Il
roaming spacca la
Commissione Ue. Con un'inedita decisione, dopo neanche quattro giorni, Bruxelles ha fatto una clamorosa
marcia indietro ritirando la
proposta contro gli abusi in vista della
fine dei sovraccosti a
giugno 2017 in cui chiedeva "almeno 90 giorni" di roaming
gratuito agli operatori tlc, finita sotto il fuoco delle
critiche dell'
Europarlamento.
Davanti cui proprio il presidente
Jean-Claude Juncker mercoledì dovrà tenere l'atteso discorso
sullo stato dell'Unione. "Per lui non era abbastanza buona", ha
affermato il suo portavoce, "non è una marcia indietro a meno
che si possa chiamare così l'ascoltare i propri interlocutori".
Immediata la
soddisfazione dei diversi
gruppi europarlamentari e
dei
consumatori che, nonostante l'accordo siglato un anno fa
chiedesse a Bruxelles di definire l'uso equo del roaming
temporaneo e vietasse quello permanente, ora chiedono che non ci
siano limiti all'uso del telefono all'estero.
Di fatto i
balzelli del roaming sono stati
aboliti a partire
da metà giugno dell'anno prossimo. Ma la legislazione impedisce
esplicitamente abusi come l'acquisto di una carta sim in un
Paese dove i costi sono inferiori per usarla invece tutto l'anno
nel reale stato di residenza dove i prezzi sono più alti.
Questo, come segnalato dai regolatori Ue delle tlc, se avvenisse
potrebbe provocare scompensi sui mercati nazionali e portare di
fatto all'aumento delle tariffe.
La Commissione aveva quindi
ricevuto il mandato di dettagliare il concetto di "
uso equo", in
cui per definizione l'uso del telefono all'estero è temporaneo.
Bruxelles ha quindi avanzato lunedì una proposta di "almeno 90
giorni" di roaming gratuito, coprendo invece tutto l'anno
lavoratori e studenti transfrontalieri. La media Ue è di 12
giorni di soggiorno all'estero all'anno, e il 98,2% dei viaggi
dei cittadini Ue non supera i 29 giorni. Di fatto la
proposta
Ue, ora ritirata, copriva quasi il 99% dei casi di roaming.
Sotto il fuoco di alcuni articoli di stampa e le veementi
proteste degli europarlamentari di tutti i gruppi politici per
cui "
la fine del roaming è la fine del roaming", Juncker - o,
secondo quanto si mormora nei corridoi piuttosto il suo
capogabinetto Martin Selmayr - in tarda serata ha deciso di
ritirare la proposta. Senza avvertire i - seccati - commissari
responsabili del dossier, Andrus Ansip e Guenther Oettinger, che
sino a ieri difendevano la proposta come "equilibrata" e che ora
dovranno ripresentarne un'altra la prossima settimana, insieme
alle riforme su copyright e quadro delle regole tlc. Un'impresa
se non impossibile quanto meno difficile: già gli "almeno 90
giorni" hanno ricevuto le durissime critiche degli operatori tlc
di Etno, suscitando l'opposizione anche dei regolatori Ue del
Berec e degli stati membri che, riferiscono fonti Ue, "si
aspettavano un limite in giorni, non in mesi". Mentre spetterà
proprio al Berec esprimere un'opinione, ai 28 votare il testo e
all'Europarlamento non bloccarlo.
La quadratura del cerchio -
evitare gli abusi ma garantire il
roaming tutto l'anno come chiesto anche dai consumatori del
Beuc, e senza sovraccaricare gli operatori con conteggi di
volumi di chiamate e dati - si annuncia lunga.