mercoledì 5 febbraio 2025
Secondo l'Eurotower la crescita dei salari sarà dell'1,5% annuo nel quarto trimestre 2025, con effetti positivi sul calo dell'inflazione: il ciclo di taglio dei tassi di interesse potrebbe continuare
La presidente della Bce Christine Lagarde

La presidente della Bce Christine Lagarde - Reuters

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Chi ci vede il bicchiere mezzo vuoto sottolinea che per le tasche dei lavoratori europei gli stipendi saranno più leggeri del previsto. Chi guarda al bicchiere mezzo pieno evidenzia il rafforzamento delle speranze su un ulteriore calo dell’inflazione, che a cascata consentirebbe ulteriori tagli dei tassi di interesse. E’ la doppia lettura possibile sui dati diffusi ieri dalla Banca centrale europea e relativi alla futura crescita salariale dell’eurozona. Il cosiddetto “wage tracker” – principale indicatore sui salari dell’Eurotower – segnala infatti la previsione di un forte rallentamento degli aumenti degli stipendi nel 2025. In particolare, i salari dovrebbero aumentare di un +1,5% annuo nel quarto trimestre del 2025, un dato che è in lieve aumento rispetto alla proiezione di +1,4% prevista a dicembre ma in netto calo rispetto al picco del +5,3% registrato un anno fa.

L’indicatore sui salari fornisce alle istituzioni un aggiornamento tempestivo sui salari per una migliore valutazione sull’adeguamento degli oneri finanziari. La scorsa settimana la Bce ha ridotto il tasso sui depositi per la quinta volta in questo ciclo, portandolo dal 3% al 2,75%. Il ciclo di tagli poggia appunto sulla fiducia della Bce nel raggiungimento dell’obiettivo di inflazione del 2% quest’anno e si basa, appunto, da un lato sull’aspettativa che gli aumenti salariali siano moderati e, dall’altro, sull’ipotesi che l’inflazione nel settore dei servizi ad alta intensità di lavoro – bloccata vicino al 4% da più di un anno – si riduca.

Come sottolineato anche da Bloomberg, dopo l’incontro di politica monetaria di gennaio, la presidente della Bce Christine Lagarde ha affermato che “tutti gli indicatori di cui disponiamo al momento stanno andando al ribasso e confermano la nostra fiducia sul fatto che i salari nel 2025 diminuiranno”. Lagarde si riferiva proprio al “wage tracker” della Bce, ma anche al “compenso per dipendente”, un altro indicatore fornito da Indeed e alla rilevazione Bce tra le aziende – il cosiddetto Corporate Telephone Survey – pubblicato venerdì scorso. L’outlook di dicembre della Bce prevede un calo prolungato della crescita salariale, al 2,8% nel 2027 dal 4,6% dello scorso anno. Molti economisti concordano, poiché il recupero dal picco record dei prezzi al consumo sembra quasi completo e l’economia della regione fatica ad espandersi: c’è anche chi teme che il rallentamento possa spingersi troppo oltre. Secondo Jens Eisenschmidt, capo economista europeo presso Morgan Stanley ed ex economista della Bce, la prospettiva di salari negoziati inferiori al 2% dopo l’agosto 2025, come previsto dal wage tracker dell’Eurotower, non sarebbe molto lontana “dalle dinamiche pre-Covid”.

Parallelamente, anche se la Bce punta a rallentare la crescita salariale, la stessa Banca centrale europea non ha come obiettivo una decelerazione troppo rapida, né un brusco deterioramento del mercato del lavoro. Alcuni analisti, tuttavia, sono più preoccupati che parte delle recenti pressioni sui salari persistano a causa della tensione sul mercato del lavoro e della disoccupazione ai minimi storici, soprattutto se dovesse materializzarsi la prevista ripresa economica. “Consideriamo il marcato allentamento delle pressioni salariali nel 2025 come un fenomeno temporaneo”, spiega da parte sua Holger Schmieding, capo economista di Berenberg. “Con una crescita leggermente superiore al tasso tendenziale della zona euro nel 2026, le carenze strutturali di manodopera torneranno alla ribalta in modo più forte”. Per Schmieding gli aumenti salariali accelereranno nuovamente l’anno prossimo, a circa il 4%, con un’inflazione superiore al 2% nel medio termine. Anche Marco Wagner, economista della Commerzbank, dubita che il tasso di crescita dei salari nella seconda metà del 2025 diminuirà così bruscamente come indicato dal wage tracker della Bce: il rilevatore salariale “probabilmente sottostimerà la crescita salariale nella seconda metà dell’anno”.

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