martedì 31 maggio 2022
I rincari riguardano non solo l’energia. Vanno dal legno ai vetri, fino ai bulloni. Ci si arrangia con soluzioni alternative. Obiettivo: non penalizzare i clienti
Materie prime più care rispetto a pochi mesi fa

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I preventivi sono diventati come il pesce: durano tre giorni, poi danno cattivo odore e sono da rifare daccapo. Questo è il dramma che vivono moltissimi imprenditori italiani alle prese con l’aumento dei prezzi delle materie prime, letteralmente impazziti a causa del conflitto russo-ucraino e delle relative sanzioni. Un problema da risolvere al più presto che non riguarda solamente il settore energetico ma che coinvolge tutto il settore produttivo italiano e il portafoglio dei nostri consumatori. «La metafora ittica - spiega Dario Vaccari, ceo e fondatore di Alias, azienda del settore delle porte blindate - fotografa perfettamente le difficoltà con le quali noi imprenditori siamo costretti a operare. E’ un’immagine volutamente d’impatto che serve a richiamare l’attenzione delle nostre istituzioni, chiamate a tutelare le aziende e il portafoglio dei consumatori italiani. È aumentato tutto ma questa instabilità di mercato non riguarda solamente il comparto energetico. La validità di un preventivo, ormai, scade dopo pochissimo tempo perché i prezzi cambiamo di continuo. Per non rimetterci del denaro o per non incidere nelle spese dei nostri connazionali, che vanno sempre protette e tutelate, dobbiamo riformularli quasi ogni giorno».

Un aumento generalizzato che ha anche degli effetti negativi, retroattivi. «Il legno, per esempio - precisa Vaccari - è passato dai 400 euro al metro cubo di poche settimane fa agli attuali 1.200 euro, sempre al metro cubo. L’alluminio da tre a 5,50 euro. Non esiste una materia prima che non abbia subito aumenti. Abbiamo anche subito e subiamo tuttora - aumenti retroattivi, soprattutto sulle forniture di materiale con tempi di consegna infinitamente lunghi. Pur trattandosi di ordini davvero importanti, succede, a causa dei tempi di consegna sempre più ampi, che i prezzi a listino indicati appunto all’atto dell’acquisto, aumentino in ragione dei rincari avvenuti a far data dalla consegna effettiva. Siamo di fronte a prezzi fluidi che non sono cristallizzabili in conferme d'ordine».

I pannelli in legno sono così aumentati del 35%, i vetri del 25%. Più 110% per la bulloneria, +75% per le lamiere delle porte, +50% per i cartoni: «La lista potrebbe andare oltre - continua Vaccari - e per evitare che vi fosse un impatto negativo per la clientela, noi imprenditori ci siamo dovuti arrangiare trovando soluzioni alternative. Dopo aver registrato per i bancali in legno un aumento del 75%, come possibile soluzione, abbiamo introdotto e ideato i bancali realizzati in cartone. Si tratta di materiale riciclato e riciclabile, realizzato con tecnologia a nido d'ape esagonale, capace di reggere i carichi strutturali verticali fino a due tonnellate. Si sono inoltre implementate alcune lavorazioni all'interno dell'azienda per accorciare la filiera produttiva, ma non solo. Per accelerare i tempi di produzione, verrà realizzata una nuovissima linea 4.0. Le proviamo tutte per attutire i colpi che stanno arrivando violenti sul nostro lavoro e sulle spese degli italiani».

Anche sul fronte del Superbonus 110%: «L’inventivo - prosegue il ceo di Alias - ha generato in un lasso di tempo brevissimo un'impennata della domanda che ha fortemente compromesso l'equilibrio degli ultimi dieci anni. Ha creato di fatto un overbooking d'ordini che ha allungato i tempi di approntamento delle porte destinate ai nostri clienti da uno a circa quattro mesi. Altro aspetto preoccupante è quello che vede protagoniste le banche che da mesi stanno facendo mancare la liquidità a tutti coloro che hanno crediti nel cassetto fiscale, costringendo i loro clienti a prestiti ponte, in alcuni casi con garanzie extra al credito già esistente. Dovesse protrarsi questa situazione, gli inevitabili effetti sarebbero quelli della mancanza di liquidità con tutto ciò che ne consegue. Ma ci tengo a sottolineare che questo appello non deve avere un valore esclusivamente personale. La nostra azienda è ben strutturata e stiamo ammortizzando il problema. La nostra "denuncia" deve avere un valore di "giustizia" ed equità che riguarda tutto il mondo imprenditoriale perché ci sono delle imprese più piccole che vanno anch’esse salvaguardate. Insomma, l’obiettivo deve essere solamente uno: difendere gli imprenditori, senza penalizzare i clienti».

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