giovedì 15 febbraio 2024
Le previsioni d'inverno della Commissione Ue rivedono l'aumento del Pil. Gentiloni: incertezza elevata. Bene l'inflazione che si attesterà al 2,7%. Lagarde sul taglio dei tassi: non correremo rischi
Il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha presentato le previsioni d'inverno

Il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni ha presentato le previsioni d'inverno - Ansa

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Avanti piano, con il freno a mano delle tensioni geopolitiche. La Commissione Ue è costretta a rivedere al ribasso le stime sulla crescita attesa nell'Eurozona nel 2024, con il Pil in aumento solo dello 0,8% (dall'1,2% indicato a novembre) e dell'1,2% nel 2025 (dall'1,6%). L'ampia stagnazione nel 2023, trainata in particolare dalla Germania, si è trasferita in un debole slancio a inizio anno ma la previsione è di una graduale accelerazione nel corso dell'anno. La crescita dei salari reali e la resilienza del mercato del lavoro dovrebbero sostenere la ripresa dei consumi. Il Pil crescerà in tutti i Paesi Ue.

Nelle previsioni della Commissione europea "l'equilibrio dei rischi è sbilanciato verso esiti più avversi. L'incertezza rimane eccezionalmente elevata, in un contesto di prolungate tensioni geopolitiche e del rischio di un ulteriore ampliamento della crisi in Medio Oriente" ha detto il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni presentando i dati. Si tratta di stime "circondate dall'incertezza" per il protrarsi delle tensioni geopolitiche e il rischio di un ulteriore ampliamento del conflitto in Medio Oriente. L'esecutivo comunitario al momento prevede che l'aumento dei costi di spedizione a seguito delle interruzioni del commercio nel Mar Rosso avrà solo un impatto marginale sull'inflazione. Ulteriori interruzioni potrebbero, tuttavia, provocare nuovi colli di bottiglia nell'offerta che potrebbero soffocare la produzione e far salire i prezzi.

Buone notizie sul fronte dell’inflazione con le previsioni di inverno che correggono al ribasso quelle autunnali: la stima è del 2,7% nell’Eurozona e del 2% in Italia nel 2024, del 2,2% e del 2,3% nel 2025. La presidente della Bce Christine Lagarde parlando alla commissione Affari Economici e Monetari dell'Eurocamera ha sottolineato che i dati "confermano il processo di disinflazione in corso” che continuerà anche nel 2024. Sui tassi di interesse ha assicurato la presidente Bce "continueremo a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione”. Nessuna corsa in avanti, insomma, ma la massima prudenza. Il taglio primo dei tassi, secondo le previsioni più accreditate, sarà in primavera ma Lagarde non si è sbilanciata. "Siamo fiduciosi che in termini di direzione ci stiamo muovendo verso il 2% in maniera tempestiva ma al momento non abbiamo abbastanza per essere certi della solidità" di questo esito "e non vogliamo correre il rischio di una inversione. Ecco perché abbiamo bisogno di ulteriore fiducia" ha detto. Dalla Lagarde è arrivato anche un appello a rafforzare l’unione monetaria. “La nostra moneta unica è più forte che mai. Le prossime Europee saranno un'opportunità per un programma ambizioso” di consolidamento perché "i primi 25 anni della moneta unica sono stati un successo ma non tutti i traguardi dell'unione monetaria sono stati raggiunti” ha spiegato.

In Italia le previsioni sono in linea con quelle del resto dell'Eurozona di una crescita dello 0,7% rispetto allo 0,9% indicato nelle stime di novembre e ormai quasi la metà rispetto alla previsioni della Nadef (1,2%). Confermato invece il dato dell'1,2% per il 2025. Secondo la Commissione in Italia "la produzione economica continuerà a crescere lentamente nel 2024, con il potere d'acquisto delle famiglie che dovrebbe beneficiare della disinflazione e dell'aumento dei salari, in un contesto di mercato del lavoro resiliente". Anche "gli investimenti sono destinati a riprendersi, guidati da progetti infrastrutturali finanziati dal governo e dal Pnrr che compensano il freno derivante dalla minore spesa per la costruzione di alloggi". Revisione al ribasso anche per il dato relativo al 2023 con la crescita che si è fermata allo 0,6% "leggermente al di sotto delle previsioni dell'autunno, poiché i consumi privati si sono moderati e gli investimenti hanno subito un notevole rallentamento, a causa dell'aumento dei costi di finanziamento e della graduale eliminazione dei crediti d'imposta per la ristrutturazione delle abitazioni" spiega la Commissione.

Sulla delicata vicenda dei super-bonus dell'edilizia Gentiloni ha commentanto che anche se "non spetta alla Commissione dire se le decisioni prese dai governi, siano positive. Certamente il fatto che il governo italiano abbia preso in considerazione l'impatto di queste misure è ragionevole".

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