martedì 27 agosto 2019
Salins si è presa il controllo delle saline di Margherita di Savoia, le più grandi d'Europa
I francesi conquistano il nostro sale
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Con il passaggio delle saline pugliesi di Margherita di Savoia al gruppo francese Salins l'Italia perde il controllo di un altro pezzo del suo sistema agroalimentare.

Le saline più grandi d'Europa

Un pezzo rilevante, dato che le saline in provincia di Barletta-Andria-Trani con i loro 4mila ettari di estensione e circa 700mila di tonnellate di produzione annua sono le più grandi d'Europa e le seconde nel mondo. Il passaggio a Salins non è avvenuto tramite una semplice cessione. Atisale, l'azienda controllata da Sapiasale che ha ottenuto dal demanio la concessione delle saline fino al 2029, si era indebitata con banca Monte dei Paschi di Siena. Nel 2011 aveva dato alla banca fidejussioni e pegni sul 100% delle azioni di Atisale e sul 77,4% di Salapia a garanzia di quei debiti, che negli anni non è stata in grado di onorare. L'azienda è finita in concordato preventivo, i prestiti sono diventati sofferenze e nell'ambito della necessaria pulizia del suo portafoglio Mps ha indetto una gara per cedere quei crediti con relative garanzie.

Acquisto da 5,4 milioni

Con un'offerta di 5,4 milioni i francesi – che già in Italia erano presenti con Cis, che importe sale dall'Europa e dall'Atlantico e lo lavora nello stabilimento di Porto Viro, in provincia di Rovigo – si sono aggiudicati il controllo dei pacchetti azioniari e, a ricaduta, delle saline di Margherita e di quelle, più piccole, di Sant'Antioco, in Sardegna, anch'esse di Salapia. Mps ha scartato l'offerta alternativa e di valore superiore (si parla di 5,6 milioni) arrivata dalla stessa Salapia in cordata con imprenditori locali e il passaggio ufficiale dovrebbe avvenire all'inizio dell'autunno. I sindacati sono preoccupati: Atisale ha 160 dipendenti che rischiano di pagare le possibili sinergie che deciderà di fare Salins. Il gruppo francese ha 150 anni di storia e 1500 dipendenti, produce ogni anno 4 milioni di tonnellate di sale ed è il leader europeo del settore.

Sosalt, unica italiana del sale marino

A questo punto in Italia resta soltanto un grande produttore di sale marino a controllo nazionale, cioè Sosalt, l'azienda della famiglia D'Alì Staiti che gestisce le saline di Trapani, da 80 milioni di tonnellate di sale all'anno di produzione, e che era azionista della stessa Salapia assieme alla famiglia leccese dei Semeraro. In pratica quasi l'intera produzione di sale marino italiano per il consumo è dei francesi (diverso il discorso del sale per usi industriali, dove si contano anche le 350 milioni di tonnellate prodotte in Sardegna dalla Conti Vecchi, che fa parte del gruppo Eni). Mentre un altro gruppo siciliano, Italkali, è leader nella produzione di salgemma, il sale estratto dalle miniere. I numeri del settore sono piccoli: all'origine la produzione vale circa 130 milioni di euro, 200 al consumo, il 30% va verso l'estero. I margini sono risicati e per migliorarli occorrerebbe valorizzare maggiormente il prodotto, facendo leva sulle denominazioni tipiche, che per ora proteggono solo il Sale di Trapani, un Igp. I francesi sono stati ad esempio abili a valorizzare il fleur de sel della Camargue, i cristalli di sale che si formano sullo strato superficiale delle vasche di evaporazione delle saline. Qualcosa che anche i salinari italiani conoscevano da anni ma che solo di recente hanno provato a proporre come "eccellenza" ai consumatori.

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