lunedì 18 febbraio 2019
Secondo la direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria "combattere l'analfabetismo economico è indispensabile"
Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria

Annamaria Lusardi, direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria

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«L’ignoranza non paga quando si tratta di scelte finanziarie». Annamaria Lusardi, economista e docente alla George Washington University, direttrice del Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, istituito nel 2017, è convinta che avere competenze di base sia indispensabile per le nuove generazioni. L’Italia sconta un ritardo "strutturale" ma grazie alle iniziative di sensibilizzazione fatte dal comitato qualcosa si muove. L’anno scorso ad ottobre, per il mese dell’informazione finanziaria, sono stati organizzati 352 eventi in 120 città. E quest’anno si replica con molte novità, dalle Olimpiadi per i liceali, alla campagna di sensibilizzazione sulle pensioni, tema quanto mai di attualità.

In cosa consiste il lavoro che sta facendo il Comitato nazionale da lei presieduto?
Il primo anno abbiamo iniziato facendo un programma di attuazione della strategia che era stata messa a punto dai ministeri competenti (Economia, Istruzione e Lavoro, ndr). Il primo grande progetto è stata la costruzione del portale Quello che conta (www.Quellocheconta.gov.it) un sito online per tutti nel quale ci sono semplici consigli e informazioni sui prodotti finanziari. Siamo partiti proprio dalla verifica su quale fosse la situazione in Italia, le nostre iniziative si basano il più possibile sulla ricerca. Il nostro è un Paese con un alto tasso di risparmio ma con un attitudine agli investimenti scarsa, c’è bisogno di maggiore consapevolezza, c’è una crisi di sfiducia verso le istituzioni, serve un luogo indipendente e rigoroso. La seconda iniziativa è stato il mese dell’educazione finanziaria lo scorso ottobre, abbiamo invitato tutti i soggetti interessati a fare informazione seguendo alcuni criteri, primo fra tutti quello del non profit. Uno dei compiti fondamentali del Comitato è appunto quello di programmare e coordinare le attività. Il legislatore si è reso conto che esistevano tante iniziative ma non coordinate; secondo un primo censimento delle iniziative di educazione finanziaria, i due terzi raggiungevano meno di mille persone.

Quali sono state le iniziative sul territorio?
Abbiamo tenuto conto dei bisogni degli italiani. Ad esempio le associazioni non profit hanno lavorato molto nelle scuole o con i gruppi vulnerabili. Abbiamo aperto le porte del Mef e fatto educazione finanizaria per i dipendenti del ministero e i loro figli, io stessa ho partecipato da "studente" ad un seminario sulle criptovalute, per capirle meglio. Tutti abbiamo bisogno di conoscenza finanziaria. Un altro esempio che voglio citare è l’iniziativa del comune di Paglieta in provincia di Chieti dove si è fatta educazione finanziaria nella sala comunale usando il portale Quellocheconta. Per attirare i giovani hanno anche messo in palio viaggi per visitare la Banca d’Italia a Roma. Un ottimo modello che si può esportare in ogni comune. In Italia le associazioni hanno una presenza capillare e noi vogliamo utilizzarla. Abbiamo collaborato inoltre con le università e le fondazioni bancarie.

Perché è stato scelto proprio il mese di ottobre?
Il mese di ottobre è stato scelto per diversi motivi. Inizia con la World Investor Week (la settimana dell’educazione dell’investitore ) e noi lo abbiamo inaugurato con una conferenza alla Banca d’Italia il 1 di ottobre. Il 31 ottobre invece è la giornata mondiale del risparmio e abbiamo chiuso il mese con una conferenza al Mef. Inoltre ottobre è simbolicamente il mese della semina; la conoscenza è un po’ come piantare semi che ci portano frutti nel percorso della nostra vita; serve per prenderci cura del nostro futuro.

Quali sono stati i temi più dibattuti, cosa vuole sapere la gente?
Sono stati affrontati molti temi. Ci sono state iniziative specifiche per le donne, nelle scuole per i ragazzi perché al momento in Italia non ci sono corsi curriculari di finanza personale, ci sono stati alcuni tentativi tramite l’alternanza scuola-lavoro. Una novità di quest’anno saranno le Olimpiadi di economia e finanza che il Miur e il Comitato hanno lanciato insieme e si concluderanno con una premiazione a maggio a Trieste. Si tratta di un’iniziativa rivolta agli studenti del primo triennio delle superiori, serve per avvicinare i giovani ad una materia considerata astrusa, da specialisti. Abbiamo ad esempio fatto opera di sensibilizzazione attraverso i media. Su Rainews 24 abbiamo realizzato una serie di incontri per parlare di specifiche questioni di scelte finanziarie. Se accresciamo le nostre conoscenze finanziarie, avremo dei benefici . È come per la salute: se abbiamo dei problemi andiamo dal medico ma per stare bene dobbiamo puntare sul buone pratiche come mangiare sano, non fumare, fare un po’ di esercizio fisico. Lo stesso discorso vale per le conoscenze finanziarie: bisogna mettere in atto buone pratiche di base per costruire il proprio futuro. Nel mondo di oggi ci è richiesto di prendere tante decisioni: dalla scelta del conto bancario, al tipo di investimenti per la pensione, all’educazione universitaria dei nostri figli.

Quali saranno le altre novità per il 2019?
Renderemo più dinamico il portale grazie anche ai fondi che riceveremo dalla commissione europea, a cui avevamo fatto richiesta. Continueremo a lavorare con tutte le istituzioni che possono aiutarci. A gennaio abbiamo firmato un protocollo d’intesa con Inail per fare educazione finanziaria sul posto di lavoro e ovviamente valuteremo quali saranno i riscontri. Abbiamo anche un accordo per promuovere l’educazione finanziaria previdenziale e assicurativa di cui parleremo in primavera. Il tema delle pensioni è fondamentale visto che in Italia c’è un invecchiamento della popolazione e che le regole stanno cambiamo molto velocemente. Creeremo in tal proposito delle connessioni con l’Inps sul portale. E molto di più.

Perché gli italiani sono meno preparati dal punto di vista finanziario?
L’alfabettizazione finanziaria è oggi equivalente al saper leggere e scrivere di qualche decennio fa, è una conoscenza di base necessaria. Il mondo è cambiato ma la scuola e le istituzioni non sono cambiate per sostenere questo cambiamento. E’ significativo che nel 2012, è stata inserita nell’indagine PISA dell’OCSE sul grado di preparazione degli studenti, la conoscenza finanziaria. Ci è resi conto che i giovani devono sapere di finanza. Nel 2012 eravamo penultimi dopo la Colombia. Nel 2015 c’è stato un miglioramento ma resta una consistente differenza di genere e una grossissima disparità territoriale. Una volta si investiva principalmente in titoli di Stato e immobili, oggi si devono conoscere molti altri strumenti finanziari e in particolare preparare i giovani. Che su questo non possono imparare dai genitori dati i cambiamenti nei mercati finanziari e nell’economia. Ricordiamo poi che in finanza non c’è niente di sicuro-i soldi sotto il materasso soffrono per l’inflazione; l’immobilismo porta alla perdita di potere d’acquisto. La conoscenza finanziaria è necessaria oggi, ci serve per capire il mondo intorno a noi, per decidere bene, per vivere meglio.

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