
Roberto Gabrielli, responsabile della Direzione regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo - Maurizio Tosto
Tre poli tecnologici, due distretti industriali, e tutti nel Lazio. L'economia della regione del centro Italia ormai punta in alto, lo dimostra l’elevata specializzazione in alcuni settori avanzati, in particolare nella farmaceutica, nell’aerospazio, nelle telecomunicazioni, ma anche in settori più tradizionali come l’alimentare, i prodotti in ceramica, i prodotti della stampa, la cosmetica e detergenza. I tre poli tecnologici nati negli ultimi anni, il Farmaceutico del Lazio, l’Aerospaziale del Lazio e l’ICT romano, sono ad elevato contenuto hi-tech e a essi si aggiungono il distretto industriale della Ceramica di Civita Castellana e quello dell’Ortofrutta dell’Agro-pontino. Sono proprio loro a guidare la crescita dell'export laziale, raggiungendo risultati storici: nel 2024 la regione ha realizzato 32 miliardi di euro di esportazioni, un incremento dell’8,5% rispetto al 2023, a fronte di una sostanziale stabilità del dato nazionale. A guidare la locomotiva laziale è il settore della farmaceutica - primo nella regione, che ha circa il 40% del totale dell'export - che ha registrato un aumento del 21,6%, ma anche l’agroalimentare (+18,4%) e l’elettronica (+18,5%). Meno brillanti invece le performance dell'aerospazio, che ha registrato un calo dell'esportazione del 7,6%, l'automotive (-16,8%) e la metallurgia (-34,4%). La crescita sui mercati internazionali ha portato anche un aumento dei posti di lavoro: tra i settori spicca ad esempio l’aerospazio, con circa 3.400 addetti in più rispetto al 2012.
In ogni caso, il Lazio si conferma alla sesta posizione per export tra le regioni italiane, e questo soprattutto grazie ai poli e ai distretti: le esportazioni dei poli tecnologici hanno toccato nel 2024 un nuovo record storico, attestandosi a 16,2 miliardi di euro. Sia il polo farmaceutico laziale che l’ICT romano hanno registrato delle performance brillanti, con tassi di crescita delle esportazioni a doppia cifra, pari rispettivamente a +22,6% e +19,9%. Sono questi i dati che emergono dalla ricerca sui Distretti industriali e sui poli tecnologici del Lazio curata dal Research Department di Intesa Sanpaolo e presentata oggi a Roma da Paolo Musso, direttore commerciale Imprese Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo. Tra i dati più interessanti anche l’evoluzione del fatturato delle imprese manifatturiere laziali, che a fine 2023 ha registrato un incremento del 4,6% rispetto al 2022. La ricerca ha rivelato anche che quasi tutti i settori mostrano una crescita: spiccano in particolare i mezzi di trasporto (+15,5% nel 2023 rispetto al 2022), la chimica (+7,5%) e l’alimentare (+7,3%). Sono in espansione anche i servizi, in particolare quelli professionali (che includono ad esempio le attività legali e di contabilità, gli studi di architettura e la ricerca di personale), e l’ICT (che comprende i servizi di informazione e comunicazione, la produzione di software, la consulenza informatica e la ricerca scientifica). Per non parlare poi del numero si start-up innovative: il Lazio è al terzo posto in Italia, dietro Lombardia e Campania.
«L’economia laziale continua ad esprimere una buona capacità di interpretare il contesto generale grazie alla propensione all’export e alla presenza di distretti specialistici e comparti ad alto potenziale», ha commentato Roberto Gabrielli, responsabile della Direzione regionale Lazio e Abruzzo di Intesa Sanpaolo, e ha aggiunto che adesso la sfida più grande è aiutare le aziende laziali dotandole di strumenti adatti a rispondere «alle incertezze geopolitiche e dei prezzi».