mercoledì 23 aprile 2025
La Commissione europea ha adottato le prime decisioni di non conformità nell'ambito del Digital Markets Act (Dma), sanzionando Apple per 500 milioni di euro e Meta per 200 milioni di euro
Multe per Apple e Meta, violazioni al Digital Markets Act

ANSA

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Nel bel mezzo delle gravi tensioni commerciali provocate dai dazi di Donald Trump, arrivano due nuove multe della Commissione Europea per big del Web Usa: Apple e Meta (Facebook, Whatsapp, Instagram). Le due società, ha avvertito la vicepresidente esecutiva della Commissione Teresa Ribera, responsabile per l’Antitrust, «non hanno rispettato il Dma (Digital Market Act, legge sul mercato digitale ndr) attuando misure che rinforzano la dipendenza di utenti commerciali e consumatori sulle loro piattaforme». Apple dovrà pagare una multa di 500 milioni di euro, Meta di 200 milioni.


Sul fronte della Mela, la Commissione afferma che, «a causa di numerose restrizioni imposte da Apple, gli sviluppatori non possono trarre pieni benefici dai vantaggi di canali di distribuzione alternativi fuori da App Store. Allo stesso modo, i consumatori non possono pienamente beneficiare di offerte alternative e più economiche in quanto Apple impedisce agli sviluppatori di informare direttamente i consumatori di tali offerte». Bruxelles lamenta che «gli sviluppatori che vogliano utilizzare canali di distribuzione di app alternativi su iOS, sono disincentivati in quanto sono costretti a optare per nuovi condizioni commerciali che includono una nuova commissione (Apple’s Core Technology Fee)».

Inoltre «Apple ha introdotto requisiti troppo rigorosi per poter accedere (a questa opzione ndr), ostacolando la possibilità degli sviluppatori di distribuire le proprie applicazioni attraverso canali alternativi». Infine, la società «ha reso eccessivamente complicata e poco chiara per gli utilizzatori finali l’istallazione di applicazioni quando utilizzano tali canali alternativi di distribuzione».
C’è però almeno anche una buona notizia per la Mela: la Commissione ha annunciato di aver chiuso un’altra indagine, questa relativa agli obblighi sul fronte della libertà di scelta sull’utilizzo di applicazioni proprietarie per installate. Apple ha, infatti, attuato modifiche che consentono di disinstallarle e ha semplificato la possibilità di modifiche ai settaggi standard sugli iPhone.

Quanto a Meta, al centro è l’utilizzo dei dati personali degli utenti. Bruxelles contesta il modello, introdotto nel novembre 2023, denominato “Acconsenti o paga”: l’utente può o accettare che la società Usa utilizzi i suoi dati personali per pubblicità personalizzate, o invece pagare un abbonamento. Secondo la Commissione, «questo modello non rispetta il Dma, in quanto non dà agli utenti la possibilità di scelta specifica di un servizio che utilizzi meno dati personali ma sia altrimenti equivalente al servizio con pubblicità personalizzata». Inoltre «il modello di Meta non consente agli utenti di esercitare il loro diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei loro dati personali».

Reuters

A dire il vero, riconosce l’esecutivo Ue, nel novembre 2024 Meta, «dopo numerosi scambi con la Commissione, ha introdotto un’altra versione del modello gratuito di pubblicità personalizzata, offrendo una nuova opzione che, secondo la società, utilizza meno dati personali per mostrare pubblicità personalizzata». Bruxelles «sta al momento valutando». La multa riguarda «il periodo durante il quale agli utenti finali nell’Ue è stato offerto solo l’opzione binaria ‘Acconsenti e paga’ tra marzo 2024, quando il Dma è divenuto vincolante, e il novembre 2024, quando è stato introdotto il nuovo modello». Anche per Meta, comunque, c’è almeno una buona notizia: il servizio di vendite Facebook Marketplace esce dal quadro di applicazione del Dma, come richiesto dalla società, in quanto «la Commissione ha riscontrato che Marketplace nel 2024 aveva meno di 10.000 utenti commerciali».
«La Commissione Europea – ha reagito Joel Kaplan responsabile per gli affari globali di Meta – sta cercando di penalizzare le aziende americane di successo, mentre consente alle imprese cinesi ed europee di operare secondo standard diversi». Un portavoce di Apple ha parlato invece di «ennesimo esempio di come la Commissione stia ingiustamente prendendo di mira Apple con una serie di decisioni che ledono la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, danneggiano i prodotti e ci costringono a distribuire gratuitamente la nostra tecnologia». Apple ha annunciato un ricorso.
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