mercoledì 18 maggio 2022
Varsha Thebo oggi 29enne, dieci anni fa ha lasciato il suo Paese, dove non poteva andare a scuola, e oggi lavora alla Banca Mondiale di Washington
Varsha Theb

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Varsha Thebo è una donna adulta. Compirà 29 anni il prossimo 4 settembre. Il suo sguardo sul mondo è però fresco come quello di una teenager. Cresciuta in un piccolo villaggio del Pakistan, Sindh, è rinata dieci anni fa quando, poco più che diciannovenne, ha visto diventare realtà un sogno: volare negli Stati Uniti e andare a scuola. È cominciata così l’avventura che, l’anno scorso, l’ha portata (virtualmente) fino a 'Economy of Francesco', il laboratorio internazionale sollecitato da Papa Francesco per un’economia più 'sostenibile, inclusiva e attenta agli ultimi'. «È stata un’esperienza sorprendente», racconta dalla sua stanza a Washington. «Mi ha insegnato che le differenze culturali non incidono poi così tanto sulla percezione dei problemi e delle opportunità». L’iniquità, sintetizza, è ingombrante agli occhi di una statunitense come a quelli di una pachistana. La familiarità di Varsha con l’ingiustizia affonda le radici negli anni trascorsi a Sindh, comunità islamica di pastori e agricoltori a nord di Karachi, provincia tra le più povere del Paese. «Essendo donna – ricorda – non potevo andare a scuola. Dovevo restare a casa a occuparmi di mio padre e mio fratello, imparare a diventare la brava moglie dell’uomo, mio cugino, a cui ero stata promessa. Servire, nient’altro».

La sua fortuna è stata imparare a leggere il Corano in Urdu, la lingua nazionale talvolta sconosciuta nelle zone rurali più remote, che le ha dato le basi per avvicinarsi all’inglese, da sola, sillaba dopo sillaba, spulciando i manuali, 'libri per uomini', sottratti ai cugini. La svolta è arrivata quando ha fatto la conoscenza di un medico statunitense, Tom, impiegato in quel distretto in una campagna di vaccinazione contro il polio, che ha notato l’entusiasmo con cui esibiva la conoscenza di qualche parola straniera: 'school', 'book', 'glass'. L’uomo, ricorda, gli ha messo una mano sulla testa dicendole: 'ho capito, vuoi andare a scuola'. Giorni dopo, il consolato statunitense ha chiesto (e ottenuto) dal padre Mohamed l’autorizzazione a mandargli dei libri. Di lì a poco è arrivato anche un visto per Atlanta e la borsa di studio per il college Agnes Scott. Varsha, oggi, è impiegata alla Banca Mondiale di Washington. Dopo diploma e laurea in Georgia si è traferita alla Georgetown University dove ha frequentato un master in Economia dello Sviluppo Internazionale. È qui che è maturata l’idea di partecipare all’iniziativa EoF. «Ufficialmente non sono cristiana – puntualizza – ma questa è di sicuro la religione più vicina al mio cuore». L’adesione al gruppo 'Donne per l’Economia', uno dei dodici in cui si articola EoF, è stata la naturale destinazione di una giovane allontanata per anni dai libri (e dalla vita) solo perché femmina. «Fare spazio alle donne nel mondo dell’economia – sottolinea – significa renderla più empatica ed efficace. Loro, forse più degli uomini, hanno istintivamente una percezione molto profonda di quello che succede».

La giovane, che racconta di essere salita per la prima volta su un’automobile quando aveva diciassette anni, non ha ancora una visione chiara del proprio futuro. «Cambia ogni giorno – ammette – man mano che scopro il mondo». Le occasioni non mancano: ha trascorso otto mesi di studio in Italia, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ed è appena rientrata da un matrimonio in Messico. «Mi piacerebbe essere una voce autorevole – immagina – sul fronte dell’educazione delle donne nelle aree rurali». Il suo pensiero corre alle ragazze della sua terra, quelle a cui si è preoccupata di lasciare i libri d’inglese e le cassette audio procurategli dal consolato prima di partire per Atlanta. Non tutte, però, hanno un padre come il suo: 'BaBa', lo chiama affettuosamente, l’ha lasciarla andare, nonostante l’opposizione delle autorità del villaggio, mettendo a rischio la sua stessa vita.

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