza in un convegno di cui abbiamo scritto: se vuoi approfondire il tema, fatti un giro qui.
• A proposito di come gestire relazioni difficili, una narrazione a due voci tra satira e psicologia invita ad affrontare con leggerezza – e un pizzico di ironia – i piccoli e grandi drammi della quotidianità in famiglia. Famiglia ed altre cose velenose è il podcast un po' dissacrante della storyteller Arianna Porcelli Safonov, realizzato con il contributo della psicoterapeuta Ilaria Cadorin. Otto episodi – debuttati il 6 ottobre 2025 su RaiPlay Sound – che mescolano riflessione clinica e humour, per trasformare i sassolini (o, in certi casi, i macigni) dei rapporti familiari in occasioni di consapevolezza.
• “Comportati da amico” è lo slogan utilizzato dall'Autorità del trasporto pubblico londinese in una campagna di sensibilizzazione sulle molestie subite a bordo dei mezzi pubblici, di cui siamo troppo spesso testimoni impotenti (o indifferenti). Il video l'ha segnalato nella sua newsletter sui temi dell'inclusione e del linguaggio la collega Flavia Brevi: prenditi due minuti per guardarlo.
• A Milano è la settimana di Bookcity, un festival culturale diffuso dedicato ai libri e alla lettura. La cosa bella è che in programma ha un sacco di eventi e di dibattiti con scrittori, intellettuali, giornalisti, musicisti, artisti e persino chef sui temi più disparati. E che il tutto è gratuito. Invece che stare solo o sola in casa (se vivi nelle vicinanze ovviamente), perché non ci fai un giro? Dai un'occhiata al programma.
• Ti abbiamo senz'altro stancato con tutte queste proposte di testa: va bene, hai ragione. L'amicizia e il piacere di stare con gli altri in effetti li puoi riscoprire anche pedalando e programmandoti con calma un'avventura on the road con tutta la famiglia per la primavera o l'estate lungo la Ciclovia dell'amicizia. Si tratta di un percorso di ben 560 chilometri che collega Monaco di Baviera a Venezia attaversando l'Austria e le Dolomiti. Cosa c'è di meglio che viaggiare (incontrando posti e persone nuove) per guarire dalla solitudine?

Il nostro padre ignoto, gli angeli e i diavoli

Continua il racconto della vita quotidiana con due figli adolescenti, alle prese anche con grandi scontri. Vai alla terza puntata

Itinerari

Alla scoperta del Friuli, con la mappa su Fortnite. E se su un videogioco ci fossero tutte le istruzioni per andare a conoscere un posto vero? Scopri l'iniziativa

🗣️ La tua Sofia

La famiglia non si racconta da sola, servi anche tu
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📩 Scrivici a sofia@avvenire.it
Grazie di averci aperto la porta di casa.
Sofia busserà di nuovo domenica 23 novembre.
👋 Alla prossima!
La redazione di Avvenire con Viviana Daloiso e in questo numero: Massimo Dezzani, Eugenio Giannetta, Nicoletta Martinelli, Giuseppe Matarazzo, Luciano Moia, Chiara Vitali

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