mercoledì 11 giugno 2025
L’esercizio 2024 ha ottenuto una relazione «senza rilievi» dai revisori contabili. La somma al Pontefice «a sostegno delle opere di religione e di carità»
La sede dello Ior

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Oltre 32,8 milioni di utile netto, con una crescita del 7% rispetto al 2023, e 731,9 milioni di euro di patrimonio netto, con un aumento di 64,3 milioni in dodici mesi. Sono alcuni dei dati del Bilancio d’esercizio 2024 dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior), che ha diffuso ieri la tredicesima edizione del suo rapporto annuale. Il bilancio ha ottenuto una relazione «senza rilievi» dalla società di revisione contabile Mazars Italia, lo scorso 29 aprile, è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto e, come da Statuto, trasmesso alla Commissione Cardinalizia per le rispettive valutazioni. Il bilancio è stato inoltre redatto in conformità con i principi contabili internazionali Ias-Ifrs, un complesso di regole, protocolli e standard di conformità emanati allo scopo di allineare e unificare i parametri finanziari a livello globale.

In una nota, lo Ior evidenzia che, «in coerenza con gli obiettivi del piano strategico e adempiendo al suo ruolo primario di servire la Chiesa Cattolica nel mondo», nel 2024 tra i risultati conseguiti si segnala una raccolta complessiva di 5,7 miliardi di euro, tra depositi, conti correnti, gestori patrimoniali e titoli in custodia, gestita dall’Istituto rispetto ai 5,4 miliardi di euro del 2023. E ancora, si segnala il +5,8% di margine d’interesse, il +13,2% di margine commissionale, il +3,6% di margine di intermediazione rispetto al 2023, il +16,1% rispetto al 2023 per il Tier 1 ratio, pari a 69,43%, dovuto a una generale diminuzione dei rischi e all’aumento del patrimonio netto. La crescita dell’utile netto a 32,8 milioni di euro è stata ottenuta con il contributo positivo del margine di interesse, del margine commissionale e del margine d’intermediazione, «unitamente a un attento controllo dei costi».

Unico ente autorizzato a svolgere professionalmente attività di natura finanziaria nello Stato della Città del Vaticano, lo Ior serve oltre 12.000 clienti appartenenti alla Chiesa Cattolica o che operano al suo servizio, in più di 110 Paesi del mondo. Nel corso del 2024, lo Ior ha continuato ad ampliare la propria offerta di servizi bancari e di investimento, «il tutto in piena aderenza ai principi della Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica». La qualità dei servizi di investimento è confermata dalla performance delle linee di gestione patrimoniale dell’Istituto, che hanno riportato rendimenti positivi e, nel 79% dei casi, superiori al benchmark.

L’Istituto sottolinea che sono evidenti «numerosi miglioramenti di natura non finanziaria, in quanto lo Ior ha rafforzato funzioni chiave e assunto nuove risorse specializzate. Investimenti mirati hanno permesso lo sviluppo di una infrastruttura digitale e IT migliorata, con l’obiettivo di servire meglio i clienti». La robustezza del Tier 1 ratio, così come i coefficienti di liquidità, posizionano l’Istituto, viene fatto ancora notare, tra le più solide istituzioni finanziarie del mondo in termini di patrimonializzazione e liquidità.

Alla luce della solidità dei dati finanziari del bilancio 2024 e a fronte delle esigenze di patrimonializzazione dell’Istituto, la Commissione Cardinalizia «ha deliberato la distribuzione al Santo Padre di un dividendo pari a 13,8 milioni di euro, in coerenza con la missione dell’Istituto a sostegno delle opere di religione e di carità».

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