giovedì 19 ottobre 2023
Nell'ultimo trimestre quasi 9 milioni di utenti in più, sono 247 nel mondo. Altre piattaforme come Dinsey Plus pronte a seguire l'esempio e gli analisti parlano già di streamflaction
Netflix vince la scommessa: più abbonati con lo stop alle password condivise
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Abbonamenti record, che sfiorano i livelli toccati durante la pandemia, ed utili in decisa crescita. Nonostante i numeri positivi Netflix annuncia un aumento del costo degli abbonamenti in alcuni Paesi strategici. Una politica commerciale aggressiva che conferma la validità di un meccanismo già adottato da altri operatori, ad esempio Dazn per il calcio, nel settore della pay-tv e non solo. Attirare clienti con tariffe economiche, fidelizzarli per anni e cambiare le carte in tavola quando quel servizio, fosse solo per abitudine o pigrizia mentale, diventa irrinunciabile. Come dire: un abbonato è per sempre, o quasi. Ma andiamo con ordine. Il giro di vite di Netflix sulla condivisione degli account e delle password iniziato a maggio ha portato i suoi frutti. Il numero di abbonati ha avuto un balzo: nell’ultimo trimestre sono stati 8,76 milioni rispetto ai poco meno di 6 milioni attesi, superando i 247 milioni totali di utenti.

Secondo i calcoli effettuati dalla piattaforma, circa 100 milioni di persone avevano accesso a film e serie tv utilizzando password condivise. Netflix ha scommesso sul fatto che gli utenti avrebbe preferito pagare invece di annullare il servizio. E ha vinto la scommessa. Se nel 2022 gli abbonamenti era in netto calo quest’anno la situazione si è ribaltata. L’aumento degli abbonati negli ultimi due trimestri è stato il più forte aumento trimestrale dal secondo trimestre del 2020, quando il Covid e i lockdown hanno portato ad un’esplosione degli abbonamenti. Le ripercussioni sui conti sono state immediate: i ricavi, ha comunicato nei gironi scorsi la società, sono aumentati dell’8% su base annua arrivando a 8,54 miliardi di dollari. I profitti sono cresciuti di circa un quinto arrivando a circa 1,68 miliardi di dollari e anche in Borsa il titolo ne ha beneficiato: nell’ultimo trimestre le azioni sono aumentate del 12%. Adesso sono allo studio aumenti agli abbonamenti base e a quelli premium, vale a dire quelle con la possibilità di avere più utenti collegati, negli Stati Uniti, in Francia e in Gran Bretagna.

Altri operatori sono pronti a seguire l’esempio di Netflix a partire da Disney Plus che ha annunciato lo stop alle password condivise in Canada dal primo novembre. Gli analisti hanno già coniato un termine, “streamflation”: un’inflazione che colpisce i servizi in streaming attraverso un’azione combinata di lotta alla condivisione dei profili, aumento delle tariffe e della pubblicità.

Gli ultimi dati dell'Agcom sulle pay tv in Italia. A guidare la classifica è Netflix, che ad agosto aveva 8,9 milioni di paganti: il numero però è in aumento in seguito allo stop al password sharing. Si parte da 12,99 euro al mese per l’abbonamento standard.Segue a ruota Amazon Prime Video, con 6,3 milioni di utenti: anche in questo caso si è registrato un incremento dei prezzi passato da 3,99 a 4,99 Euro.Disney Plus invece in Italia vanta su una base di 3,7 milioni di utenti paganti: in questo caso il prezzo è aumentato da 4,99 a 6,99 euro.

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