giovedì 23 marzo 2023
La decisione presa nonostante le turbolenze legate al salvataggio di Credit Suisse da parte di Ubs. Attese per oggi le decisioni delle banche centrali inglesi e norvegesi
La sede di Credit Suisse a Milano

La sede di Credit Suisse a Milano - Ansa

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Borse europee deboli in apertura di seduta all'indomani della decisione della Federal Reserve sui tassi di interesse. Anche oggi i riflettori sono puntati sulle banche centrali alle prese con un'inflazione ancora elevata. Come era previsto, ieri la Fed ha alzato il costo del denaro di 25 punti base, arrivando al 4,75%-5%, il livello più alto dal 2007.

Oggi ha aumentato il costo del denaro anche la Banca centrale svizzera, di 50 punti base portandolo all'1,5%. L'attesa adesso è per le decisioni della Bank of England che dovrebbe alzare i tassi di 25 punti base al 4,25%, dopo i dati poco confortanti sull'inflazione. Anche la banca centrale norvegese dovrebbe intervenire con un aumento di 25 punti base, portando i tassi al 3%.La banca centrale svizzera (Snb), nella riunione odierna, ha alzato i tassi per contrastare la pressione sull'inflazione. Una decisione attesa nonostante il salvataggio di Credit Suisse operato dalle autorità elvetiche di concerto con Ubs. Nella nota la banca centrale della Confederazione afferma di "non potere escludere ulteriori rialzi se sarà necessario assicurare le stabilità dei prezzi nel medio termine". L'inflazione a febbraio ha avuto un aumento del 3,4% "chiaramente sopra il livello determinato dalla banca". In quanto all'economia del paese, la banca rileva come nel quarto trimestre del 2022 ci sia stata una stagnazione del Pil. Il 2022 si è chiuso con una crescita del 2,1% e anche nel 2023 la crescita "resterà modesta". L'annuncio ha prodotto un rafforzamento del franco sull'euro mentre la Borsa di Zurigo resta debole (-1%). Ancora segno meno per il Credit Suisse (-1,5%) che capitalizza ormai 3,2 miliardi di franchi dopo il salvataggio di Ubs (-1,47%).

La liquidità concessa dalla banca centrale svizzera nell'ambito del salvataggio di Credit Suisse "non è un regalo" ha detto il presidente della Snb Thomas Jordan nella conferenza stampa a seguito della decisione di rialzare i tassi all'1,5%. Jordan ha sottolineato come "prendere un rischio di bancarotta di Credit Suisse sarebbe stato da irresponsabili" le misure prese di concerto con il governo della Confederazione e l'autorità finanziaria Finma "hanno messo uno stop alla crisi".

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