venerdì 20 giugno 2014
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​Gli anni della Grande Crisi hanno provocato un nuovo fenomeno: quello della povertà energetica. Dietro al calo dei consumi, proseguito nel 2013, e ai primi segnali di alleggerimento sul versante tariffario, ha preso forma infatti un’emergenza sociale sottovalutata: sempre più famiglie e imprese fanno fatica a pagare le bollette della luce e del gas. È uno degli aspetti più drammatici contenuti nella relazione annuale presentata ieri dal presidente dell’Autorità per l’Energia, Guido Bortoni. «Nel 2012, con aggravamento nel 2013, le sofferenze correlate alla crisi si sono manifestate in maniera evidente sotto forma di morosità di imprese e famiglie». L’anno scorso i consumi elettrici si sono ulteriormente ridotti del 3,4%, mentre la domanda di gas ha segnato un crollo del 6,5%: livelli ben più pesanti rispetto alla contrazione registrata dal Pil nello stesso periodo (-1,9%). L’inverno dell’energia ha però coinvolto anche chi ha mantenuto inalterati i consumi. Nel corso del 2013, il numero di famiglie cui sono stati erogati bonus, sia elettrici, sia gas, è stato di oltre un milione e mezzo, eppure si tratta solo del 35% circa degli aventi diritto. Ecco perché, ha sottolineato Bortoni, «il problema della morosità ne richiama un altro ben più grave: quello della povertà energetica». I benefici che già ci sono (e che verranno)Il mercato dell’energia è stato dunque uno dei settori più colpiti dalla recessione, ma non sono mancati segnali positivi per famiglie e imprese. Nel settore del gas naturale, l’Autorità ha attuato diverse riforme sul mercato all’ingrosso per ricondurne il più velocemente possibile i prezzi all’andamento dei mercati europei; benefici poi trasferiti ai clienti finali. Per le imprese, c’è stata una riduzione di prezzo in controtendenza rispetto agli aumenti generalizzati negli altri Paesi dell’Eurozona (-5,2% contro il +3,9% della media Ue) mentre per le famiglie la diminuzione di prezzo a fine 2013 è stata del 7,2%. È sufficiente? No. Secondo l’Authority, i prezzi finali dell’energia in Italia sono ancora troppo alti.Oltre al nodo tariffe, l’impegno dell’ente regolatore del mercato rimane quello della semplificazione per gli utenti. L’obiettivo è arrivare in un futuro prossimo all’elaborazione di un "avviso" di bolletta composto da un unico foglio o poco più, che continuerebbe ad arrivare per posta e conterrebbe pochi dati anagrafici, di consumo e di spesa: il resto della bolletta sarà disponibile solo su Internet, dove si troveranno le altre informazioni nel dettaglio.Crisi ucraina e caso rinnovabiliCosa è cambiato invece sul fronte dell’offerta di energia? I leader di mercato per produzione restano tre: Enel, Edison ed Eni, con la prima società in posizione dominante sul versante della vendita diretta. Quanto al nostro parco di generazione, è radicalmente cambiato, con una quota di fonti rinnovabili che, in termini di potenza installata, al termine del 2013 ha superato il 37% del totale. «La rivoluzione del mix produttivo è ora tale – ha spiegato Bortoni – che una quota di circa il 30% della produzione nazionale offre a zero la vendita della propria energia». Il cambiamento del mix produttivo e della sua distribuzione territoriale ha inciso sensibilmente non soltanto sui mercati all’ingrosso, ma anche sul funzionamento del servizio di dispacciamento, creando nuovi rischi di «inefficienze e possibili criticità» per la stessa sicurezza del sistema. Sull’Italia e sul resto d’Europa incombono, infine, le incognite geopolitiche legate alla crisi ucraina, vero convitato di pietra dell’assemblea di ieri. L’anno scorso la dipendenza del Vecchio continente dalle ex Repubbliche sovietiche è aumentata, con importazioni di gas in crescita del 25%, a fronte di un’importante riduzione delle forniture dal Medio Oriente (-19%) e dall’Africa (-26%). L’incremento dell’approvvigionamento da Mosca e dai suoi "satelliti" ha compensato il significativo calo di offerta di Gnl in Europa, per effetto dello spostamento del mercato del gas liquefatto verso l’area del Pacifico.
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