lunedì 2 ottobre 2017
Dietro il crack della compagnia inglese la caduta della sterlina e la crisi turca. Ma soprattutto il calo dei prezzi in un mercato dei cieli del Mediterraneo che si è fatto troppo competitivo
Uno dei Boeing della flotta di Monarch Airlines

Uno dei Boeing della flotta di Monarch Airlines

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Il fallimento di Monarch Airlines non può che far crescere i dubbi sulla sostenibilità del modello low cost. La compagnia britannica si è fermata all’improvviso poco dopo la mezzanotte di domenica: si è dichiarata insolvente e ha quindi dovuto restituire la licenza di volo al Caa, l’autorità dell’aviazione civile inglese. La stessa Caa in queste ore sta gestendo il ritorno in patria gratuito di 110mila viaggiatori del Regno Unito che erano all’estero e si sono trovati senza il volo di ritorno. Si tratta del rimpatrio più massiccio di cittadini britannici del Secondo dopoguerra. Ci sono poi altre 300mila persone che avevano comprato un biglietto per i prossimi mesi e ora si trovano in mano poco più che carta straccia. In assenza di un’assicurazione rischiano di doversi iscrivere alla lista dei creditori della compagnia, con poche speranze di rimborso.

Un mercato diventato iper-competitivo

Il caso di Monarch è molto diverso da quello dell’irlandese Ryanair, che intanto è tutt’altro che fallita ma si trova nei guai per incredibili errori nella gestione dei suoi piloti, però le due crisi hanno almeno un punto in comune. Alla base, come ha spiegato il ministro dei Trasporti britannico Chris Grayling, c’è «una guerra dei prezzi in corso nel Mediterraneo». Il peggioramento nella situazione politica nel Nordafrica ha drasticamente ridotto le possibili destinazioni turistiche dell’area, con i flussi che si sono concentrati su Italia, Grecia, Spagna e Portogallo facendo scendere i prezzi dei biglietti.

Non tutti possono reggere il calo. Il modello industriale di Monarch si basava sulle vacanze degli inglesi nelle coste del Sud Europa e nelle Canarie. Mercati che sono diventati troppo affollati perché una piccola compagnia low cost britannica potesse continuare a operarvi. A complicare le cose ci si sono messi anche altri due elementi: la crisi turca, che ha sostanzialmente eliminato quella che per Monarch era un’altra destinazione redditizia, e la Brexit, che ha provocato una brusca caduta della sterlina, con il relativo aumento dei costi operativi in euro e in dollari per un vettore britannico.

Brutte notizie anche per Alitalia

La bancarotta di Monarch è un segnale di allarme anche per gli ex rivali: la guerra dei prezzi per i voli sopra i cieli del Mediterraneo sembra destinata a durare e rischia di fare altre vittime. I grandi vettori europei si stanno gettando nel mercato del low cost: Lufthansa ha da poco annunciato il raddoppio della flotta di Eurowings mentre Air France ha appena lanciato il nuovo vettore economico Joon. I cieli d’Europa diventeranno ancora più competitivi. Se il futuro sembra molto meno sereno rispetto a pochi mesi anche per un gigante come Ryanair, figuriamoci per la sventurata Alitalia ancora in cerca di un nuovo padrone.

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