mercoledì 5 maggio 2021
La società benefit facendo riferimento a un modello di sostenibilità integrale cambiano le regole del gioco anche nel rapporto impresa/dipendenti
Il giusto peso della voce lavoro
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I premi Nobel per l’economia Abhijit Banerjee ed Esther Duflo nel loro libro Una buona economia per tempi difficili dedicano due importanti paragrafi al mondo del lavoro intitolandoli 'Tutti per la dignità' e 'Partire dal rispetto'. L’argomento di fondo dei due studiosi è che la vera chiave dello sviluppo non è da ritrovarsi esclusivamente nella redazione di piani economici più o meno complessi, ma piuttosto nella realizzazione di politiche sociali che mettano al centro la dignità di donne e uomini. In particolare, le politiche sociali devono aiutare le persone ad assorbire gli choc che possono minare effettivamente il benessere in particolare per quanto attiene all’approccio al mondo del lavoro. Inutile sottolineare che la situazione pandemica sta sottoponendo le imprese e i lavoratori di fronte a una situazione di incertezza mai vissuta prima. Lavoratrici, lavoratori e persone in cerca di un’occupazione vivono e vivranno conseguenze negative gravi e pervasive che in questa fase peraltro sono ancora difficili da misurare pienamente. Quando nel 2020 è iniziato il lockdown, Assobenefit aveva chiesto alle società benefit associate di raccontare come esse stessero affrontando questo periodo di incertezza e se vi fossero misure specifiche che l’essere 'società benefit' stimolava a mettere in campo. In altre parole, la domanda era se la particolare natura le avesse aiutate ad attivare e accelerare buone prassi e iniziative a sostegno dei dipendenti o del territorio in questo difficile momento. Tutte le imprese dichiaravano di aver studiato modalità di lavoro a distanza rispettose delle esigenze delle persone, ma anche una serie di iniziative collaterali come ad esempio opportunità di sostegno psicologico, counseling o momenti di condivisione partecipata in merito alla gestione del lavoro. In breve, appariva chiaro che le società benefit avessero cominciato ad affrontare la pandemia fin da subito ponendo al centro la qualità e la sicurezza nel lavoro. Invero, questo distingue una società benefit da un’impresa che si occupa esclusivamente di sostenibilità ambientale. Una società benefit, infatti, è tenuta a perseguire una sostenibilità integrale di cui gli aspetti ambientali per quanto necessari e costitutivi sono solamente una parte di un approccio più ampio. Non a caso in tutte le metriche che le società benefit utilizzano per redigere la propria valutazione di impatto, il peso attribuito al rapporto con i lavoratori è particolarmente rilevante. Nel Benefit Impact assessment (BIA), ad esempio, strumento utilizzato da molte società benefit il peso dell’area 'lavoro' supera leggermente quello della component ambientale. In questo senso, pertanto, è chiaro che le società benefit rappresentano una delle risposte necessarie per rispondere all’incertezza che la pandemia ha determinato in particolare per quanto attiene alla condizione di lavoratrici e lavoratori. Il management, al di là dei suoi valori e delle sue motivazioni intrinseche, infatti sarà comunque obbligato a porre una profonda attenzione al benessere dei dipendenti. In virtù di questo fatto, le società benefit peraltro capovolgono il rapporto domanda/ offerta nella creazione di benessere per lavoratrici e lavoratori. Se tradizionalmente questi si organizzavano per 'domandare' qualità e sicurezza nel lavoro, adesso dovrà essere il management a 'offrire' misure e iniziative per aumentare il benessere dei propri lavoratori. Questo rappresenta un’evoluzione, auspicata per anni, che ha trovato finalmente uno strumento giuridico idoneo. La società benefit, pertanto, facendo riferimento a un modello di sostenibilità integrale cambiano le regole del gioco anche nel rapporto impresa/dipendenti. Con buona probabilità, le perfomance positive si spiegano soprattutto grazie a questo.

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