sabato 13 marzo 2021
Fiore all’occhiello dei duecento dipendenti, il 65% persone con disabilità, sono le borse create con balle di tessuto che arrivano da Prato o con gli scarti della carta da parati
La cooperativa Ccils ha il 65% di dipendenti portatori di handicap

La cooperativa Ccils ha il 65% di dipendenti portatori di handicap

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Alcune creazioni prodotte nel loro laboratorio tessile sono diventate dei veri oggetti di culto, che si trovano anche nei supermercati italiani. Un esempio? Gli stracci per pulire i pavimenti con marchio Ccils sono distribuiti dalla Coop Alleanza 3.0 nei supermercati della Penisola oppure da Arca, l’altra grande realtà di distribuzione nell’Italia Centrale. Altro fiore all’occhiello dei duecento dipendenti della Cooperativa Ccils di Cesenatico, 65% persone disabili, sono le borse create con balle di tessuto che arrivano da Prato o con gli scarti della carta da parati (donata dalla ditta Wall & Decò di Cervia) o le borse da mare ricavate dai teli dei vecchi ombrelloni che vengono venduti in numerosi bagni della Riviera romagnola. Sabato 6 marzo la cooperativa Ccils (Cesenatico cooperativa inserimento lavorativo sociale) ha compiuto 40 anni, sempre attiva nell’ambito dell’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate.

A raccontare la storia di questo "miracolo economico e sociale" è Remo Scano, 66 anni, 39 dei quali trascorsi come impiegato nel comune di Bellaria Igea Marina, disabile in carrozzella, presidente da 15 anni, ma nella cooperativa fin dalla fondazione. «La Ccils opera dal 1981 a Cesenatico e nel 1995 avvia i propri servizi anche sul territorio di Bellaria-Igea Marina. Lo scopo? Nasce dal desiderio di un gruppo di genitori, provenienti dall’Associazione Invalidi civili di Rimini o dall’Anfass di Cesena, impegnati ad inserire in attività lavorative i propri figli diversamente abili dai 18 ai 65 anni. Quarant’anni fa il grande interrogativi dei genitori e delle famiglie con disabili era: Come far lavorare questi giovani, dopo la scuola dell’obbligo o le scuole professionali? Inizialmente i ragazzi coinvolti furono impiegati nella gestione dei parcheggi e poi, con il passare degli anni, in altri settori lavorativi che attualmente sono: igiene ambientale, pulizie di plessi comunali e privati, laboratori tessili e di assemblaggio, attività cimiteriali, sporzionamento dei pasti nelle scuole, accompagnamento dei bambini con lo scuolabus e servizi scolastici e di affissione manifesti, verde pubblico di Cesenatico».

Oggi il fatturato della cooperativa, con 5 impiegati, 4 educatori e una psicologa, ammonta a 5milioni di euro, con stipendi per i disabili che, per tre ore lavorative giornaliere, si aggira intorno alle 170-180 euro al mese, tutti in regola con contributi previdenziali e pensione a 65 anni. «Più che uno stipendio – commenta il presidente – è un modo per sentirsi tutti parte di una comunità lavorativa, restando in famiglia e trovandosi insieme per feste e incontri sociali». Fra le decine di volontari, Fiorella Casali, insegnante di lettere in pensione e mamma, segue da 30 anni i laboratori, «da quando consigliere comunale di Cesenatico seguivo la cooperativa per il Comune». Racconta: «Mi sono innamorata allora di quella bella esperienza di solidarietà e condivisione che non ho mai smesso di seguirla. Senza quella cooperativa, centinaia di persone disabili non avrebbero mai trovato un lavoro e soprattutto una seconda famiglia». Fiorella mette in evidenza anche un aspetto importante dei laboratori: «I disabili sperimentano che gli stracci da pavimento griffati e le borse con tela da parati o da ombrelloni sono loro creazioni e ne sono orgogliosi. Questo lavoro dà loro una carica enorme». La cooperativa è collegata anche ad altri enti, fra cui la Fondazione Dopo di Noi, fondata nel 1997, come casa residenziale per disabili quando i genitori sono anziani o non ci sono più. La pandemia ha sospeso non solo la festa del quarantennale, ma anche alcune attività di laboratorio. «Speriamo – conclude il presidente – di tornare al più presto alla normalità».

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