martedì 20 febbraio 2018
Nascono nuove competenze e nuove figure professionali con prospettive rilevanti in termini di occupazione e di carriera, come data scientist, demand manager, guest experience manager, revenue manager
I turismi italiani tra classifiche e opportunità
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«L'Italia è la meta desiderata di viaggio numero uno e questa è un'opportunità, ma anche un problema. Mentre in altri settori il tema è uscire dalla crisi, per il turismo la necessità principale è governare la crescita impetuosa. Non siamo in grado di sostenere questo
flusso turistico se non mettiamo in campo una strategia condivisa». Lo ha detto il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, intervenendo al convegno L'Italia e la sua reputazione: una potenza turistica, organizzato da Italiadecide in collaborazione con Intesa Sanpaolo. «Dobbiamo puntare su un turismo sostenibile e non solo ambientale - spiega il ministro -. Sostenibile nel senso che abbiamo bisogno di un turismo di qualità, non di quello mordi e fuggi che passa velocemente e non approfondisce. Dobbiamo ricercare l'eccellenza in tutti i campi che porta ricchezza in tutti i settori: dall'enogastronomia, allo shopping e all'arte».

L'Italia, infatti, è un museo diffuso e bisogna cercare di valorizzare soprattutto le aree interne e quelle rurali. Ci sono migliaia di luoghi che hanno le potenzialità per attrarre i turisti. È necessaria quindi un'intensa attività di promozione di tutto il territorio nazionale anche del Paese minore, non solo per distribuire ricchezza. ma per necessità. L'anno del cibo da questo punto di vista è un'opportunità straordinaria.

«Da 15 anni il turismo si è trasformato grazie a Internet - sottolinea Daniela Viglione, direttore scientifico di Italiadecide -. Nelle indagini on line siamo quasi sempre ai primi posti. Perdiamo invece posizioni nelle classifiche internazionali. Noi proponiamo degli indicatori su misura dell'Italia, che tengano conto della ricchezza offerta nelle aree interne e rurali, che offrono un'accoglienza familiare, con agriturismi e prodotti tipici di eccellenza. La reputazione di un Paese, che è data dalla percezione delle sue qualità, dalle esperienze dirette, dagli stereotipi, dalla comunicazione, dalle valutazioni di parti terze, ha il suo impatto nel turismo, dove ogni punto di incremento di reputazione determina una crescita del 3% del numero dei viaggiatori in arrivo. L’Italia si colloca al vertice dei desideri dei viaggiatori, ma in importanti classifiche viene collocata dietro a vecchi e nuovi concorrenti. Per questo italiadecide ha avviato una serie di analisi per capire le ragioni di questo posizionamento e alcune proposte per miglioralo, a partire da un nuovo indicatore “out of the map”, che dia valore misurabile all’unicità dell’Italia, in termini di ricchezza, varietà e specificità della nostra offerta turistica».

L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto di ricerca sulla reputazione dell’Italia nelle classifiche internazionali, che influenza la nostra capacità competitiva di attrarre risorse e talenti. Il turismo è un settore in forte crescita, interessato da profonde innovazioni, dove il nostro Paese risulta una potenza mondiale, con turisti, località visitate, spesa media e investimenti in crescita. Spesso, però, questo ruolo non trova adeguato riscontro nelle classifiche internazionali per l’ancora inadeguata disponibilità di dati in tempo reale e per l’arbitrarietà degli indicatori.

«L'Italia è considerata un paradosso - afferma Patrizia Asproni, presidente di Confcultura -. La sua diversità è spiazzante. Noi crediamo che invece debba essere riconosciuta come tratto rilevante e abilitante per definire la sua reputazione. La nostra proposta è quindi quella di creare noi un indice, un modello che contenga elementi di confronto che evidenzino quei punti di valore che il turismo più innovativo sta ricercando. Un indicatore affidabile che riconduca a dati oggettivi le peculiarità del Paese.

Così come le agenzie di rating possono influenzare le decisioni di investimento in un titolo, questi indici possono influenzare scelte strategiche e investimenti nel turismo e nell’indotto del turismo. Non sono quindi informazioni accessorie: sono informazioni chiave per gestire una destinazione. «Ogni indice di qualche validità è multidimensionale - precisa Euro Beinat, professore di Computer Science e Geoinformatica all'Università di Salisburgo -. Sintetizza le informazioni di una varietà di indicatori (chiamati anche fattori, o criteri o altro) per produrre un valore sintetico sul quale, ad esempio, creare classifiche o confrontare città, destinazioni, investimenti, piani eccetera. I valori non sono mai giusti o sbagliati. Possono essere condivisi e trasparenti, ma mai giusti o sbagliati in quanto sono espressione di ciò che persone, comunità o società nel loro complesso ritengono più importante. Se così non fosse, un indice potrebbe essere generato da un algoritmo/macchina sulla base di un sistema di valori universale, immutabile e accettato senza esitazione da ogni persona sul pianeta».

In questo scenario diventa decisivo prevedere i bisogni dei clienti e sviluppare i prodotti in relazione alle nuove domande, esigenze, aspirazione. Questo richiede una capacità di frontiera nel saper raccogliere, integrare, analizzare e utilizzare l’enorme quantità di dati oggi a disposizione di cui viene utilizzata oggi solo una piccola parte. «Le nuove tecnologie e i nuovi saperi - sostiene Mara Manente, direttore Ciset dell'Università Ca’Foscari di Venezia - possono contribuire in maniera decisiva a migliorare la qualità dell’offerta turistica, ad adeguarla alla domanda e a ridurre i costi. Nel settore dell’ospitalità e della ristorazione il 48% del tempo è dedicato ad attività di routine e prevedibili, (come il check-in e il check out) e il 94% delle ore dedicate a queste attività può essere già ad oggi automatizzato. Nascono invece nuove competenze e nuove figure professionali con prospettive rilevanti in termini di occupazione e di carriera, come data scientist, demand manager, guest experience manager, revenue manager».


Pierluigi Monceri, responsabile della Direzione Regionale Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo, ha illustrato il recente accordo firmato con il Mibact Patto per il turismo 4.0 a sostegno del sistema turistico italiano: «Per cogliere le opportunità rappresentate dalla crescente domanda turistica è necessario che il settore implementi investimenti, innovazione, piani di formazione e che sia in grado di proporre un’offerta integrata e digitale. Il nostro Gruppo crede fermamente nel Turismo e ha messo in campo competenze e risorse per cinque miliardi di euro per sostenere i progetti delle imprese che operano in questo settore».

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