sabato 24 settembre 2022
La "Amazon delle auto" italiana a gennaio era stata acquisita da Cazoo. Che ne giro di otto mesi ha fatto retromarcia e deciso di chiudere tutto. Spegnendo le prospettive di 180 dipendenti
La factory di Reggio Emilia di Brumbrum in una foto del 2019

La factory di Reggio Emilia di Brumbrum in una foto del 2019 - Brumbrum

COMMENTA E CONDIVIDI

Comprata a gennaio e chiusa a settembre. L’avventura di Brumbrum, la startup italiana della vendita di auto online, ha avuto una fine brutta e surreale.

«Non vedo l’ora di dare il benvenuto al team di Brumbrum a Cazoo e di lavorare con loro per offrire la migliore esperienza di acquisto di auto ai consumatori italiani» annunciava Alex Chesterman, fondatore e ceo di Cazoo, lo scorso gennaio. Cazoo era un marchio che gli italiani appassionati di calcio inglese avevano iniziato a conoscere perché lo avevano visto sulla maglia dell’Everton quando ad allenarlo c’era Carlo Ancelotti. Brumbrum iniziava ad essere abbastanza conosciuta: la startup fondata nel 2016 dall’imprenditore reggiano Francesco Banfi si stava affermando nella vendita di automobili online. Brumbrum comprava auto usate, le sistemava nel grande stabilimento di Mancasale, alla periferia di Reggio Emilia, e le consegnava a casa dei clienti. Nel tempo si era allargata anche al noleggio a lungo termine e alla vendita di auto a km zero. L’Amazon delle automobile, la definiva qualcuno.

L'acquisto da 80 milioni

Funzionava. In cinque anni Brumbrum ha raccolto trenta milioni di euro di investimenti e nell’estate del 2021 ha incassato altri 65 milioni in un’innovativa operazione di “cartolarizzazione” del parco auto. Cazoo è nata dopo, nel 2018, ma partendo dal Regno Unito ha avuto rapido accesso a capitali più abbondanti. Dopo avere ottenuto circa 450 milioni di dollari dagli investitori in tre anni, nell’estate del 2021 è arrivata fino a Wall Street, conquistando una valutazione di 7 miliardi di dollari e incassando circa un altro miliardo dalla vendita delle azioni.

Quando il gruppo britannico si è guardato attorno per crescere fuori dal Regno Unito ha visto in Brumbrum la strada più veloce per imporsi in Italia. Con una trattativa conclusa tra Natale e Capodanno del 2021, Cazoo ha comprato Brumbrum per 80 milioni di euro. L’acquisizione è stata completata il 25 gennaio 2022. A marzo Cazoo ha chiamato a guidare l’attività italiana un top manager di Amazon, Tommaso Debenedetti. A giugno Brumbrum è stata rinominata Cazoo Italia. Il progetto per la crescita c’era davvero. Cazoo ha assunto decine di nuove persone e ha investito molto su marketing e visibilità, fino a diventare lo sponsor principale del Bologna calcio, secondo la stessa strategia adottata negli altri mercati europei in cui si è affacciata: Germania, Francia e Spagna.

I giocatori del Bologna con le maglie sponsorizzate da Cazoo

I giocatori del Bologna con le maglie sponsorizzate da Cazoo - Bologna FC

L'incredibile retromarcia

Poi la situazione ha preso una piega del tutto imprevedibile. Chiuso il primo semestre con una perdita di 243 milioni di sterline su 668 milioni di ricavi, ad agosto Cazoo ha annunciato l’avvio di una “revisione” della sua attività europea. Per le startup è normale perdere soldi mentre si lavora sulla crescita e coprire il passivo con le risorse che entrano dagli investitori (ancora a febbraio Cazoo ha raccolto 680 milioni di dollari con un nuovo bond). La stessa Brumbrum aveva chiuso il 2021 con 16 milioni di perdite su 29,5 milioni di fatturato.

Una strategia industriale discutibile (Cazoo contava di consegnare le auto a casa del cliente in 48 ore in stile Amazon Prime) e un consumo di capitale enorme, sommati a un contesto reso più difficile dalla carenza di auto usate e dall’incertezza provocata dalla guerra ha portato a una retromarcia incredibile. L’8 di settembre l’azienda ha comunicato l’esito della revisione: per risparmiare 100 milioni di sterline all’anno chiuderà tutte l’attività fuori dal Regno Unito. Addio a Germania, Spagna, Francia e, naturalmente, all’Italia. «Questa decisione accelererà concretamente il suo percorso verso la redditività e rimuoverà la necessità di raccogliere ulteriori finanziamenti esterni» promette Cazoo, il cui titolo a Wall Street ha perso il 92% da gennaio, da 6 dollari a 48 centesimi.

Alex Chesterton, fondatore di Cazoo

Alex Chesterton, fondatore di Cazoo - Cazoo

Le prospettive dei dipendenti

Ai circa 180 dipendenti italiani della ex Brumbrum sono state inviate le lettere per l’avvio della procedura di licenziamento: Cazoo Italia dovrà pagare gli stipendi ancora per 75 giorni prima di chiudere i loro contratti. I sindacati sperano che qualcuno rilanci il progetto rilevando l’attività. Magari il fondatore Banfi, uscito dalla società dopo la cessione. Ma è molto improbabile: il modo in cui Cazoo ha gestito la chiusura, affrettando l’avvio della procedura di liquidazione, rende estremamente complicato un passaggio di proprietà. Soprattutto per un’azienda tecnologica, il cui capitale umano si disperde molto rapidamente: programmatori, specialisti dei dati e del commercio digitale sono richiestissimi dal mercato, ci mettono poco a trovare un altro lavoro. Più difficili le prospettive di lavoro dei circa 70 addetti all’officina a Reggio Emilia, travolti dagli errori di Chesterman e dei suoi manager in questa frenetica follia da capitalismo digitale.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI