martedì 27 aprile 2021
Nel centro di ricerca campano dell'Enea un gruppo di ricercatrici ha raggiunto, per primo al mondo, standard internazionali usando celle in perovskite, che aumenta l'efficienza
Il team delle ricercatrici che ha lavorato sulla perovskite a Portici

Il team delle ricercatrici che ha lavorato sulla perovskite a Portici - Enea

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A Portici, in uno dei laboratori Enea più innovativi, si respira aria di vittoria: un team di ricercatrici si è aggiudicato un record storico, che posiziona l’Italia tra i paesi dell’Ue più "efficienti" dal punto di vista energetico. Per la prima volta sono stati raggiunti gli standard internazionali con celle solari in perovskite, un materiale rivoluzionario in ambito fotovoltaico. Entusiasmo sì, ma non sorpresa: l’esperienza pluriennale delle scienziate nella realizzazione di celle solari a base di silicio e nella sperimentazione di soluzioni alternative aveva fatto sperare nel traguardo. Arrivato con l’intuizione di integrare le celle tradizionali in silicio con quelle a perovskite ibrida organica-inorganica in una combinazione tandem monolitica perovskite/silicio ad alta efficienza.

Una conquista che è ulteriore stimolo per guardare alle prossime mete: «Grazie ad un migliore utilizzo dello spettro solare, tenteremo di raggiungere prestazioni oltre il limite teorico previsto per una cella solare a singola giunzione in silicio, di semplificare i processi di produzione delle celle solari e di sviluppare nuove architetture di celle solari per combinare la produzione di energia elettrica con altre applicazioni, ad esempio, inerente la crescita di piante» spiega Paola Delli Veneri, responsabile del Laboratorio Dispositivi Innovativi, di cui è alla testa con un team composto in buona parte da donne, a cominciare dalle ricercatrici Vera La Ferrara, Antonella De Maria e Gabriella Rametta.

Con la transizione ecologica al centro del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, i risultati ottenuti assumono doppia valenza, riguardano proprio una fonte green, poiché promuoveranno il percorso teso all’obiettivo nazionale fissato nel Pniec, che prevede il traguardo di 50 GW di potenza fotovoltaica installata cumulata al 2030. Inoltre, moduli fotovoltaici più efficienti sono in grado di incrementare il potenziale di energia producibile, a parità di superficie occupata, così da minimizzare, nel caso di installazioni di impianti a terra, il consumo del territorio (destinato a sempre più rilevanza).

Le ricadute più consistenti riguardano la filiera e il territorio: lo sviluppo di tecnologie fotovoltaiche innovative, ad alta efficienza e a costi contenuti, coinvolge le medie realtà imprenditoriali della regione che già producono celle e moduli fotovoltaici, o che intendono introdursi nel settore e attrarre altre aziende, ad esempio, nello sviluppo di macchine industriali per la produzione di tecnologie inerenti. E, soprattutto, per le nuove generazioni è di grande interesse la prospettiva di un distretto che fiorisca attorno ad una rete diffusa di imprese, centri di ricerca, università.

Un’ipotesi non remota, vista l’antica tradizione di Portici come Centro d’avanguardia nelle applicazioni fotovoltaiche: centro in cui nel tempo si sono stratificate competenze e partnership. Nel solo fotovoltaico sono già state avviate diverse collaborazioni con gli atenei campani, agevolate da quella "vicinanza" che favorisce la condivisione di metodologie e strumentazioni e che genera la moltiplicazione di talenti e il confronto tra studenti. A conferma del grande fervore attorno al tema delle fonti rinnovabili, la rete si sta allargando: «Stiamo dialogando con diverse èquipe universitarie ed enti di ricerca, allo scopo di costituire un network italiano del fotovoltaico» annuncia la scienziata.

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