mercoledì 2 novembre 2022
L'aumento è stato anticipato per aiutare i cittadini a far fronte ai costi rincarati dell’energia. Il minimo sale da 524,35 a 528,38
Pensioni più pesanti a partire da novembre

Pensioni più pesanti a partire da novembre - Archivio

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Da novembre i pensionati riceveranno un cedolino leggermente più pesante. Infatti, ci sarà già il consueto aumento dovuto alla rivalutazione definitiva delle pensioni relativamente all’anno precedente, che è stata anticipata per aiutare i cittadini a far fronte all’aumento dei costi per l’energia (è una delle misure del cosiddetto decreto Aiuti-Bis). A fare i conti e a disporre l’aumento è l’Inps (circolare n. 120/2022), comunicando che l’incremento è risultato pari allo 0,2% in misura piena, cioè quant’è la differenza tra l’indice provvisorio di rivalutazione già applicato (1,7%) e quello definitivo spettante (1,9%) per l’anno 2021. L’operazione, tecnicamente, si chiama “perequazione delle pensioni”. In buona sostanza, è una rivalutazione che avviene annualmente degli importi di tutte le pensioni, al fine di adeguarli al costo della vita per proteggere il loro potere d’acquisto, almeno in parte, dall’erosione dovuta all’inflazione. Si applica a tutte le pensioni erogate dal sistema pubblico, sia dirette che ai superstiti (reversibilità e indiretta), nonché alle prestazioni d’invalidità civile e all’assegno/pensione sociale. L’aggiornamento delle pensioni avviene a gennaio di ogni anno, in base all’indice provvisorio di rivalutazione. Segue poi il conguaglio, sempre a gennaio, ma dell’anno successivo, sulla base dell’indice definitivo di rivalutazione. L’aumento viene calcolato con le stesse modalità della rivalutazione annuale delle pensioni. Ciò vuol dire che è applicato a ciascun pensionato in base all'importo complessivo delle pensioni di cui sia titolare, in funzione di tre fasce:

fino a 2.097,40 euro, l’aumento (il bonus) è pari al 2% e può arrivare a massimo 41,95 euro;

oltre 2.097,40 e fino a 2.621,75 euro, l’aumento è pari al 1,8% e può arrivare a massimo 9,44 euro;

oltre 2.621,75 e fino a 2.692,00 euro, l’aumento è dell’1,5% e può arrivare a massimo 1,05 euro;

oltre 2.692,00 e fino a 2.744,44 euro, l’aumento è fisso e pari a 52,44 euro.

Il minimo dell’Inps sale da 524,35 a 528,38 euro (a novembre, tra aumento e arretrati, spettano circa dieci euro). L’aumento è erogato in automatico dall’Inps nei mesi di ottobre, novembre e dicembre, inclusa 13esima se dovuta (non serve domanda). Sulle pensioni a pagamento annuale o semestrale verrà erogato a gennaio 2023. Sulla 13esima l’aumento non è corrisposto per intero, ma in proporzione ai ratei spettanti. Se la 13esima è di 1.200 euro per l’anno intero, il bonus è erogato solo su 300 euro di pensione (cioè i 3/12 dell’anno intero). L’aumento è lordo e non è quanto finirà nelle tasche dei pensionati, perché ci sarà trattenuta l’Irpef. Il decreto Aiuti-bis ha anticipato il conguaglio nell’ambito di alcune misure a favore dei pensionati. Due in particolare:

un bonus (aumento una tantum del 2% delle rate di pensione spettanti nell’ultimo trimestre 2022);

l’anticipo al 1° novembre del conguaglio della perequazione delle pensioni per l’anno 2021.

A metà ottobre l’Inps ha spiegato e dato il via libera alla prima misura (circolare 114/2022), a fine ottobre ha spiegato e dettato le istruzioni all’anticipo della rivalutazione a novembre. Come è stato per la provvisoria, anche la rivalutazione definitiva non sarà applicata in misura uguale per tutti, ma varierà a seconda della fascia di appartenenza dell’importo dell’assegno che è oggetto di rivalutazione. È il sistema a scaglioni (di cui alla legge 288/2000), accantonato in diversi anni per risparmiare risorse pubbliche, perché risulta più vantaggioso al pensionato. Le decurtazioni del tasso di rivalutazione, infatti, si applicano solamente alle quote di assegno superiori a certe soglie. In particolare, la pensione:

d’importo fino a quattro volte il minimo, cioè fino a 2.062,32 euro, avrà l'incremento pieno dell’1,9% (dunque il conguaglio pieno dello 0,2%);

d’importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo, ossia tra 2.062,33 e 2.577,90 euro, avrà l’incremento ridotto al 90%, cioè la rivalutazione definitiva dell’1,71%, ferma restando la rivalutazione piena (1,9%) dello scaglione fino a 2.062 euro;

d’importo superiore a cinque volte il minimo, ossia oltre 2.577,91 euro, avrà un incremento ridotto al 75%, cioè la rivalutazione definitiva dell'1,425%, ferme restando la rivalutazione piena dello scaglione fino a 2.062 euro e dell'1,71% della fascia compresa tra 2.062 e 2.577 euro.

Intanto i pensionati riceveranno un bonus contro il caro bollette tra dieci e 52 euro per ognuno dei mesi di ottobre, novembre e dicembre. A dicembre lo troveranno anche sulla 13esima. È l’Inps a fare i conti della misura introdotta dal decreto Aiuti-bis, consistente nell’aumento eccezionale del 2% delle pensioni, a favore dei pensionati titolari di una o più pensioni complessivamente di importo non superiore a 2.692 euro.

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