lunedì 18 marzo 2024
Gli economisti della banca centrale chiariscono: l'introduzione dell'euro digitale non mira a sostituire i metodi di pagamento tradizionali. Controlli sulla disponibilità di sportelli per ritirare
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Lasciate stare concetti molto alla moda come la guerra al contante o la cashless society, cioè la società senza monete e banconote. Andare oltre il contante non è tra gli obiettivi della Banca centrale europea. Le analisi e le sperimentazioni che possono portare all’introduzione di un euro digitale nella zona euro non comportano un graduale superamento dei metodi di pagamento più tradizionali. I tecnici della Bce lo dicono con molta chiarezza in uno studio che sarà pubblicato sul secondo Bollettino economico del 2024, il prossimo giovedì. «Il ruolo dell’Eurosistema è quello di sostenere e rispettare le diverse preferenze di pagamento nell’area dell’euro – scrivono gli economisti Alejandro Zamora-Pérez, Andrea Marini e Juha Honkkila –. Questo approccio riconosce il valore della scelta nelle transazioni finanziarie, dove il contante continua a svolgere un ruolo significativo per una parte considerevole della popolazione».

L’analisi della Bce è partita dai dati: la quota di acquisti in contante sul totale delle transazioni nei negozi fisici della zona euro è scesa dal 79% del 2016 al 59% del 2022. L’uso dei contanti è quindi in calo, ma resta molto popolare: in ogni giorno del 2022, il 74% degli adulti della zona euro ha fatto almeno un pagamento in contanti. L’idea per cui il pagamento in contanti sia una cosa da “vecchi” o da gente poco abituata ai mezzi digitali è un pregiudizio, notano gli economisti della Bce, sulla base dei dati raccolti nei diciassette Paesi della moneta unica. Quello che emerge è che il più delle volte pagare in contanti è una scelta personale, spesso di abitudine, combinata con situazioni personali diverse. Per questo alla Bce non accettano i «preconcetti sull’inevitabilità di una transizione digitale universale».

Al contrario, la banca centrale dei cittadini della zona euro intende «garantire che il contante rimanga facilmente accessibile» e per farlo vuole mettere in piedi «una rete di sicurezza che rispetti a sostenga coloro che, per scelta o per circostanza, optano per il contante come opzione di pagamento». Concretamente, ad esempio, la Bce continuerà a controllare la disponibilità e la diffusione degli sportelli ATM per il ritiro dei contanti, identificando le aree poco servite in cui è difficile procurarsi contante. L’obiettivo finale è «rafforzare la resilienza e la diversità nel panorama finanziario, garantendo che tutte le preferenze di pagamento siano prese in considerazione nella zona euro».

Le posizioni a difesa del contante da parte della Bce non sono nuove. Qualche anno fa ci fu un ampio dibattito sull’idea di eliminare le banconote da 500 euro, quelle di maggior valore, per togliere un aiuto alla criminalità, che le usa per muovere di nascosto grandi quantità di denaro. Si arrivò a concordare l’interruzione dell’emissione di nuove banconote (ora il taglio più “prezioso” è quello da 200 euro) ma conservando la validità di quelle già emesse. La pressione in questo senso arrivò in particolare dalle banche centrali di Austria e Germania, nazioni dove la cultura di pagare in contanti, e conservare in casa anche grandi quantità di risparmi in contanti, resta molto forte: la Deutsche Bundesbank e la Oesterreichische Nationalbank ottennero di potere stampare la banconota viola da 500 euro fino al 2019, quando le altre banche centrali fermarono la produzione già nel 2016.

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