mercoledì 7 settembre 2022
Bergoglio incontrerà ad Assisi gli economisti, imprenditori e changemaker under 35 chiamati a «rinnovare l’economia». dal 22 al 24 settembre evento globale con mille partecipanti
La conferenza stampa di presentazione dell'appuntamento ad Assisi

La conferenza stampa di presentazione dell'appuntamento ad Assisi - Siciliani

COMMENTA E CONDIVIDI

Papa Francesco sarà ad Assisi il prossimo 24 settembre per incontrare i mille giovani che parteciperanno alla tre giorni “Economy of Francesco”. Sarà l’occasione per lanciare un “patto” per «cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani». Ieri nel presentare l’evento il vescovo della diocesi umbra, monsignor Domenico Sorrentino, ha espresso un auspicio e un sogno.


L’auspicio è quello «che questi giovani che firmeranno il patto col Papa si impegnino ad aprire un dialogo con l’economia reale, il mondo imprenditoriale, le istituzioni bancarie, i colossi energetici, i centri della finanza». Il sogno è che «ad Assisi, città-messaggio, città-simbolo, ora anche capitale di una nuova economia, un giorno, come il Papa oggi, i cosiddetti “grandi della terra” possano venire ad incontrarsi con i giovani del Patto, per ispirarsi alla profezia di Francesco e lasciarsi interrogare dalla loro passione giovanile». Da parte sua suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero vaticano per il servizio umano integrale, ha precisato che «"L’economia di Francesco" non è un evento», ma «è un processo già in atto, è un insieme di iniziative, una rete mondiale di giovani, che vedrà ad Assisi un momento pubblico, e da lì ripartirà per continuare nel quotidiano».

«Nessuno oggi dubita che l’economia mondiale abbia bisogno di un rinnovamento». È questa l’idea attorno a cui è nata “Economy of Francesco”, ha ricordato monsignor Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e presidente del Comitato organizzatore. «Tanti percorsi – sia del pensiero economico mainstream, sia del pensiero economico alternativo – ci stanno provando», ha fatto notare il presule: «Il Papa si è chiesto: perché non provare con i giovani? Hanno il talento dell’entusiasmo, della creatività, del futuro. Per comprendere "Economy of Francesco", occorre innanzitutto tener presente questo. La sua ambizione sta certo anche nel presente, non solo nel futuro, ma i frutti maturi probabilmente si vedranno col tempo». Il vescovo ha precisato che i giovani «non resteranno comunque sempre chiusi in un palazzo congressi», infatti «il secondo giorno, con i loro 12 villaggi tematici, si distribuiranno nei vari luoghi francescani della città, dalla Porziuncola alla Basilica di San Francesco, da San Damiano al Santuario della Spogliazione, e così via. Una full immersion nelle origini francescane».

La presentazione si è svolta nella Sala Stampa vaticana. Hanno assistito anche Luigino Bruni, ordinario di Economia Politica presso la Lumsa e direttore scientifico di “Economy of Francesco”, e Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi e membro del Comitato organizzatore. Sono intervenuti anche giovani coinvolti nell’iniziativa. La guatemalteca Lourdes Hércules, il brasiliano Tainã Santana, la filippina Aiza Asi, e l’italiana Giulia Gioeli, che ha riferito come alla tre giorni parteciperanno anche personalità “senior” del calibro di Vandana Shiva, Gaël Giraud, Stefano Zamagni, Vilson Groh, Leonardo Becchetti, Francesco Sylos Labini, Helen Alford, Jeffrey Sach, Kate Raworth.

Nel suo intervento suor Smerilli, anche lei membro del Comitato scientifico, ha spiegato che «Economia di Francesco è mettere insieme la profezia della Laudato si’ e della Fratelli tutti, e il coraggio di toccare, abbracciare la povertà, proprio di san Francesco di Assisi». Per la religiosa salesiana la Chiesa «deve gioire» di fronte a «tanti giovani che si mettono all’opera per dare corpo ai sogni e sperimentare la profezia di un’economia che non lascia nessuno indietro e che sa vivere in armonia con le persone e con la terra». «Tutta la Chiesa – ha aggiunto – deve sentirsi in dovere di informarsi, seguire e accompagnare questo processo, evitando la tentazione di voler inscatolare i giovani e i loro progetti in strutture preesistenti. Come Dicastero vogliamo impegnarci a custodire e accompagnare il cammino già intrapreso, desideriamo conoscere meglio questi giovani, aiutarci insieme ad essere a servizio delle Chiese locali, dove si vivono le sfide più grandi, dove gli esclusi hanno diritto di avere un nome e un cognome, dove c’è necessità dell’entusiasmo dei giovani e della loro creatività».


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI