mercoledì 14 maggio 2025
I programmi del marchio: nessuna vettura di taglia maggiore della Bigster, una piccola elettrica nel 2026 e un nuovo piano industriale
Il Ceo di Dacia, Denis Le Vot

Il Ceo di Dacia, Denis Le Vot - foto: Olivier Martin Gambier

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Dal concetto di low-cost a quello di “buon rapporto qualità prezzo”, espresso da prodotti come l’ultima Duster e, soprattutto, la Bigster appena arrivata nelle concessionarie in queste settimane. Due modelli che fanno del design e dell’equipaggiamento, oltre che il prezzo competitivo, un punto di forza. Denis Le Vot, Ceo di Dacia, in una videoconferenza con la stampa torna indietro nel tempo. «Ricordo i tempi della prima Logan. Nessuno chiedeva che, possibilmente, fosse anche bella. L’obiettivo era solo: “deve costare poco”. Per questo mi piace dire “Siamo passati dalla piscina dei bambini a quella grande”: è la realtà». Come era imprevedebile che la fedeltà al marchio oggi si fermasse al 70% degli acquirenti. «Oggi su dieci persone che comprano una Dacia, sette sono al secondo o al terzo modello e tre arrivano da altri marchi, non per forza generalisti come qualcuno continua a pensare» aggiunge Le Vot.

Detto questo, Dacia tiene le ruote per terra e ovviamente lavora nell’ambito di un gruppo in piena evoluzione quale Renault. «Sia chiaro che non esiste un limite, di prezzo o di segmento. E non esiste un accordo per cui solo la Renault possa fare modelli grandi e la Dacia debba concentrarsi su quelli più piccoli: la differenziazione si basa sui contenuti, anzitutto tecnologici, e sui clienti - aggiunge il CEO – ma non credo che ci si possa spingere oltre i 4,6 metri di lunghezza. Almeno con la piattaforma CMF-B, che è comune a tutta la gamma eccetto la Spring». Sembra evidente, quindi, che nel prossimo futuro non vedremo auto più grandi di Jogger e Bigster. Il che non vuol dire che Dacia sia conservativa.

«Lanceremo altre varianti di carrozzeria nel segmento medio tra cui una berlina posizionata al di sopra della Sandero e abbiamo già annunciato una piccola elettrica per il 2026 che verrà sviluppata nel giro di soli 16 mesi» annuncia Le Vot. Nelle strategie c’è poi l’intenzione di «integrare la piattaforma elettrica di Renault (quella su cui sono basate R5 e R4, ndr) nel segmento compatto». Nè va dimenticato che verso la fine dell’anno, il gruppo transalpino presenterà il nuovo piano industriale, denominato Futurama, che illustrerà i programmi del prossimo quinquennio per l’intero gruppo. In questa fase, verso la fine del 2027, sarà rinnovata anche la Sandero, regina del mercato europeo, pronta ad abbracciare l’elettrico.

Da qui sino a fine anno, Dacia non dovrebbe svelare ulteriori modelli e non prenderà parte al Salone di Monaco di inizio settembre. Ma verranno lanciate le versioni ibride 4x4 della Duster e della Bigster: «Avranno l’asse posteriore elettrificato – spiega Le Vot -, la trasmissione automatica e questa tecnologia sarà disponibile anche per le varianti elettrificate a Gpl». Estendere l’elettrificazione sulla gamma è uno degli obiettivi principali di Dacia ma questo non dovrebbe comportare, almeno in tempi brevi, un debutto della tecnologia plug-in: «C’è una tendenza del mercato verso l’ibrido ricaricabile e il range extender. Dobbiamo tenere gli occhi aperti poter accedere a queste tecnologie appena ci sarà un’opportunità. A livello di gruppo, ci sono tutti i tasselli per farlo. Le regole del gioco, però, non sono del tutto chiare: attendiamo la revisione della normativa europea nella seconda metà del 2025».

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