sabato 28 ottobre 2023
Il sottosegretario agli enti locali scrive ai sindaci per imporre di interrompere immediatamente le sperimentazioni che toglievano un giorno lavorativo per gli statali, a parità di stipendio
Londra ferma la settimana da 4 giorni. «Non è conveniente per i cittadini»

ANSA

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La settimana lavorativa da quattro giorni nel comparto pubblico non piace al governo britannico che, giovedì, ha sollecitato le amministrazioni locali a interrompere e rottamare le iniziative autorizzate per testare il modello “alternativo” di organizzazione del lavoro. Lee Rowley, sottosegretario ai rapporti con Regioni e Comuni, lo ha setto senza mezzi termini: ridurre l’orario di servizio degli impiegati mantenendo invariato il compenso « non è conveniente per i contribuenti».

La campagna che promuove la settimana lavorativa breve, di quattro giorni anziché di cinque, è approdata Oltremanica l’anno scorso per mezzo dell’associazione “4 Days Week Global” che, in collaborazione con il think tank Autonomy, accompagna le aziende di tutto il mondo nell’adattamento al modello messo a punto nel 2019 da Andrew Barnes, imprenditore inglese, e Charlotte Lockhart, consulente marketing neozelandese. Una soluzione innovativa di gestione del personale che punta sulla riduzione delle ore di lavoro per garantire una migliore qualità della vita dei dipendenti e, addirittura, un incremento della produttività. La sperimentazione di sei mesi avviata nel Regno Unito, tre anni dopo quella lanciata negli Stati Uniti, ha intercettato grande favore. Più di 70 sono le aziende che partecipato al programma per un totale di 3300 lavoratori. Compresi quelli di una birreria londinese e di negozio di “fish and chips” di Wells-nextthe- Sea.


Mentre i test nel settore privato hanno dato buoni risultati, quelli sugli impiegati dei Comuni non sono stati soddisfacenti

Solo tre società hanno abbandonato l’iniziativa prima della fine del semestre di prova; 56 l’hanno estesa oltre la scadenza mentre 18 l’hanno resa permanente. A gennaio 2023 il piano è stato adottato anche dal distretto del South Cambridgeshire amministrato dai Liberal Democratici. L’ente con sede a Cambourne, nell’Inghilterra del sud, è stato il primo e l’unico del comparto pubblico ad aver aperto al modello da 32 ore di lavoro. Autorizzato direttamente dal governo prima per tre mesi poi per un anno. Il via libera è maturato nella speranza che la settimana breve avrebbe attratto (e trattenuto) gli impiegati di cui gli uffici del personale erano sempre a caccia. E che, soprattutto, avrebbe potuto far risparmiare centinaia di migliaia di sterline sui costi degli ingaggi, molto più cari delle assunzioni dirette, procurati dalle agenzie di lavoro interinale. Circa 2 milioni di sterline all’anno per 23 dipendenti. I risultati certificati dal Bennet Institute dell’Università di Cambridge alla fine del primo trimestre della sperimentazione, di cui facevano parte anche i netturbini, erano stati tiepidi. Con qualche miglioramento, in termini di costi-benefici, ma non in tutti gli ambiti. Il “no” alla settimana lavorativa breve negli enti locali arrivato giovedì dal governo è piuttosto categorico. L’esecutivo, sottolinea la nota, « non si aspetta che i Comuni l’adottino » perché «non garantisce un buon rapporto qualità-prezzo per i contribuenti locali».

«Qualora questa indicazione fosse ignorata», prosegue, il ministero sarà chiamato «a monitorare le prestazioni da vicino» e a valutare opzioni per correggerne l’applicazione. Una minaccia, più che un’indicazione, che ha agitato gli animi di quanti a livello locale rivendicano margini di manovra più ampi a favore dell’innovazione. Il ministro Rowley ha sottolineato che “rispetta” il diritto dei Comuni a prendere le decisioni autonome su questioni rilevanti come la gestione del personale. Ma ha aggiunto che ci sono momenti, «questo è uno di quelli», in cui il governo deve intervenire per proteggere gli interessi dei contribuenti. Si è persino preoccupato di sottolineare che sta «esplorando altre misure» per tenere la settimana lavorativa da quattro giorni fuori dalla pubblica amministrazione. Almeno per il momento. Al vaglio potrebbero esserci sanzioni per chi non rispetta le direttive. Alla sperimentazione, che rischia di diventare fronte di un nuovo scontro politico, era interessato anche il consiglio comunale di Norwich, nella contea inglese di Norfolk. Il nodo è al centro del dibattito pure tra le fila dell’esecutivo scozzese che potrebbe aprire il settore pubblico al controverso modello entro la fine dell’anno.

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