martedì 3 ottobre 2017
L'ad di Fca: «Senza produrre l'energia da fonti pulite e rinnovabili, è una minaccia all'esistenza del pianeta». Critiche da Di Maio e Verdi: «Posizione preistorica». Mercato Jeep vola (+44%)
Sergio Marchionne riceve la laurea honoris causa in ingegneria industriale dall'Università di Trento

Sergio Marchionne riceve la laurea honoris causa in ingegneria industriale dall'Università di Trento

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«L'industria automobilistica ha di fronte una rivoluzione, una sfida più pesante delle crisi economiche e finanziarie degli ultimi
cinquant'anni. Elettrico e guida autonoma, insieme all'entrata in campo di nuovi attori: aziende con grandi capitali alle
spalle, provenienti da settori diversi, provocheranno un cambio di paradigma totale». È il quadro tracciato dall'amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, nella lectio magistralis tenuta al Polo della meccatronica di Rovereto, dove ha ricevuto dall'Università di Trento la laurea honoris causa in ingegneria industriale. Marchionne si è detto ancora poco convinto dell'auto elettrica, definita «un'arma a doppio taglio», ricevendo critiche per questa presa di posizione dai Verdi e dal leader del M5s Di Maio.

«Marchi icona forti anche senza elettrico»

Una rivoluzione, quella che attende l'auto, che secondo Marchionne creerà una «pressione inesorabile». E sarà qui che
entrerà in gioco la forza dei marchi, per quelli che ce l'hanno. «Ci sono solo alcuni marchi, molto forti e altamente specializzati - ha detto - che rimarranno indenni o saranno solo parzialmente toccati da questa rivoluzione. Per quanto ci riguarda, mi riferisco ad esempio ad Alfa Romeo e Maserati, la cui identità è nell'esperienza stessa di guida. Jeep, che è un'icona dei fuoristrada ed è sempre stato associato ai concetti di libertà e avventura. Ovviamente Ferrari, che vive del suono del motore e di qualcuno alla guida».

Il punto infatti stavolta è anche un altro. Secondo l'ad di Fca «la velocità dell'innovazione e il ritmo delcambiamento, insieme ai nuovi concorrenti, ovvero aziende esterne al settore, richiedono qualcosa di più che resistere alle crisi. «Sono convinto che oggi, più che mai - ha sottolineato - dobbiamo rimanere aperti a tutto. Anche a inventarci da capo. Dobbiamo essere pronti al nuovo, ad accoglierlo e a trarne beneficio. In Fca ci siamo allenati per tredici anni e mezzo, ogni giorno...». In vista intanto per il prossimo anno col piano industriale, che arriverà entro il primo semestre 2018, anche lo spin-off di Magneti Marelli e la sperimentazione per la guida autonoma del Centro ricerche Fiat al Polo della meccatronica di Rovereto. Niente rialzi dei target invece, «a causa
dell'incertezza sul cambio euro-dollaro». Smentiti anche i contatti con Hyundai, accreditata nei giorni scorsi di mire espansionistiche nei confronti di Fca.

«Meglio investire sul metano»

Del fatto che le auto elettriche siano il top del futuro, Marchionne è comunque poco convinto. «Possono sembrare - ha
affermato - una meraviglia tecnologica, soprattutto per abbattere i livelli di emissione nei centri urbani, ma si tratta di un'arma a doppio taglio. Se si procede senza prima risolvere il problema di come produrre l'energia da fonti pulite e rinnovabili, rappresenta una minaccia all'esistenza stessa del nostro pianeta. È certamente più utile concentrarsi sui miglioramenti dei motori tradizionali e lavorare alla diffusione di carburanti alternativi, soprattutto il metano». Tecnologia quest'ultima dove Fiat, non a caso, ha numeri fortissimi in Italia e in Europa.

Immediate le reazioni alle dichiarazioni di Marchionne. «Sono punti di vista, il mondo è bello perché ognuno ha il suo», ha risposto
l'amministratore delegato dell'Enel, Francesco Starace, dal Foro Italia Spagna, a Roma. Mentre il leader dei Cinque Stelle Luigi
Di Maio ha detto che «è sconfortante vedere che l'ad di un grande gruppo automobilistico internazionale preferisca
rallentare, quando invece è il momento di spingere l'acceleratore e andare incontro al futuro». Critico anche il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli che ha parlato di «posizione preistorica».

Mercato auto, settembre a +8,13. Vola Jeep con Compass (+44,3%)

Nel mese di settembre le immatricolazioni di auto in Italia sono cresciute dell'8,13% su base annua a 166.956 veicoli. Tra i singoli marchi, fortissimo il balzo di Jeep, che aumenta le sue immatricolazioni del 44,3% e ottiene una quota del 3,1% (la più alta mai ottenuta), grazie non solo alla Renegade ma anche per il contributo della Compass, ormai stabilmente tra le più vendute del suo segmento. Massiccia la presenza di modelli Fca tra le 10 vetture più vendute: sono ben sei tra le quali Panda, Tipo, Ypsilon e
500 ai primi quattro posti, oltre a 500X e 500L rispettivamente sesta e settima.

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