giovedì 3 dicembre 2015
COMMENTA E CONDIVIDI
​Da alcuni anni è in corso nei paesi industrializzati, e in Italia in modo particolare, un profondo dibattito sulla necessità e l’urgenza di considerare lo sviluppo economico di una nazione non più soltanto in termini meramente numerici di Prodotto interno lordo, ma anche e soprattutto in base a criteri molto più ampi e complessivi in grado di rispecchiare e tradurre in pratica un più autentico e onnicomprensivo indice di benessere dei cittadini. Questo insieme di indici o, meglio ancora, domini o dimensioni, è chiamato Bes, acronimo che sintetizza il concetto di "Benessere equo e sostenibile". Il Bes mira pertanto a valutare il progresso di una società e di una comunità tenendo in debito conto, oltre che aspetti economici, importanti fattori ambientali generali e specifici, declinati in base a fondamentali criteri di equità e sostenibilità sociale e collettiva. Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile, nato in Italia da un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat, si inquadra nel più ampio dibattito internazionale sul necessario e non più eludibile e rimandabile superamento del Pil. Per calcolare periodicamente la multidimensionalità del benessere, gli analisti prendono in considerazione dodici indicatori e la percezione che di essi hanno i cittadini interessati dal campione statistico.SALUTE Italiani sempre più longevi ma anche troppo sedentariTra i paesi europei, l’Italia vanta uno dei più elevati livelli di aspettiva di vita: al primo posto con 80,3 anni per gli uomini e al terzo con 85,2 per le donne. Migliorano rispetto al 2005 anche le condizioni di salute fisica e prosegue la riduzione di fumatori e bevitori. Ancora diffusi però stili di vita non virtuosi come sedentarietà e obesità (4 persone su 10). Ancora marcate e in aumento le differenze tra Nord e Sud.ISTRUZIONE-FORMAZIONE Si riduce il divario con l’Europa e c’è più partecipazione culturale L’Italia presenta un forte ritardo su istruzione e formazione rispetto alla media dei paesi europei, ma nell’ultimo anno l’aumento di laureati, diplomati e corsisti vari ha ridotto questo divario. Crescono i visitatori di mostre, musei e siti archeologici, ma diminuiscono i lettori di giornali. Forte il divario tra Nord e Sud. L’indice composito di istruzione e formazione migliora da 97,7 nel 2008 a 105,3 nel 2014.  LAVORO E TEMPI DI VITA Segni di ripresa dall’occupazione ma i giovani ne sono esclusiIl rapporto sul Bes relativo al 2014 individua già timidi segnali di crescita dell’occupazione, con un +0,2% rispetto al 2013 e gli occupati (20-64 anni) che salgono al 59,9%. Positiva la percezione della paura di perdere il lavoro, ma negativa la perdurante esclusione dei giovani dal mercato del lavoro soprattutto nel Mezzogiorno. L’indice composito di qualità del lavoro passa da 101,9 del 2008 a 94,9 del 2013 a 95,2 del 2014.BENESSERE ECONOMICO Migliora il reddito delle famiglie Al Sud però forte disuguaglianzaSegnali positivi riguardo al portafoglio degli italiani, con l’aumento del reddito disponibile (dello 0,7% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014) e del potere di acquisto a cui si associa una leggera crescita dei consumi. Il rischio di povertà e soprattutto la povertà assoluta hanno smesso di aumentare: dal 4,4% del 2001 è salita al 7,3 nel 2013 per ridiscendere al 6,8 nel 2014. Forte al Sud la disuguaglianza reddituale. RELAZIONE E SOCIALI Aumenta la fiducia negli altri e cala la partecipazione politicaAumenta la fiducia negli altri, ma cala la partecipazione politica. Dopo tre anni di decrescita, l’indicatore sulla partecipazione sociale si stabilizza al 23,1% mentre, dopo una crescita nel precedente biennio, cala quella politica soprattutto nel Centro-Nord e tra i giovani che o ne parlano o s’interessano: dal 48,9 al 42,9% e dal 64,3 al 62%. Quelli che ne trattano sul web sono il 12,1%.POLITICA E ISTITUZIONE Sempre di più le donne al comando Resta alta la sfiducia verso le istituzioniL’elemento più significativo nel quadro politico e istituzionale è la crescente presenza femminile nei centri decisionali politici ed economici. Per la prima volta le italiane al Parlamento europeo superano la media (40% contro 37%). Resta però alta la sfiducia verso i partiti (voto medio 2,4). Solo Vigili del fuovo e Foze dell’ordine conquistano la sufficienza (voto medio 7).SICUREZZA Rallenta la crescita dei reati per la crisi e diminuisce la violenza contro le donneNonostante l’aumento dei reati dovuti alla crisi economica (17,9 furti in abitazione ogni mille famiglie e 1,5 rapine ogni mille abitanti), la percezione di sicurezza sta salendo: da 54,1% del 2013 a 56,2% del 2014. L’Italia è poi il paese europeo con il più basso tasso di omicidi: 0,8 per 100mila abitanti. In leggero calo anche la violenza contro le donne: dal 7,7 del 2006 al 7% del 2014.BENESSERE SOGGETTIVO Giovani più ottimisti verso il futuro e cresce la soddisfazione personaleCresce l’ottimismo dei più giovani verso il futuro (nel 2013 i 14enni e oltre speranzosi in un miglioramento entro 5 anni erano il 24%, nel 2014 il 27%) e dimuisce il pessimismo nei contesti dove era più rilevante: al Sud passa dal 23,9% del 2013 al 19,3 del 2014. Ma l’incertezza dovuta alla lunga crisi non fa decollare la quota di cittadini che si dicono soddisfatti della vita: 35,4%. PAESAGGIO E BENI CULTURALI Scarsa tutela del patrimonio naturale Resta la piaga dell’abusivismo edilizioProgressi scarsi nella tutela dei beni paesaggistici e culturali. Un dato su tutti: l’Italia spende lo 0,3% del Pil, contro lo 0,8 della Francia e lo 0,5 della media europea. Perdura la piaga dell’abusivismo edilizio: nel 2014 ogni 100 costruzioni autorizzate 17,6 sono illegali. Infini cresce il giudizio negativo sul paesaggio del luogo di vita: da 18,3% del 2012 a 20,1% del 2014.AMBIENTE Nonostante qualche passo in avanti ancora critica la gestione delle risorseLe normative Ue hanno favorito un leggero miglioramento dell’ambiente, ma manca un grande piano del territorio. Nelle città è aumentato il verde, che nei capoluoghi copre il 2,7% del territorio (+0,7%). Cala un po’ l’inquinamento: nel 2014 passano da 44 a 35 i capoluoghi che sforavano il limite di Pm10. Resta alta la quota di rifiuti non differenziati: 31,5% nel 2014.RICERCA E INNOVAZIONE Troppo pochi gli investimenti e i brevetti Nell’high-tech Italia solo 20ª in EuropaLa quota di Pil destinata alla ricerca nel 2013 era pari all’1,31% (nel 2012 era 1,27%) e l’Italia è lontana dagli obiettivi di Europa 2020 (1,5%). Inoltre le domande di brevetto presentate per milione di abitanti sono solo 71,6 contro i 112,6 della media Ue. Stagnanti anche gli investimenti nell’high-tech dove l’Italia è 20ª nella classifica europea per occupazione nel settore.QUALITA' DEI SERVIZI Migliora l’accesso ad acqua, luce, gas Problemi per mobilità e servizi socialiMigliorano le erogazioni di energia elettrica, acqua e gas metano nelle case degli italiani, così come la raccolta differenziata dei rifiuti urbani: negli ultimi dieci anni dal 22,7% al 45,2%. Criticità invece nei servizi sociali e socio-sanitari, oltre che nelle carceri sovraffollate. Idem la mobilità con un’attesa media dei mezzi pubblici nelle città di 81 minuti nel Centro e 74 al Sud.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: