giovedì 6 dicembre 2018
Iniziativa nata dal protocollo d’intesa firmato tra Fondazione Adecco per le pari opportunità e Acnur, l’Agenzia Onu per i rifugiati
Trenta rifugiati formati e orientati
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Sono 30 i rifugiati formati e orientati grazie al progetto Domus, nato dal protocollo d’intesa firmato tra Fondazione Adecco per le pari opportunità e Acnur, l’Agenzia Onu per i rifugiati. A Roma, durante un incontro dibattito che ha visto la partecipazione di Felipe Camargo, rappresentante dell’Ufficio regionale per il Sud Europa di Acnur e Francesco Reale, segretario generale di Fondazione Adecco per le pari opportunità, sono stati illustrati i risultati del progetto che ha coinvolto 30 aziende su tutto il territorio nazionale, 20 Sprar e 20 operatori.

Domus (Developing cOMon paths for a sUStainable development), strutturato in tre parti, ha coinvolto 20 titolari di protezione internazionale, 10 donne rifugiate in situazione di fragilità (carichi familiari o condizioni di discriminazione) che hanno partecipato a laboratori di educazione al lavoro in gruppo e attraverso counseling individuali e 20 operatori degli Sprar locali (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) ai quali è stato dedicato un modulo formativo che ha permesso di accompagnare anche sui territori l’inserimento occupazionale e rendere più consapevoli del ruolo e delle possibilità tutti i protagonisti del progetto.

Alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Daniele Biella, hanno preso parte Andrea de Bonis, Protection Associate di Acnur, Daniela di Capua, direttrice Servizio Centrale Sprar e Tatiana Esposito, Direzione Generale Immigrazione e Politiche di Integrazione del ministero del Lavoro.

II valore aggiunto della partnership tra Fondazione Adecco e Acnur si è realizzato proprio, nella possibilità di creare, attraverso la collaborazione con gli Sprar e delle numerose aziende sul territorio nazionale, delle reali occasioni di inserimento anche fuori dalla Calabria, regione di partenza del progetto.

I titolari di protezione internazionale attraverso la formazione e percorsi di orientamento al mondo del lavoro sia in forma individuale che di gruppo, hanno analizzato le proprie competenze e aspettative, capito quali sono le conoscenze specifiche spendibili nel mercato del lavoro, e avuto opportunità di confronto con il mondo del lavoro per sviluppare la propria autonomia nel percorso di inserimento lavorativo.

In totale sono stati attivati 17 tirocini in diversi ruoli professionali (addetto affari generali e impiegato/a amministrativo/a, operatori e addetti alla ristorazione, aiuto cucina, tipografo) con ottime possibilità di assunzione al termine del percorso. Già oggi sono state attivate delle assunzioni.

Solo attraverso il lavoro è possibile una reale inclusione e il progetto nato dalla collaborazione fra Acnur e Fondazione Adecco per le Pari Opportunità ha agito non solo sulle prime, enormi difficoltà di approccio al mondo del lavoro che i rifugiati affrontano, ma anche fornendo contatti diretti con il mondo delle imprese.

«Il lavoro è un aspetto fondamentale nel processo d’integrazione dei rifugiati. Sono persone che sono state costrette ad abbandonare tutto per mettersi in salvo da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani. Ma hanno portato con loro le competenze professionali ed i talenti. E poter mettere queste capacità al servizio delle società ospitanti, oltre a portare un beneficio a queste ultime, rappresenta un cardine essenziale per un meccanismo di integrazione efficace e sicuro. Progetti come Domus sono essenziali poiché facilitano i percorsi di inserimento dei rifugiati permettendo loro di raggiungere l’autonomia e contribuire all’economia del Paese», afferma Camargo.

«Il progetto Domus rappresenta per noi un enorme successo – ha sostenuto Reale – soprattutto per la sperimentazione di modalità innovative, di formazione e di co-progettazione con il coinvolgimento dei territori e degli operatori Sprar».


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