domenica 22 maggio 2022
La Fondazione che porta il nome del capostipite dell’UmbraGroup ha vinto il premio 'Angel of the Year' Beatrice Baldaccini: l’attenzione agli 'ultimi' dovere di noi imprenditori
L'ingegner Valter Baldaccini ha avviato una serie di progetti in Kenya per il diritto allo studio

L'ingegner Valter Baldaccini ha avviato una serie di progetti in Kenya per il diritto allo studio

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Maggio, in casa Baldaccini è un mese un po’ melanconico: il 4 maggio 2014 lasciava per sempre questa terra Valter, il capostipite, il Fondatore di UmbraGroup. Ma è anche il mese mariano, e quindi della rinascita, della rosea fioritura di tutti quei semi che questo esempio raro di “imprenditore francescano illuminato” ha lasciato nella sua terra, l’Umbria. A Foligno, «lu centro dellu munnu», come tramandano con orgoglio di padre in figlio i suoi abitanti, Baldaccini è conosciuto con il nomignolo con cui alla Rai e nelle patrie lettere chiamavano lo scrittore Carlo Emilio Gadda: l’Ingegnere. E per comprendere a pieno la solidità produttiva e valoriale di questa azienda -– leader nella produzione di viti a sfere nel comparto areonautica e azienda d’avanguardia nella produzione di componenti e sistemi destinati a mercati ad alta tecnologia – bisogna partire dalle umili origini del suo fondatore. Valter Baldaccini nasce a Cannara (nel 1945), il borgo attraversato dal fiume Topino (stesso fiume che bagna Foligno dove ha sede lo stabilimento), che se la gioca con Tropea per la bontà della sua cipolla 'dop'. E crocianamente, la filosofia del giovane Valter, orfano di padre a 13 mesi e cresciuto nel calore domestico, accudito da tre donne (mamma Rosa, zia Lola e nonna Vienna), era sicuramente consapevole che «la testa dell’uomo è una falda, una tunica di cipolla». Con sacrificio viene mandato a studiare dai salesiani, a Gualdo Tadino, poi il liceo classico a Macerata e infine l’università a Pisa, dove con le borse di studio si laurea in Ingegneria: anno accademico 1970.

Primo impiego nel ’72, nella “sua” azienda che ai tempi era ancora la tedesca Fag. Il 1972 in casa Baldaccini è l’anno delle doppie nozze d’oro: 50 anni dall’origine della sua creatura industriale - in cui venne assunto come primo ingegnere - e cinquant’anni di matrimonio con la moglie Mariangela, da cui sono nati Antonio, Leonardo e Beatrice. Quest’ultima, è l’attuale Chief People & Brand Officer di UmbraGroup, nonché Presidente della Fondazione Valter Baldaccini. «Quando papà entrò nella Fag, la fabbrica dava lavoro a 50 operai, ma era praticamente sull’orlo del baratro. Ma lui, con pazienza e grande capacità di visione, la rimise in sesto, sotto la denominazione di Umbria Cuscinetti. E nel 1993 assieme ingegner Reno Ortolani acquisì il 100% della società». Oggi, l’azienda guidata da azionisti e manager con vocazione internazionale, vanta 1.100 dipendenti, operanti tra la casa madre UmbraGroup di Foligno e il Serms di Terni, laboratorio e sala test per la riproduzione anche di fenomeni che avvengono nello spazio. Poi ci sono le sedi tedesche di Freiberg am Neckar e Eltmann e le due americane di Everett (nello Stato di Washington) e Saginaw (Michigan). «Quest’anno è il decennale anche dell’apertura del Centro di Ricerca e sviluppo motori di Albanella (Salerno), spiega Beatrice Baldaccini che a “casa”, per continuare il lavoro di papà Valter, c’è tornata dopo tre anni trascorsi nello stabilimento del Michigan. In quell’America dove i prodotti “made in Umbra” volano da tre decenni con gli aerei della Boeing (ora la sofisticata tecnologia viene applicata anche agli elicotteri della francese Airbus Helicopters), non si è limitata al ruolo di manager e seguendo l’insegnamento paterno, a sua volta appreso dalla lettura quotidiana del Vangelo («ama il prossimo tuo come te stesso») si è adoperata in prima linea nell’Emmaus House. «Si tratta di una non profit di Saginaw che, dagli anni ’90, si occupa di dare assistenza a donne abbandonate, abusate o con dipendenze da sostanze ».

Altruismo e impegno solidale sono tra le motivazioni del “Premio Angel of The Year” conferito alla Fondazione Valter Baldaccini che persegue le tre vie maestre: «famiglia, educazione e lavoro». Tre sentieri che i Baldaccini hanno tracciato anche in Africa. «Papà fece il primo viaggio nel 2006, per una promessa fatta a se stesso. In occasione del 60° compleanno come regalo chiese di sostenere quei progetti che da quarant’anni in Kenya stavano portando avanti i Focolarini. In quegli anni papà conobbe la suora medico madre Federica Zoia che era di stanza a Nairobi dove lo accompagnai. Lì abbiamo creato la scuola dei mestieri, costruito dei pozzi e avviato le adozioni a distanza. Oggi seguiamo ragazzi kenyani nel percorso di studio che va dalle elementari all’università e lo stesso facciamo con 20 bambini in Burkina Faso ai quali diamo tutto il supporto necessario, materiale, psicologico e spirituale». Ma si può fare molto anche a “km 0”. «Attraverso l’Art Bonus parteciperemo attivamente alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città di Foligno – continua Beatrice Baldaccini – E qui nella splendida cornice della nostra città, per i 50 anni di Umbra-Group inviteremo i clienti strategici da tutto il mondo per vivere una giornata speciale. Sul fronte solidale con la Caritas di Foligno e con le borse lavoro abbiamo dato l’opportunità di reinserimento a quei 50-60enni disoccupati. Molti sono stati assunti nelle cooperative e nelle società locali e poi siamo riusciti a trasformare una borsa lavoro in un contratto a tempo indeterminato in Umbra-Group». Piccoli semi che fioriscono e che avrebbero riscaldato il cuore generoso di Valter Baldaccini che, nella Pasqua del 2014, un mese prima del suo addio (ai funerali allo stadio di Cannara parteciparono 3mila persone) alla presenza di tutti i collaboratori di UmbraGroup si congedò dicendo: «Insieme abbiamo gettato un grande seme che diventerà una grande pianta». È una quercia forte da mezzo secolo l’UmbraGroup, piantata dall’Ingegnere che ha affrontato la morte da uomo giusto. «“L’importante è essere pronti” ci ripeteva papà nei giorni difficili della malattia – conclude Beatrice Baldaccini – E l’insegnamento più grande, che ha lasciato a noi e a ogni membro dell’azienda, è di essere attenti agli altri, specie agli ultimi, perché è solo così che possiamo vivere nella fede, facendo il bene comune attraverso il nostro lavoro».

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