lunedì 18 luglio 2022
Beneficiari sono solo i lavoratori dipendenti privati come indennizzo per i rincari dei carburanti. I buoni valgono anche per la ricarica dei veicoli elettrici
Bonus benzina: come funziona e a chi spettano i 200 euro
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Caduti gli ultimi dubbi interpretativi, il bonus carburanti può partire sul serio, circa due mesi dopo la conversione in legge del decreto approvato il 21 marzo scorso. In sintesi: tutti i datori di lavoro del settore privato potranno erogare ai propri dipendenti, per il solo periodo d’imposta 2022, un buono esentasse del valore massimo di 200 euro da utilizzare per l’acquisto di carburante per autotrazione, quindi benzina, gasolio, Gpl o metano. E anche per ricaricare la batteria dei veicoli elettrici o ibridi plug-in. Questo era uno dei punti interrogativi chiariti dalla circolare 27 emanata dall’Agenzia delle entrate il 14 luglio. Il governo per questa misura ha stanziato 9,9 milioni di euro per l'anno 2022 e 0,9 milioni per il 2023.

Chi può fruirne. Tutti possono avere il bonus indipendentemente dall'entità dello stipendio, visto che la concessione del bonus non è legata a limiti reddituali. Per ottenerlo non è necessaria alcuna domanda da parte del dipendente: sarà il datore di lavoro a decidere se erogarlo e di che importo. A godere del beneficio sono i datori di lavoro privati e i lavoratori autonomi che dispongano di dipendenti, ma non le amministrazioni pubbliche; i destinatari, invece, sono i titolari di reddito dipendente, senza limiti di ruolo e di retribuzione, compresi, quindi, stagisti, lavoratori a progetto e a tempo parziale e co.co.co.

Come ottenerlo. Per l’erogazione non sono necessari accordi contrattuali preventivi; i buoni benzina vanno utilizzati per i rifornimenti di qualsiasi tipo di carburante (benzina, gasolio, Gpl e metano) o, come specifica la circolare, anche per la ricarica di veicoli elettrici. Il bonus di 200 euro non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente, quindi va conteggiato a parte rispetto ad altri, eventuali, benefit concessi al lavoratore. In sostanza, si tratta di una somma esentasse concessa per liberalità, prevista dal cosiddetto decreto Ucraina bis che aveva introdotto, nel marzo scorso, la prima riduzione delle accise sul prezzo del carburante, divenuto eccessivamente elevato.

Non per tutti.
Il bonus offre vantaggi anche, fiscali e contributivi, al datore di lavoro, perché il suo costo è interamente deducibile ai fini Ires e Irpef e non concorre, come per il dipendente, alla contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro. Tuttavia, il beneficio non è dovuto e può essere riconosciuto anche a un solo lavoratore: la legge, infatti, non impone l’assegnazione di liberalità alla totalità dei dipendenti, anche se nulla vieta che la sua erogazione possa essere oggetto di trattativa al fine di accordi aziendali o tra l’azienda e i singoli dipendenti

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