sabato 10 dicembre 2022
Inoltre possono dare vita a un nuovo ciclo positivo anche in termini di assunzioni. Il V Rapporto su giovani e innovazione. Migliaia le offerte di lavoro
Le transizioni digitali e sostenibili contribuiscono ad aumentare l'occupazione

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Gli investimenti delle imprese nella duplice transizione digitale e "verde" generano una crescita di produttività che può arrivare fino al 14%. Entro il 2024, quasi un’impresa manifatturiera su tre prevede di investire nella digitalizzazione e nella sostenibilità ambientale. Ma le realtà più piccole stentano a tenere il passo, solo una su cinque lo farà in tre anni. Mentre il Mezzogiorno lancia segnali di reattività: il 36% delle imprese investirà nella duplice transizione, superando il 29% delle imprese del Centro-Nord. È quanto emerge da un’analisi di Unioncamere e del Centro Studi Tagliacarne su un’indagine condotta su un campione di 3mila imprese manifatturiere tra cinque e 499 addetti, rappresentativo dell’universo di 130mila imprese. Per accompagnare questa transizione “gemella” sempre più imprese puntano sull’acquisizione di competenze adeguate, attraverso attività formative di up-skilling e re-skilling ai propri dipendenti e formazione manageriale in tema di nuovi modelli di business, con effetti benefici sulla produttività che sale fino al 17% proprio quando gli investimenti nella duplice transizione sono accompagnati da quelli nel capitale umano. «I dati ci dicono che sono in aumento le imprese pronte a fare il salto di qualità investendo in digitalizzazione e sostenibilità. Ma ci sono ancora tanti imprenditori che da soli non riescono a compiere il cambio di passo e per questo vanno accompagnati», spiega il segretario generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli, che aggiunge: «Le Camere di commercio attraverso la loro rete territoriale dei Punti Impresa Digitale (Pid) hanno già aiutato oltre 500mila imprese a migliorare la propria maturità digitale. E stanno lavorando alla creazione dei Punti Energy Management (Pem) per supportare le pmi ad essere più efficienti nell’utilizzo delle risorse energetiche e a sfruttare le diverse agevolazioni predisposte dal governo». Tuttavia, c’è ancora una buona parte degli imprenditori che tra il 2022-2024 non ha in programma di fare alcun investimento in questa direzione o che prevede di fermarsi solo a metà di questo processo di transizione. Il 12% delle imprese investirà, infatti, solo nelle tecnologie digitali e il 22% solo nel green, mentre il 35% non investirà affatto rinunciando ad un’opportunità per diventare più competitive. Quando le imprese manifatturiere investono solo nelle tecnologie digitali la propria produttività aumenta fino al 12%, mentre cresce fino all’8% quando investono esclusivamente in sostenibilità ambientale. Benefici ancora maggiori si riscontrano quando le imprese investono in entrambi i campi: in questo caso l’effetto sulla crescita della produttività sale al +14%. Ma l’impatto sull’aumento della produttività si eleva al +17% quando gli investimenti nelle transizioni “gemelle” sono accompagnati da quelli nel capitale umano sia con attività di formazione diretta ai propri dipendenti di up-skilling/re-skilling sia in quella manageriale per l’innovazione di nuovi modelli di business. Investire nel capitale umano quindi conviene: il 37% delle imprese che hanno investito nella digitalizzazione e nella formazione dichiara di avere ottenuto una maggiore flessibilità per adeguare la produzione alle esigenze di mercato (contro il 22% di chi pur avendo investito nel digitale non ha puntato sulla formazione); il 44% un aumento della velocità di produzione (contro il 32%); il 52% maggiore qualità del prodotto e minori scarti (contro il 37%); il 53% minori errori e fermi macchina (contro il 40%). Mentre tra le imprese che hanno puntato sulla sostenibilità ambientale e investito sul capitale umano, il 44% ha riscontrato un aumento di competitività (contro il 39% di quelle che hanno fatto investimenti sempre nel green ma non nelle risorse umane).

Il mercato digitale chiuderà l'anno in crescita

​Nei primi sei mesi del 2022, il mercato digitale ha fatto registrare un valore di 37.163 milioni di euro, con una crescita del 3% rispetto ai primi sei mesi del 2021. Ad avere la crescita percentuale più sostenuta sono stati i settori dei Servizi Ict (+7,2%), spinti soprattutto dal mercato Cloud (+25,5%), e dei Contenuti e pubblicità digitale (+7,1%). Le dinamiche economiche generali della seconda metà del 2022, influenzate da una flessione dei consumi delle famiglie e da un rallentamento del Pil, porteranno il mercato digitale a crescere a fine anno del 2,1%, per un valore complessivo di 76.836 milioni di euro. Per quanto riguarda invece le previsioni per i prossimi anni, nel 2023 si stima un aumento del mercato digitale italiano migliorativo rispetto al 2022, con una crescita pari al 3% e un ammontare complessivo di 79.138 milioni di euro. Per i successivi anni si ipotizza invece un aumento più sostenuto: +4,8% nel 2024 (82.909 milioni di euro) e +5,3% nel 2025, con un mercato che nel 2025 potrebbe superare gli 87 miliardi di euro. Nel periodo 2023-2025 tutti i comparti sono previsti in crescita, ad eccezione ancora una volta di quello dei Servizi di rete. Inoltre, tra il 2022 e il 2025, i Digital Enabler è prevedibile che continuino a essere un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano, grazie alle tante iniziative di trasformazione digitale che continueranno a nascere nelle aziende. Il Rapporto sul Digitale in Italia mette in evidenza anche come gli attacchi informatici siano continuati a crescere numericamente, a livello globale, nel corso del 2022, rappresentando una seria minaccia per la trasformazione digitale in corso. Da una parte, sono proprio una diretta conseguenza della crescente digitalizzazione e della diffusione dello smart working, dall’altra, l’aumento è imputabile anche all’esplosione del conflitto russo-ucraino. Aziende e Pubbliche amministrazioni sono pertanto particolarmente esposte e la sicurezza informatica è divenuta centrale nelle loro strategie. Il trend del mercato Cybersecurity risulta in forte espansione (+13,5% nel 2022, con una previsione di crescita media nel periodo 2021-2025 del 14%), mentre un ruolo importante per la difesa e la gestione degli attacchi lo avrà anche la normativa e la strategia di sicurezza informatica nazionale.

Le quattro figure chiave del digitale nel 2023

La Digital Native Agency Caffeina (caffeina.com), osservando i bisogni e le esigenze del mercato, ha stilato quelle che saranno le quattro figure professionali più richieste in ambito digitale nel 2023:

- Crm ed eCommerce manager: la ricerca di queste figure è in costante aumento, poiché la customer experience, il processo di scelta e l’esperienza di acquisto sono sempre più ibridate tra fisico e digitale. Risulta quindi fondamentale avere profili ad hoc che si occupino di e ottimizzare queste traiettorie, definite “journey”, concentrandosi su canali, store ed engagement dei consumatori, con un occhio alla Generazione Z.


- People Manager (un HR 2.0): secondo LinkedIn, il 75% dei potenziali candidati effettua ricerche sulla reputazione dell’azienda prima di presentarsi per una posizione, e quasi il 70% dei candidati non accetterebbe un’offerta da un datore di lavoro con una cattiva reputazione. L’Employer Branding non è più un optional, per chi vuole contrastare la great resignation di cui tanto si parla. Il focus è sulla comunicazione e l’allineamento autentico tra obiettivi aziendali e ambizioni personali. L’attenzione è sullo stimolare una vera crescita proattiva, e questo passa dalla cultura manageriale: anche perché troppo spesso “quiet quitting” è solo “missing feedback.

- Cybersecurity Manager: l’attualità lo dimostra: sono all’ordine del giorno gli attacchi alla sicurezza informatica delle piccole e medie imprese, così come della pubblica amministrazione e di grandi multinazionali. Le aziende devono presidiare i propri perimetri di cybersecurity, enormemente ampliati dal ricorso al lavoro agile. I dati sensibili sono a rischio: un attacco malevolo o pochi minuti di distrazione possono distruggere la reputazione costruita in anni. Ecco perché servono profili dedicati sulla protezione del business.

- Metaverse Consultant: il Metaverso non è oggi, ma sarà domani. Interpretando le ultime mosse dei grandi player, sembra che le prime applicazioni saranno più orientate all’ambito business che consumer. Farsi trovare pronti, credibili e autentici non sarà facile. Figure consulenziali specializzate saranno fondamentali per cogliere le opportunità vere, e non cadere nella trappola dei vanity project.

Trasformazione digitale, accordo Polimi e Atos Italia

Impresa e mondo accademico uniscono le forze per trovare risposte e risorse alle sfide della trasformazione digitale, a supporto dello sviluppo tecnologico di aziende e pubbliche amministrazioni e con percorsi congiunti di formazione e attivazione culturale sulle competenze informatiche. Con questo obiettivo Politecnico di Milano e Atos Italia hanno firmato un accordo di collaborazione di durata triennale che favorirà progettualità comuni di didattica, trasferimento tecnologico, ricerca applicata su ambiti di frontiera nel campo della digitalizzazione, quali Digital Twin, High Performance Computing, Intelligenza Artificiale, Cybersecurity e Internet of Things. La collaborazione promuove percorsi accademici nuovi, in particolare le Atos Advanced Academy - programmi su misura rivolti a nuovi assunti e professionisti dell’azienda e il Corso di Laurea Magistrale sull’High Performance Computing Engineering, primo in Italia sul tema. Cuore dell’accordo è poi il lavoro di ricerca scientifica e applicata, sul quale i due partner puntano a individuare insieme iniziative - nazionali e internazionali, pubbliche e private - che combinino il know-how accademico dei dipartimenti dell’Ateneo e quello industriale e manageriale dell’azienda. L’intesa si rivolgerà primariamente a progetti nel quadro del Pnrr per la collaborazione su aree di sviluppo strategico del Paese nei campi dell’innovazione e della transizione digitale.

V Rapporto su giovani e innovazione

Durante la V edizione del Premio Angi-Oscar dell’Innovazione, è stata presentata la ricerca realizzata dall’Osservatorio Angi Ricerche in collaborazione con Lab21.01 sul rapporto complesso e articolato tra i giovani, l’innovazione, il mondo del lavoro e la politica. L’indagine demoscopica è stata realizzata nel mese di novembre 2022 su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne composta da 1.500 intervistati con un sovra campionamento di 500 casi sul target 18-24 anni di età. Tra gli elementi fondanti del rapporto tra open innovation e grandi aziende i giovani innovatori italiani mettono al primo posto “ricerca e sviluppo” con il 34% delle preferenze, seguito da “call for ideas” (25%), “Giovani talenti” (20%), “centri di ricerca e università” (16%), “formazione continua” (5%). Le principali difficoltà nel trovare il lavoro sono rintracciate e definite in maniera netta dai giovani innovatori italiani che vedono al primo posto la mancanza di esperienza e la scarsa propensione ad assumere da parte delle aziende (66%-54%); ancora appare evidente come nel 28% dei giovani intervistati la laurea spesso invece di essere un elemento distintivo e discriminante in maniera positiva può apparire un ostacolo per l’ingresso nel mondo del lavoro. Alla domanda diretta su come si potrebbe migliorare il contatto tra studenti e aziende il 42% degli intervistati tra i 18-24 anni di età risponde “facendo fare esperienza piuttosto che chiedendola”, seguito in seconda posizione dal merito (33%) e dalla formazione (26%). Per i giovani italiani un’impresa è negativa se “investe in tecnologia all’avanguardia” (37%), “ha un gruppo dirigenziale giovane” (25%) e “utilizza strumenti digitali” (14%). I mega trend dell’innovazione restano immutati rispetto allo scorso anno e vedono tra le preferenze dei giovani innovatori italiani al primo posto “intelligenza artificiale” (21%), “realtà aumentata” (16%) e “blockchain” (12%). Tra le competenze vincenti che devono avere i giovani italiani al primo posto troviamo con il 43% “conoscenza strumenti digitali” tallonata dall’ambizione voglia di crescere (40%) e dalla conoscenza dei social network e dalla lingua inglese. Per quanto riguarda la trasformazione tecnologica e digitale i giovani italiani ritengono che il primo elemento fondamentale sia l’arresto della fuga dei cervelli (32%) seguito dall’aumento di livello di competitività economica dell’Italia rispetto i Paesi Ue (26%) e dall’aumento degli investimenti pubblici e privati in alta formazione digitale (19%). La fuga di cervelli infatti è ritenuta un problema centrale per il (76,1%) dei giovani italiani intervistati.

Migliaia di opportunità nel pubblico e nel privato

Open Fiber, tenendo conto dei bandi del Piano Italia a 1 Giga, ha stimato la necessità di assumere circa 3-4 mila risorse aggiuntive, per la costruzione, su tutto il territorio nazionale, della sua infrastruttura di rete a banda ultralarga. Inoltre ha annunciato il lancio, in Liguria, di una nuova campagna di assunzioni, per la ricerca di figure specializzate nella posa della fibra ottica, oltre che di giuntisti, collaudatori e operatori addetti ai lavori civili. Quella dei Recruiting Day rappresenta un’iniziativa che Open Fiber Network Solutions ha sostenuto in collaborazione con le amministrazioni regionali per rispondere all’attuale fabbisogno di nuova forza lavoro. Campagne simili sono già state avviate in altre regioni d’Italia, come per esempio Toscana e Lazio, ponendosi l’obiettivo di replicarle ed estenderle anche ad altre aree geografiche.

Ita Airways ha dato il via libera al piano di assunzioni 2023 che comporta l’ingresso di oltre 1.200 nuove risorse, nelle posizioni di assistenti di volo, aspiranti e certificati, piloti e comandanti. Già nei prossimi giorni comincerà un piano di recruitment in collaborazione con la società Cving nelle principali città italiane. Il nuovo personale navigante verrà selezionato in vista del potenziamento della flotta Ita Airways, che partendo dagli attuali 65 velivoli vedrà l’arrivo di 39 macchine, di cui 9 di lungo raggio nel 2023. Gli interessati alle future assunzioni e alle offerte di lavoro attive possono quindi visitare la pagina LinkedIn aziendale, raggiungibile anche dal sito web della compagnia.

Aqp-Acquedotto Pugliese, gestore pubblico del servizio idrico della Puglia, prevede di inserire 635 nuovi dipendenti in organico. Aqp ha presentato il Piano Strategico 2022 – 2026, che mira al recupero di 44 milioni di metri cubi di acqua e all’implementazione di un sistema di economia circolare, con la gestione in house di 130mila tonnellate di fanghi. Per arrivare allo svolgimento di questi progetti è richiesto un investimento di oltre 2 milioni di euro. Le nuove risorse saranno reclutate anche mediante nuovi concorsi. I primi inserimenti avverranno già entro la fine del 2022, con l’entrata in azienda di 227 nuovi addetti. L’azienda garantirà un percorso di formazione tra le 600 e le 635 unità di personale nell’arco dei prossimi quattro anni. Per maggiori informazioni: aqp.it.

L'1 dicembre 2022 Argotec, azienda recentemente protagonista delle missioni della Nasa, Dart e Artemis 1, ha assunto il suo 100esimo dipendente e continua a cercare personale. L’azienda del
settore spazio fondata da David Avino e basata a Torino, per la prima volta dalla fondazione arriva ad avere 100 dipendenti: un punto di partenza per arrivare a 200 assunti nel 2023, questo è l’obiettivo a cui punta insieme all’intenzione di quintuplicare la sua superficie produttiva, in linea con i piani di crescita. Già nel mese di giugno 2022 l’azienda aveva annunciato un corposo piano di assunzioni a cui avevano risposto migliaia di persone. Ingegneri ed esperti in materie Stem, ma anche esperti in ambito legale, economico, della comunicazione e amministrativo. Sul sito dell’azienda, intanto, sono una ventina le posizioni aperte nella sezione “Carriere”.

Sono stati pubblicati due bandi per l’assunzione di 50 persone a tempo determinato che Formez PA impiegherà nei progetti che l’istituto porta avanti per conto delle pubbliche amministrazioni in tutta Italia. Un bando è riservato ai diplomati (con inquadramento professionale B1) e l’altro ai laureati (con inquadramento professionale C1). I primi 25 selezionati da ognuno dei due bandi entreranno a far parte della squadra di Formez PA ma anche coloro che non riusciranno ad entrare fra i primi 50, potranno essere chiamati in futuro dall’Istituto, in quanto le due graduatorie resteranno aperte per 18 mesi. La durata del contratto è di 12 mesi e si può fare domanda fino alle ore 20 e non oltre, del 15 dicembre 2022. Non potranno candidarsi, pena l’esclusione e, comunque, non potranno essere contrattualizzati, coloro i quali abbiano avuto precedenti contratti di lavoro subordinato con il Formez PA, anche non continuativi. I candidati saranno selezionati in base ai titoli, a una prova tecnica e un colloquio. L’elenco degli ammessi alla prova tecnica e il luogo di svolgimento della stessa saranno resi noti almeno cinque giorni prima della data di svolgimento della stessa, mediante avviso pubblicato sul sito istituzionale di Formez PA, alla sezione Lavora con noi, voce Bandi, che avrà valore di notifica. Saranno ammessi alla successiva fase di valutazione dei titoli e al colloquio, i primi 100 candidati di ognuno dei due bandi. Coloro che risulteranno essere, fra i primi 25 di ogni graduatoria, parteciperanno a un percorso formativo prima di entrare nel vivo delle attività di Formez PA. Per avere maggiori informazioni sulle modalità di iscrizione, sui requisiti dei bandi, sulle prove selettive e i criteri di selezione, vai ai bandi: Vai al bando - Codice TD_C1; Vai al bando Codice TD_B1.











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