martedì 11 dicembre 2018
Proposte cinque misure per l'inserimento lavorativo: transizione scuola-lavoro, ricerca e sviluppo in azienda, formazione e orientamento, impiego e autoimpiego, bonus abitazione
Divario generazionale, patto per l'occupazione giovanile
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È stato presentato stamane alla Luiss a Roma il II Rapporto 2018 della Fondazione Bruno Visentini (Fbv) su Il divario generazionale. Un patto per l’occupazione dei giovani. I lavori sono stati introdotti dalla presidente della Luiss Emma Marcegaglia e dal presidente della Fondazione Alessandro Laterza, cui sono seguiti gli interventi dei sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti e Stefano Buffagni (Affari regionali e Autonomie).

Dopo la presentazione dei risultati del Rapporto da parte di Luciano Monti, Condirettore scientifico Fbv e uno dei curatori del Rapporto, è seguito un panel di discussione moderato da Simona Sala, giornalista del Tg1 Rai, al quale sono intervenuti: Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, Claudio Durigon sottosegretario al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Cgil, Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, Andrea Giaccone, presidente della Commissione Lavoro pubblico e privato alla Camera, Fabio Marchetti, condirettore scientifico della Fbv e tra i curatori del Rapporto, Carmela Palumbo, capo dipartimento del Miur, Alessio Rossi, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria e Stefano Sacchi, presidente dell Inapp- Istituto nazionale analisi politiche pubbliche. Ha chiuso i lavori la vice presidente della Camera Mara Carfagna.

“Divario generazionale” è il ritardo accumulato dalle nuove generazioni, rispetto alle precedenti, nel raggiungimento della propria indipendenza economica e “Indice di Divario Generazionale” (Gdi – Generational Divide Index), è l’indicatore sintetico costruito per rilevare gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento della maturità economica e sociale delle nostre giovani generazioni. Con il II Rapporto 2018 la Fondazione Bruno Visentini - a un anno dalla presentazione del I Rapporto Il divario generazionale tra conflitti e solidarietà - compie, su un tema tanto strategico per il futuro del nostro Paese, un ulteriore passo in avanti, con l’elaborazione di un nuovo e più sofisticato “Indice di Divario Generazionale” (il Gdi 2.0) e un’analisi incrociata tra le nuove sfide della digitalizzazione e dell’automazione e il conseguente ruolo delle nuove generazioni nell’economia digitale dei prossimi anni. Attraverso, in particolare, la mappatura delle misure generazionali e non generazionali con impatto nella riduzione del divario introdotte dal legislatore nell’ultimo anno e una comparazione con 19 Paesi, nel Rapporto si avanza una nuova proposta di intervento coordinato e senza ulteriori oneri per lo Stato dell’importo di 4,5 miliardi di euro, grazie alla razionalizzazione e messa a sistema delle attuali misure generazionali per 3,7 miliardi di euro e 800 milioni di euro recuperabili da altre misure che indirettamente hanno un impatto generazionale.

Proposta diretta a ridurre tale ritardo e definita “Una mano per contare”, poiché prevede cinque specifiche misure a sostegno dell’occupazione giovanile concernenti: 1) la transizione scuola-lavoro (con esperienze sia regionali sia estere in aziende delle filiere più innovative); 2) la ricerca e lo sviluppo in azienda (con assegni di ricerca e master nei settori strategici); 3) la formazione e l’orientamento all’occupazione (con formazione continua presso aziende e prestazione di servizi presso le pubbliche locali; 4) l’impiego e l’autoimpiego (con contributi alle start-up innovative in settori prioritari e in imprese culturali e creative e con sgravi contributivi per l’impiego a tempo indeterminato); 5) il bonus abitazione (con sostegni alle spese di affitto o di acquisto prima casa o di restauro immobili in aree interne o rurali).

Ciò mediante un conto individuale da mettere a disposizione dei nostri giovani, che possono liberamente scegliere quando e dove utilizzarlo, e che prevede la possibilità, nell’arco di poco meno di 20 anni (tra i 16 e i 34 anni), di acquisire servizi, benefit fiscali, sgravi contributivi, al fine di integrare le proprie esperienze per raggiungere l’indipendenza economica e sociale, nonché di poter disporre di una casa e di servizi di supporto a una nuova famiglia.

Questo II Rapporto vuole essere, pertanto, un concreto e documentato contributo al superamento dei principali ostacoli e barriere che attendono i giovani nel loro percorso di crescita personale e professionale, un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Il presupposto stesso, infatti, perché il nostro Paese possa “contare di più” è che possano “contare di più” le sue giovani generazioni.

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